Riceviamo e pubblichiamo.
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Con l'amico Mattia se ne parlava da mesi. Suo nonno era partigiano; il mio pure. Questo ci bastava per ritenere che il 25 aprile dovevamo ricordare entrambi. Punto. Senza SE e senza MA! Punto. Da tempo quindi ho cercato di reperire materiale da esporre a Felina (da sempre roccaforte "rossa") sulle Fiamme Verdi.
Voglio qui ringraziare l'arch. Livierato, la sig.ra Daniela Anna Simonazzi e don Carlo, parroco di Vetto, per avermi aiutato.
Grazie ai testi che mi sono stati forniti e che esporrò lì, ho potuto conoscere meglio partigiani di grande caratura, quali "Azor" (Mario Simonazzi), "Il Solitario" (Giorgio Morelli), "Carlo" (don Domenico Orlandini) e tanti altri.
Alcuni amici mi dicono che non dovrei festeggiare coi "rossi". Ma io ritengo che personaggi quali quelli appena citati vadano conosciuti da più persone, usando a mò di megafono ogni occasione propizia!
Alcune imprese davvero eroiche portate a termine da alcuni credo debbano essere diffuse a piene mani, così come si sparge nel campo la buona semente e non custodite soltanto nella memoria di alcuni privilegiati. Credo che qualsiasi contesto divenga quello giusto per diffondere ciò che è giusto diffondere!
Eppoi si dice che il "capo supremo" dei partigiani cattolici fosse un Tale che, da milioni di anni, è in grado di scrivere DRITTO... anche sulle righe STORTE!
(Umberto Gianferrari)
Il 25 aprile mai come quest’anno è stato pubblicizzato come la festa di tutti. E’ bene ricordare che si tratta di una celebrazione e non di una commemorazione. Bianchi, rossi, non ha importanza perchè sono stati i partigiani con la lotta di liberazione e di resistenza a rendere possibile questa nostra Costituzione. La Costituzione è come una grande quercia all’ombra della quale crescono libertà, democrazia, giustizia, ecc. ecc. Questa quercia affonda però le sue radici in un terreno reso fertile dal sangue dei partigiani. Il sangue ha un solo colore.
(W. Orlandi)