Home Cronaca A Travo, nel piacentino, l’11^ Conferenza regionale per la montagna

A Travo, nel piacentino, l’11^ Conferenza regionale per la montagna

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Riceviamo e pubblichiamo.

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L'11^ Conferenza regionale per la montagna è l’occasione istituzionale per la prima condivisione in merito ai contenuti del Programma regionale emiliano-romagnolo per la montagna che dovrà essere approvato entro i prossimi mesi dall’Assemblea legislativa. Il Programma regionale per la montagna è il documento che definisce le priorità degli accordo-quadro e mira all’integrazione con gli interventi previsti dalle programmazioni settoriali, in particolare il Piano di sviluppo rurale e il Dup, che costituiscono la parte più consistente delle azioni a favore dell’Appennino emiliano romagnolo.
L’accordo-quadro per lo sviluppo della montagna è lo strumento di programmazione triennale riferito ad un determinato ambito montano condiviso dalla Regione e dalla Provincia, e ovviamente dall’ente locale associativo territorialmente interessato. Con il programma annuale operativo (Pao) ciascuna Comunità montana o altro ente locale associativo devono approvare annualmente un programma d’interventi attuattivo dell’accordo-quadro per poter accedere ai finanziamenti disponibili.
I comuni montani emiliano-romagnoli sono 118 con una popolazione complessiva di 421 mila abitanti, pari al 10 per cento della popolazione regionale: la superficie totale è di 9.067 kmq, il 41% di quella complessiva della regione.
La politica regionale per la montagna si sostanzia nel sostegno ad un’agricoltura di qualità e competitiva, nelle misure a sostegno del turismo, negli interventi di riqualificazione dei borghi, nei progetti per l’estendimento della banda larga e nei progetti per l’attivazione di servizi innovativi, negli interventi di messa in sicurezza del territorio e ancora negli interventi di protezione e valorizzazione delle risorse forestali e delle aree a parco

Riordino e risorse delle comunità e unioni montane

Oltre 4,8 milioni di euro alle nuove comunità montane e unioni di comuni comprendenti comuni montani sono le risorse che la Regione Emilia-Romagna ha assegnato (e per il 50% già erogato) alle 9 comunità montane (erano 18 prima della riforma realizzata con la legge regionale 10 del 2008) e alle unioni che stanno procedendo alla riorganizzazione istituzionale e dei servizi erogati sul territorio montano emiliano-romagnolo. In Emilia-Romagna la riforma degli enti locali associativi - anticipando le disposizioni della legge finanziaria 2008 - è stata avviata con il “Patto interistituzionale per l’autoriforma dell’amministrazione, la razionalizzazione delle funzioni, il riordino istituzionale” sottoscritto nel 2007 dai presidenti della Regione e di Upi, Anci e Uncem regionali. Oltre al dimezzamento del numero delle comunità montane - attraverso la trasformazione di alcune di esse in unioni di comuni ovvero attraverso l’inclusione dei comuni membri in unioni già esistenti o nel Nuovo Circondario Imolese –, la riorganizzazione ha portato alla riduzione a due del numero dei rappresentanti di ciascun consiglio comunale, alla costituzione di giunte composte esclusivamente dai sindaci dei comuni membri ma soprattutto al non riconoscimento di indennità per la carica di assessore di comunità montana. L’attribuzione alle unioni di comuni comprendenti comuni montani delle funzioni esercitate in precedenza dalle comunità montane ha risposto innanzi tutto all’esigenza di mantenere comunque in montagna la gestione di quei servizi che posseggono un valore decisamente strategico ai fini della tenuta e del consolidamento del tessuto sociale ed economico delle zone montane della regione.

Le risorse nel periodo 2005-2008

Nel periodo 2005/2008 la Regione ha finanziato investimenti nelle aree montane per un importo medio annuo di 100 milioni di euro, destinati per circa la metà a finanziare interventi nel settore agricolo, nell’ambito del Programma di sviluppo rurale, e per circa il 20% destinati ad interventi nel settore delle attività produttive nell’ambito del Programma Obiettivo 2.
Negli stessi anni a fronte di assegnazioni provenienti dal Fondo nazionale per la montagna di soli 7 milioni di euro, la Regione ha stanziato oltre 19 milioni di euro, quasi tre volte il totale assicurato dallo Stato. Questi finanziamenti hanno in questi anni sostenuto gli accordi-quadro per lo sviluppo delle zone montane negoziati tra le singole comunità montane e gran parte dei loro comuni membri, le province e la Regione, oltre ad altri soggetti sia pubblici sia privati.
La programmazione negoziata degli accordi-quadro (strumenti previsti dalla legge regionale 2 del 2004) ha permesso di realizzare un “effetto volano”: nel 2005, con un finanziamento di 1,9 milioni di euro, si è attivato un programma il cui valore complessivo è risultato di 17,6 milioni di euro; nel 2006, a fronte di 2 milioni, si è attivato un programma del valore complessivo di 18,2 milioni e nel 2008 con un finanziamento di 5 milioni di euro si sono attivati programmi il cui valore complessivo è risultato pari a 15,8 milioni di euro.