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Soldi freschi per l’agricoltura montana grazie all’azione della Comunità Montana

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L’azione decisa e pressante della Comunità Montana nei confronti della Regione per recuperare risorse sul Piano di Sviluppo Regionale (PSR) a favore della agricoltura di montagna, ha portato ad un primo risultato significativo: 130 domande sull’asse 2 “Pagamenti agroambientali”, che erano rimaste senza risposta per esaurimento fondi, sono state accolte portando all’esaurimento della graduatoria.

Ciò porterà ai 216 agricoltori del territorio impegnati per una agricoltura sostenibile (biologico, prati stabili, razze in via di estinzione) 844.000 euro di contributi per ciascuno dei prossimi cinque anni.

I fondi sono stati reperiti dalla Regione attraverso la cosiddetta “rimodulazione” delle regole, anche a seguito di una nota del 18 dicembre scorso della Comunità Montana e di successivi incontri tra gli amministratori e i tecnici della Regione e della Comunità.

Anche sulle indennità compensative c’è stato un impegno della Regione a finanziare, per l’anno in corso, tutte le domande presentate che, nel 2008, erano state 484.

Ma non finisce qui perché la Comunità Montana è in attesa di risposte anche circa questioni che attengono all’asse 1, che riguarda prevalentemente gli investimenti in strutture e attrezzature per le aziende agricole.

In attesa di una revisione più complessiva delle regole, prevista per il 2010, la Comunità Montana ha chiesto di mantenere in graduatoria le domande già pervenute, che rischierebbero altrimenti di dovere essere rifatte dopo due anni.

Alla Regione la Comunità Montana ha anche chiesto un impegno per reperire nuovi fondi sull’asse 1 ed anche di poter recuperare una parte delle domande sui cosiddetti “progetti di filiera”, in cui sono ancora disponibili risorse significative che attengono direttamente alla Regione.

Con queste azioni la Comunità Montana ha contribuito a porre rimedio ad alcuni limiti della normativa che rischiavano di penalizzare l’agricoltura di montagna.

1 COMMENT

  1. Riso a-Maro
    Ben vengano le risorse a supporto dell’agricoltura in montagna, da molti anni messa a dura prova! Ma non abbiamo il tempo per rallegrarci; dobbiamo pensare che (a quanto mi dicono) un altro caseificio, l’ennesimo, è a rischio di chiusura. Già mi aveva stupito sapere che quello di Maro era tenuto in vita da SOLI 3 agricoltori… Non possiamo permettere che queste chiusure proseguano inesorabili; occorre fare qualcosa. Mi rivolgo in particolare alle associazioni agricole e al Consorzio di tutela del Parmigiano-Reggiano. Prima di pensare alla tutela del RE dei formaggi dobbiamo pensare a produrlo, aiutando i produttori; sempre più tribolati, sempre più anziani, sempre più demotivati. Credo che anche noi consumatori dovremmo recarci più spesso a fare spesa ai caseifici e, visto che siamo in periodo elettorale, rivolgo il mio invito usando uno slogan: “IN MONTAGNA LASCIA A CASA IL TELEPASS E… FERMATI AL CASELLO!”.

    (Umberto Gianferrari)