Come è consolidata tradizione, il Giovedì Santo, giornata che ricorda l’istituzione del sacerdozio, la diocesi ricorda nella Messa crismale i presbiteri che hanno raggiunto il cinquantesimo e il sessantesimo di ordinazione.
Quest’anno tra i festeggiati ci sarà anche il vescovo Adriano Caprioli, che celebra il giubileo sacerdotale: infatti è stato consacrato nel Duomo di Milano il 28 giugno1959 dall’allora arcivescovo Giovanni Battista Montini, poi papa Paolo VI.
Assieme al vescovo, festeggeranno il giubileo sacerdotale di sacerdozio: don Creardo Cabrioni, collaboratore della zona pastorale di Ramiseto dal 2000; mons. Giovanni Costi, responsabile del Centro diocesano di studi storici di Marola e dal 1970 insegnante nello studio teologico interdiocesano; don Luciano Iori, parroco di Casina dal 1996; don Tullio Menozzi, parroco di San Giovanni Neumann di Sassuolo dal 1985; don Mario Pini, parroco a Luzzara dal 2003; don Giulio Rossi (junior), dal 1980 in servizio pastorale nella zona di Viano; don Pellegrino Tognoni, che dal 1968 guida la parrocchia di San Polo d’Enza; don Amedeo Vacondio, dal 1995 parroco di Gavasseto e Sabbione, nonché moderatore dell’unità pastorale “Madonna della Neve”. Furono ben 13 i sacerdoti diocesani ordinati nel 1959 dal vescovo Beniamino Socche
Ricorderanno il sessantesimo di sacerdozio: don Carlo Cipolli, già vicario nella parrocchia cittadina del Preziosissimo Sangue; don Ennio Munari, parroco alla Roncina dal lontano 1952, assistente CTG e Azione Cattolica; don Francesco Salvarani, insegnante nell’Istituto di scienze religiose; don Giuliano Cugini, in ministero pastorale a Brescello, di cui è stato parroco dal 1979 al 2000. Nel 1949 furono dieci i sacerdoti ordinati nelle diocesi di Reggio Emilia e Guastalla.
Inoltre il prossimo Giovedì Santo mons. Giacomo Rinaldi, classe 1910, decano del clero reggiano, festeggerà il settantaseiesimo di ordinazione sacerdotale: un vero record! Don Giacomo, ordinato prete nel 1933, ha passato la sua vita tra i giovani; era “al prèt di ragas”; aveva su di loro un particolare ascendente e in tanti lo cercavano. E’ stato il primo sacerdote - e senza stipendio- a fare il docente di religione alle elementari, per poi passare alle superiori; ha insegnato per 42 anni e mai un’assenza. Con le lacrime agli occhi per la commozione ci ha confidato: “Non ho mai finito di dire grazie a Gesù per avermi fatto sacerdote: prete, solo prete, e non altro che prete cattolico” e il suo ringraziamento si estende ai genitori che lo hanno orientato nella vocazione. Inoltre ci ha sottolineato la grandezza del mistero della confessione: alzare la mano benedicente per dire: ti assolvo; il potere di mandare in pace riconciliata con Dio una persona per mezzo di un povero prete, anch’egli peccatore e bisognoso del perdono di Gesù.
Sempre quest’anno il vescovo ausiliare Lorenzo Ghizzoni ricorderà il trentesimo di sacerdozio; mentre per il vescovo emerito Paolo Gibertini ricorreranno trent’anni dall’elezione ad abate del monastero benedettino di Parma e i vent’anni dalla sua nomina alla guida della Chiesa reggiano-guastallese.
(Giuseppe Adriano Rossi)