Quasi esattamente dieci anno or sono - era il 14 marzo 1999 - moriva mons. Gilberto Baroni che per quasi un quarto di secolo aveva retto la diocesi di Reggio Emilia-Guastalla.
“Il vescovo, uomo di Dio, sposato alla sua Chiesa”: questa lapidaria ed efficacissima definizione che del vescovo Gilberto diede nel 1988 l’allora vescovo Camillo Ruini ben fotografa quello che è stato per la comunità ecclesiale mons. Baroni, contraddistinto da un fortissimo “sensus Ecclesiale”.
Entrato in diocesi il 6 giugno 1965, domenica di Pentecoste, raccolse l’impegnativa eredità dell’episcopato di mons. Beniamino Socche, guidando la nostra Chiesa nell’attuazione del Concilio Vaticano II e portandola a vivere l’intensa stagione del Sinodo diocesano sull'evangelizzazione, fino alla memorabile visita compiuta a Reggio da Giovanni Paolo II il 5 e 6 giugno 1988.
Impegno per il rinnovamento e la promozione della liturgia, formazione spirituale dei laici e dei sacerdoti, promozione del laicato – Azione Cattolica ed associazioni ecclesiali - elevato magistero, profondità di pensiero, testimone fedele del Vangelo – ad una delle sue ultime lettere pastorali diede questo emblematico titolo “Io non mi vergogno del Vangelo” -: sono state tra le peculiarità del suo episcopato.
“Mons. Baroni è stato sicuramente un santo pastore; così dotato nella mente e nel cuore, eppure tanto umile e schivo; così ricco di fede e di contemplazione di Dio, ma anche di tanta e squisita umanità, cosciente sempre della sua dignità e responsabilità e, insieme, tanto vicino e accogliente”, lo ha definito don Lao Fontana, che per oltre 24 anni ne è stato il fedele, dinamico e discreto segretario.
Certamente quella del vescovo Gilberto è stata una figura carismatica per la sua formidabile statura spirituale, umana, magisteriale ed il suo incondizionato affidarsi alla Parola di Dio.
Mons. Baroni ha lasciato un ricchissimo patrimonio di lettere pastorali, omelie, discorsi contrassegnati da profondità di analisi, chiarezza espositiva e straordinaria attualità sotto il profilo magisteriale, liturgico, spirituale, teologico, pastorale, e da alcune geniali intuizioni – quali il “digiuno televisivo” proposto in Quaresima.
Il decennale della morte del vescovo Gilberto, che volle essere sepolto nella cattedrale reggiana, sarà ricordato venerdì 13 marzo alle ore 21 con una solenne concelebrazione di memoria e suffragio in Duomo presieduta dal vescovo Adriano Caprioli assieme all’ausiliare Lorenzo Ghizzoni; l’omelia commemorativa sarà tenuta da don Daniele Gianotti, direttore dello studio teologico interdiocesano. Mons. Caprioli, annunciando la celebrazione, sollecita la partecipazione corale della Chiesa reggiana-guastallese alla liturgia.