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“Perchè tanta indifferenza?”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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A tutti i genitori che hanno o avranno un figlio o figlia che frequenta la scuola dell’infanzia, elementare e media. Scusate la domanda, ma vorrei fare una sorta di piccola provocazione... Ieri sera, come penso, la stragrande maggioranza dei genitori che hanno un figlio che frequenta una delle scuole sopracitate avranno saputo, grazie al volantinaggio e al metodo di divulgazione della notizia adottato dagli organizzatori, che si è tenuto presso il Centro sociale "Insieme" di Castelnovo ne' Monti un incontro, organizzato del coordinamento dei genitori e insegnanti del capoluogo montano, su cosa cambierà nella scuola dei nostri “bimbi” con l’entrata in vigore della riforma Gelmini.

Tale riforma/legge, già da settembre, porterà parecchie modifiche (maestro prevalente, eliminazione del periodo di compresenza delle insegnanti in tutte le classi non solo nella prima, tagli di bilancio inconcepibili, possibile modifica sugli orari della durata della scuola, ecc. ecc.) che andranno inevitabilmente a modificare le parti organizzative e didattiche attualmente in essere, causando una ricaduta negativa sulla qualità dell’insegnamento.

Per riallacciarmi brevemente alla mia domanda/riflessione - ma perché tanta indifferenza? - ieri sera a questo incontro c’erano più insegnanti che genitori, quindi c’erano più addetti ai lavori dei diretti interessati. Con questa affermazione mi sembra già di sentire le varie battute ("ci può stare che ci fosser più insegnanti perché alcuni di loro con queste modifiche probabilmente dovranno cambiare scuola o riorganizzarsi nelle scuole dove già insegnano da diversi anni, in quanto diminuiranno i posti disponibili, oppure, perchè hanno paura di perdere il posti ecc. ecc... "); le ritengo, però, battute al momento inopportune. Ma direi piuttosto che chi si occupa dell’istruzione dei nostri figli, se ha la possibilità di farlo in un ambiente sereno e ben organizzato, con le giuste risorse, anche i medesimi trascorrono quelle ore più serenamente, apprendendo molto di più...

Secondo me, invece, ieri sera c’erano più insegnanti che genitori perché loro sono coscienti e consapevoli dei cambiamenti che inevitabilmente ci saranno, mentre forse una parte dei genitori pensa che, va beh, tanto ci pensa la scuola; mentre l’altra parte è convinta di saperne già abbastanza leggendo un qualcosa da un giornale piuttosto che da una rivista mentre altri sono convinto che proprio non si pongono il problema...

Un'occasione del genere, invece, ritengo fosse da sfruttare per i non addetti ai lavori (genitori) perché aver la possibilità di sentire i diversi pareri di chi vive quotidianamente la scuola con i nostri figli significa sentire e venire a conoscenza degli effettivi problemi, causati dai tagli di bilancio, piuttosto che dalla riorganizzazione delle ore di insegnamento e cosi via. Sì, perché spesso quello che si apprende dai media non sempre riesce a dare la giusta comprensione.

Vorrei ringraziare la dirigente scolastica Giuseppina Gentili la quale con una bella carrellata ha illustrato mettendo a confronto la scuola com’era, com’è diventata e come sarà da settembre in poi (anche se rimane una qualche incognita, in merito alle ore di insegnamento, le quali potrebbero far modificare ancor di più l’organizzazione della scuola). Ringraziando, volevo chiedere/dire a quei circa 2800 potenziali genitori che ieri sera non erano presenti (eravamo una quindicina): chiediamo ai diretti interessati - maestri, professori - dei nostri figli, alle segreterie delle scuole, interessiamoci, informiamoci e sfruttiamo queste occasioni/incontri che ci vengono proposti, perché quando a settembre riaprirà la scuola ci troveremo davanti a una realtà totalmente diversa da quella che attualmente i nostri bimbi quotidianamente vivono.

Di nuovo un grazie agli organizzatori, al prossimo incontro. Scusatemi se il mio modo di esprimermi è un po’ contorto.

(Moris Lusetti, genitore di un bimbo di 8 anni che si trova bene con questo metodo scolastico)

7 COMMENTS

  1. Le idee giuste hanno una loro forza
    Sono tra le organizzatrici dell’incontro e ringrazio Moris per aver scritto il suo commento. Lavoro nella scuola da tanto tempo e ho imparato, anche se a volte non sembra, che le idee giuste hanno una loro forza, soprattutto se trovano persone disposte ad ascoltarle e a condividerle. I genitori ed insegnanti presenti venerdì sera, non troppo pochi secondo me, hanno dimostrato di voler discutere e prima ancora capire che cosa sta succedendo nella scuola italiana. Poi hanno manifestato l’intenzione di difendere le cose buone, anzi eccellenti, che sono state costruite in questi anni. Non sarà facile nè breve perchè i decreti Gelmini sono legge. Ma le leggi si cambiano, se in ogni scuola e in ogni famiglia ci sarà ogni giorno qualche indifferente di meno. L’unica arma che possiamo opporre alla televisione, vera “maestra” unica, è quella della parola e del ragionamento.

    (Cleonice Pignedoli)

  2. Perche’ tanta indifferenza???
    La risposta è semplice: metà delle persone che non sono venute hanno votato l’esecutivo responsabile dello stravolgimento della scuola e quindi si “fidano ciecamente” del loro operato… L’altra metà sa che tanto anche se capisce di più su questo argomento ne avrà un aumento in rabbia e mortificazione per non potere fare niente… Gli italiani ormai non ce la fanno più!!! Quelli che pensano si trascinano spiritualmente come accattoni nella peggiore città… e gli altri… gli altri son sempre contenti… Solo quando finirà il pane… allora!

    (Commento firmato)

  3. Se lo conosci lo eviti
    Non concordo sul fatto che è meglio non sapere, tanto non si può fare nulla. Conoscere i problemi è sempre positivo; se non si può cambiare nulla ora, arriverà il tempo di votare, e si potrà in quell’occasione far valere la propria conoscenza. Chi governa fa le sue scelte, se ne assume la responsabilità, e i conti, se non si riesce a farli prima, si faranno alla scadenza. In America, Obama ha stanziato 100 miliardi di dollari per la scuola, considerandola fondamentale per il futuro del suo Paese. Qui, il governo taglia 8 miliardi, considerandola un peso morto sulle spalle dei contribuenti…

    (Commento firmato)

  4. La nostra realtà…
    Attenzione, esistono delle realtà in alcune zone d’Italia a dir poco pazzesche. In questi casi di Gelmini non ne basta una. E per una volta perchè non pensiamo al bene dei bambini e un po’ meno agli interessi degli insegnanti? Ditemi perchè siamo l’ultima ruota del carro in Europa: ci sarà pure qualcosa da cambiare che non va nel sistema scuola…

    (Luciano Franchini)

  5. Quando i tagli non sono chirurgici, ma…
    Che piaccia o no, la riforma della scuola del ministro Gelmini è andata ad incidere in modo profondo sul funzionamento dell’unica realtà scolastica che ancora funzionava. Mi riferisco al modulo delle scuole primarie di 1° grado (le vecchie elementari). E non sono parole mie, ma atti certificati a livello europeo, che ponevano le scuole elementari italiane nei primi posti a livello mondiale. Certo tutto era ed è migliorabile, scuola compresa. Guai a chi pensa di aver raggiunto il top. Vero però che non si può fare di tutta un’erba un fascio. Si poteva lasciare ciò che già funzionava in modo egregio, andando a riformare e rimodulare quello che non funzionava. Forse era troppo semplice, forse non si “risparmiava” abbastanza. Una cosa però è certa: non si possono fare riforme in qualsiasi settore importante e fondamentale della vita pubblica avendo solo come obiettivo un taglio nelle spese di bilancio dello Stato. Di questo passo, e già siamo ben incamminati, non passerà molto tempo che anche chi avrà bisogno del medico, o di cure, dovrà integralmente sostenerne il costo. Del resto, ci guardiamo intorno e cerchiamo di scopiazzare a dx ed a manca in ogni settore le idee e le direttive dei vari stati e paesi forti ed emergenti. Ed allora via al sistema elettorale francese, o tedesco; avanti con la riforma della scuola alla ….; dentro con il correttivo della spesa pubblica secondo il modello americano; e chi più ne ha più ne metta. Dimenticando sempre che bene o male la “culla della civiltà”, il luogo dove si sono formati pensieri e idee europee, di solidarietà e di comunità e l’Italia. MA COME CON LA RIFORMA DELLA SCUOLA; E’ MOLTO PIU’ SEMPLICE BUTTARE TUTTO A CARTE QUARANTOTTO CHE ANDARE A CORREGGERE NEL PICCOLO E DOVE NECESSARIO.

    (MB)

  6. Il bene dei bambini…
    Forse il sig. Franchini non è informato correttamente sulla posizione che la scuola primaria (elementare) occupa in Europa: la nostra scuola è tra le 5 migliori al mondo, non solo in Europa. Faccio la maestra. E lavoro da 27 anni. E non ho paura di perdere il posto. Temo, invece di perdere quello in cui credo, quello per cui ho sottratto tempo anche alla mia famiglia, quello che anima la mia passione nel fare scuola: il bene dei bambini, appunto. Il bene di tutti i bambini e non solo di quelli che sanno già camminare con le proprie potenzialità, di quelli che vengono tutelati e seguiti da famiglie presenti; ho sempre voluto e continuerò a volere il bene di quei bimbi più fragili, emotivamente e intellettualmente, di quelli che a scuola ora trovano un punto di riferimento, che sono accolti e non etichettati con un superficiale voto in decimi. Togliere tempo alla scuola, azzerare ore di compresenza significa ritornare ad una scuola trasmissiva e non formativa, esclusiva e non inclusiva. Vuole dire sottrarre sia possibilità ai più deboli che spazio per ampliare conoscenze ai più dotati; vuole dire accostare informazioni l’una all’altra perdendo il senso di un progetto comune e condiviso. E poi… io non perdo il mio posto, ma quante colleghe più giovani di me lo perderanno? Perchè scandalizzarci se difendiamo una categoria, dei posti di lavoro (soprattutto qui in montagna!).
    Gli ordini di problemi sono appunto due: la qualità della scuola e la contrazione di organico. Non ci vedo nulla di male a tenerli distinti ma a valutarli entrambe come un danno sociale. Forse dobbiamo toccare il fondo per accorgerci del valore che abbiamo e che stiamo perdendo; ma perchè farlo proprio a spese dell’unica categoria che non ha potere contrattuale, non ha responsabilità, non ha voce? Eppure loro, i nostri bambini, saranno il nostro futuro…

    (Laura Campari)


  7. Sono un’insegnante precaria, lavoro con contratti al 30 giugno da 9 anni e, nonostante le tante difficoltà e le incertezze legate al precariato, nonostante le campagne denigratorie istruite ad arte prima di lanciare la crociata contro i “fannulloni”, svolgo il mio mestiere con passione e con dignità, perché ci credo. Credo che la scuola, con tutti i propri limiti, resti l’unica occasione vera per riscattarci dalla mediocrità del presente sul piano individuale e per rilanciare il nostro paese a livello economico, sociale, culturale. Qualcuno, negli interventi precedenti, ha sottolineato l’importanza strategica che occupa l’istruzione nei programmi anticrisi di altri paesi, non ultimi gli U.S.A., e si notava con una certa indignazione come l’atteggiamento del nostro governo si collochi esattamente agli antipodi… Voglio aggiungere il mio sgomento al coro e voglio sottolineare che non si tratta di una protesta aprioristica, dettata da ragioni di ordine politico, bensì della rivolta della ragione e del buon senso contro una riforma che nel nome del bilancio assolve tutti noi dai nostri diritti e, in primo luogo, dal diritto ad una scuola di qualità, capace di formare persone consapevoli e cittadini attivi. Nessuno mette in discussione l’esigenza di riformare alcuni settori della scuola pubblica, nessuno (non io, almeno) vuole negare che, sul piano amministrativo, si debba far fronte agli abusi di alcuni dipendenti della P.A.; tuttavia non è tagliando risorse e colpendo alla cieca che si possono risolvere problemi di tale natura! Non si deve credere che riducendo le opportunità formative alle giovani generazioni la scuola possa migliorare. E’ paradossale pensare di potere migliorare un qualsiasi settore sottraendo risorse economiche e umane, anziché investire e pianificare interventi mirati, così come è sicuramente fallimentare il tentativo di colpire “i fannulloni evasori” irregimentando, fino al limite di violare diritti sindacali acquisiti, i permessi e gli orari della mutua! Siamo alla frutta, mi si passi l’esternazione! E’ come pretendere di sgominare la mafia bombardando la Sicilia! Ma voglio sgombrare il campo alle insinuazioni di chi sostiene che gli insegnanti protestano esclusivamente per interesse personale: non sarò io a perdere il posto di lavoro, non rientro nemmeno nel novero degli esuberi dal momento che non ho ancora ottenuto il ruolo… e se avessi voluto far finta di insegnare ed ottenere un contratto a tempo indeterminato avrei potuto agevolmente ottenerlo da qualche scuola privata, da una di quelle che garantiscono il diploma con due anni in uno! Parlo a ragion veduta e per esperienza: appena laureata sono stata costretta ad iscrivermi alla SSIS, a lavorare la mattina, frequentare il pomeriggio e studiare nel fine settimana per due anni e mezzo; sono laureata con lode, diplomata col massimo dei voti ed ancora, ogni anno, debbo pagare e frequentare master di perfezionamento per acquisire punti in graduatoria! Se avessi accettato la proposta di quella famosa scuola privata, mi sarei risparmiata tutto questo, avrei accesso ad un mutuo e potrei serenamente infischiarmene, sul piano prettamente sindacale, della riforma Gelmini… Non l’ho fatto, e non sono pentita della mia scelta, perché là sì mi si chiedeva di diventare un tecnico della didattica, di insegnare materie che non avevo mai studiato facendo affidamento sulle dispense (modello Bignami) che la scuola stessa forniva… Ho avuto un sussulto di indignazione, perchè esiste un’etica deontologica! Eppure, non appena entrerà a regime anche la riforma della scuola secondaria di secondo grado, probabilmente mi ritroverò in quella stessa situazione: le cattedre verranno redistribuite sulla base di aree disciplinari, il che consentirà di tagliare posti di lavoro e costringerà, ad esempio, un docente di lettere, laureato in pedagogia, magari in quel periodo in cui non era più obbligatorio sostenere l’esame di latino, ad insegnare lingua e letteratura latina! E’ un’indecenza.

    (Commento firmato)