Riceviamo e pubblichiamo.
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A suo tempo molti, e non solo ambientalisti, avevano fatto presente che fare una strada nel greto del Secchia fra i due ponti di Gatta e Pianello era quantomeno azzardato, sia perchè si sono spesi soldi per una pista abusiva (mai infatti classificata strada) ma soprattutto perchè il fiume in quella zona passa dalla sponda sinistra alla destra, andando inevitabilmente ad erodere la pista appena le condizioni meteo variano dall'ordinarietà. Come inutili si sono rivelati i lavori di rinforzo della massicciata o la deviazione del fiume sulla sponda opposta. Quando un fiume vuole riprendersi il suo alveo lo fa e basta, come il Secchia ha dimostrato due volte in pochi giorni. Non a caso in quella zona, già particolare per la presenza dei gessi, la vecchia strada corre a mezza costa, forse perchè qualcuno, anticamente, era più saggio e prudente.
Inoltre la cosa curiosa, e lo studio dell'Università di Parma lo aveva dimostrato, è che per fare una qualsivoglia arteria viaria ci deve essere un problema trasportistico, cosa che in questo caso non c'era, vista l'esiguità del flusso di mezzi (gli studenti del prof. Bodini contarono per alcuni giorni e notti le auto che transitavano), tant'è che la pista in alcuni momenti dell'anno si trasforma in pista automobilistica abusiva con gare di velocità, come alcune delle nostre guardie ecologiche hanno potuto constatare.
Forse, più che vendersi per una manciata di voti, era il caso di ragionare un po' oltre gli interessi di bassa bottega. La nostra proposta, che resta tutt'ora valida, è di verificare la fattibilità di chiudere il transito di questa pista, lasciandone l'accesso ai soli residenti e trasformandola in una parkway, ovvero in una strada del parco, utilizzandola a fini turistici mitigando quindi l'impatto che una simile struttura può avere sull'ecosistema, dando comunque un servizio alla comunità locale e uscendo dall'illegalità che ha contraddistinto questa vicenda, adottando a soluzione una pista di cantiere, poi dismessa e abusiva.
Resta poi il nodo del ripristino della struttura, che andrà sorvegliato in modo particolare, per evitare che si traduca in uno spostamento del fiume ed in una movimentazione enorme di ghiaia, come avviene abitualmente, che poi nessuno verifica nei quantitativi, permettendo a pochi fortunati di arricchirsi a danno del bene demaniale e comune. Su questo l'assessore provinciale Spaggiari deve dare precise garanzie, visto che i lavori nel greto del Secchia avvengono di solito per somma urgenza, quindi assegnati a dei frantoi (in questo caso il più vicino è la CEAG), che in cambio del lavoro portano a casa degli inerti, senza che mai nessuno verifichi i quantitativi; anzi, in molte autorizzazioni per lavori analoghi la quantificazione è basata sul conteggio dei camion caricati, quindi sulla sola buona fede dei cavatori stessi.
(Massimo Becchi, presidente di Legambiente Reggio Emilia)
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Correlati:
- Gatta-Pianello / "La nota di Becchi? Penosa" (23 gennaio 2009);
- Gatta-Pianello / Il parere di Giovanni Riatti (24 gennaio 2009);
- Gatta-Pianello / Rivoli: "Sulla questione 'cavatori di ghiaia' in parte condivido" (24 gennaio 2009)
Lo faccio se conviene…
Una volta tanto NON mi trovo in sintonia con Becchi, che però continuo a stimare più di tanti sedicenti ambientalisti, troppo spesso silenti…
Le mie perplessità:
A) gli studenti contarono i veicoli prima o dopo l’asfaltatura della pista? Prima era solo una carraia polverosa ricca di buche profonde che aspettavano solo di far danni alla coppa dell’olio;
B) come si può sostenere al contempo che la pista dovrebbe essere trasformata in una strada del Parco per limitarne l’impatto sull’ecosistema eppoi dire che da lì transitano pochissimi autoveicoli?
Eppoi il principio: “LO FACCIO SE CONVIENE” credo sia proprio del “FACCENDIERE” privato (es. gestore di telefonia mobile o di tv private, ecc.) piuttosto che del pubblico!
Se passasse quel principio dovremmo:
1) chiudere subito il Parco nazionale (gli studenti hanno contato i suoi visitatori al dì?);
2) non portare acqua corrente ai quattro gatti di quel paesino;
3) non portare l’energia elettrica a quella frazioncina;
4) chiudere l’ufficio del Giudice di Pace che tratta poche cause;
5) chiudere l’ospedale castelnovese visto che ne abbiamo uno a Reggio e uno a Scandiano;
5a) chiudere l’ospedale di Scandiano perchè ne abbiamo uno comodo a Reggio;
6) ecc… ecc…
Fatto salvo il principio, ispirato dal buon senso, che non possiamo tenere aperta una scuola elementare per un solo scolaro… nè la Gatta-Pianello per un solo veicolo che la percorre!
Credo pertanto che l’opera pubblica debba essere guidata dal principio: LA FACCIO SE E’ UTILE, non LA FACCIO SE CONVIENE!
Riguardo alla Gatta-Pianello i montanari di ogni schieramento, in larghissima maggioranza, credo si siano pronunciati con chiarezza…
(Umberto Gianferrari)
Ci risiamo…
Non sentivamo certo bisogno dell’ennesimo lamento greco da parte dell’ambientalista di turno, anche se non giunge di certo inaspettato. Quanto poi alla parkway (sinceramente non capisco la fregola di usare sempre l’inglese per descrivere qualsiasi cosa… ) cosa metterebbero, le telecamere come nella Z.T.L. di Reggio Emilia per individuare le targhe dei residenti e dei turisti?
Ma per favore…
(Riccardo Bigoi, Ligonchio)
La conferma dell’estinzione dei Verdi
Ancora una volta arriva la conferma del pensiero degli “ambientalisti”: a chi serve la Gatta-Pianello? A pochi, quindi inutile, soldi spesi male perchè utili alle ormai poche persone che ancora abitano il crinale. Non concordo e mi sento offeso, spero che anche altre persone del crinale dicano qualcosa in merito. Lancio una proposta a chi si ritiene “ambientalista”: in montagna, quindi nel territorio del Parco nazionale, transitare solo ed esclusivamente a piedi, in bicicletta o a cavallo.
Signor Becchi, quando frequenta la montagna, con che mezzo transita? Bicicletta, auto diesel, auto benzina, auto metano? Attenzione all’impatto sull’ecosistema.
(Fabio Leoncelli)
I veri ambientalisti siamo noi montanari
Non sono solito intervenire via internet ma questa volta non posso resistere. Di viabilità ho scritto parecchio in passato sulla @CGazzetta di Reggio#C e su @CTuttomontagna#C, perciò vado a ribadire convinzioni già note. La piena del Secchia si è portata via una fetta di Gatta-Pianello perché quella strada è stata costruita male a causa proprio delle posizioni degli ambientalisti (e di alcuni politici se non ricordo male) con i quali fu raggiunta una difficile mediazione. Se la strada fosse stata difesa con un muro in cemento armato o in sasso e (o) con massi ciclopici sufficienti a mantenere lontano il corso del fiume non ci sarebbero stati danni: prego di andare a controllare oltre Fora dove in punti ben più problematici la piena non ha fatto danni proprio perché la strada è stata costruita come si deve. La discussione fondovalle sì fondovalle no mi sembra sia ormai stantia. Basta saper leggere le tendenze e i bisogni della nostra montagna per capire che la scelta di prolungare la fondovalle fin oltre Collagna per poi proseguire in galleria verso la Toscana non potrà essere rinviata a lungo, pena il degrado definitivo di quelle aree. Solo così si creeranno le condizioni per salvare quel poco che resta dell’economia dei comuni del crinale (se questa preziosa arteria ci fosse già i disagi provocati dalla frana oltre Collagna sarebbero stati zero). Ma anche i centri maggiori come Castelnovo ne trarrebbero beneficio. C’è invece chi pensa di rettificare la statale oltre Castelnovo: quello sì che sarebbe un errore! Quanti metri cubi di terreno verrebbero scavati?, quanti campi coltivati squarciati?, quanti alberi abbattuti?, quante potenziali piccole frane create?. Mi è difficile credere che si arrecherebbero più danni all’ambiente costruendo con criterio una fondovalle che non richiede grossi movimenti di terreno. Credo inoltre che sia sbagliato continuare a investire su strade che corrono sui crinali anzichè su fondovalli di rapida penetrazione intersecate da strade trasversali che colleghino i centri maggiori e i piccoli borghi. Quanti chilometri di fondovalli si sarebbero costruiti con i soldi investiti sulla statale senza risolvere il problema visto che per raggiungere Reggio si impiega più oggi che vent’anni fa? Tra pochi mesi si vota e sarà giusto che quello della viabilità sia uno degli argomenti al centro del dibattito politico.
(Armido Malvolti)
Ma abitano in città… noi vogliamo restare sul crinale!!!!!
Caro Leoncelli!!! Questa “strada”, o meglio pista, è destinata a continue inondazioni… Il motivo è semplicissimo: perchè per favorire i Verdi che abitano in città si è fatta a livello del Secchia. Copiare come funziona nelle altre zone montane era troppo facile???!!!! Dalle altre parti le vie di comunicazione principale si sviluppano lungo le fondovalli su sopraelevate magari protette da massicciate per aver meno impatto ambientale e non a livello dei fiumi!! Per noi, invece, la via principale è la vecchia statale 63 e con lei noi continuiamo a fare:
– su sparavalle 1000 mt.
– giù Acquabona circa 600 mt.
– e poi ancora su passo del Cerreto 1200 mt.
E non è tutto!!! La SS da Castelnovo verso il passo del Cerreto si sviluppa ancora lungo un tracciato pieno di curve posizionate in modo da non interrompere i poderi di inizio secolo. Piccolo particolare: allora giravano “birocci”, ora Tir carichi di polvere di marmo che vanno ai 200!! Forse anche questo ha contribuito e contribuisce al cedimento del fondo stradale? E dove è ceduta al Piagneto, nella frana, possono aver contribuito?
C’è chi dice la fondovalle non serve… Ma abita in città o a Castelnovo ne’ Monti…
Oppure, ancor peggio… ignorano!!!!
(Chicco)
Mia moglie fa Sologno/Mancasale tutti i giorni, parte anche alle 4,50 – e ripeto 4,50 del mattino – arriva a casa, cura marito e suoceri. Mio cugino fa Sologno/Reggio tutti i giorni e arriva a casa alle 8 di sera e cura sua moglie! Non lo fanno, sapete, per sport, lo fanno per vivere, e quando uno fa 120 km al giorno forse 10 minuti di strada in meno al giorno fanno anche comodo. Credete sia facile in questi giorni passare da Razzolo dove non esiste una riga bianca per chilometri?! Fate bene a parlare voi che avete l’autista o che andate a lavorare in bici! La strada è utile e basta! Che lo sia per 2 per 20 o per 100 persone, anzi ne servirebbere ancora di km di strada! Avrei voluto vedere gli studenti che contavano le auto, o le guardie vedere le gare di velocità… solo fantasie! Da giugno a settembre inoltre nei week-end ci sono un’infinità di “cittadini privilegiati” che vengono a prendere sole e aria buona! E a chi ha investito nel ristorante? Che vi frega, tanto è solo una famiglia! Siamo disponibili ad essere pagati per stare a casa se proprio questa strada vi sta sullo stomaco.
(mr)
Bravo Malvolti
Complimenti, Armido, hai chiaramente espresso quel che serve alla montagna. Concordo su tutto, saluti.
(Fabio Leoncelli)
C’è chi si arricchisce con la vostra ingenuità
Nessuno capisce che questa è una “strada” costruita per bieca demagogia politica, che serve solo ad arricchire chi cava ghiaia e “company” (sia quando hanno fatto i lavori per costruirla che per i continui ripristini) e non serve a risolvere i problemi della popolazione dell’alto Appennino???!!! Lo sanno tutti che si possono contare sulle dita di una mano gli abitanti dell’alto Appennino che usufruiscono quotidianamente di tale infrastruttura (per andare a lavorare a Fora di Cavola o a Sassuolo). E tutti sanno benissimo che non è cambiato niente con la realizzazione della pista (non è aumentato il turismo, non è aumentata la popolazione residente, non è aumentato il lavoro, le opportunità, non è aumentata la comodità ai servizi quali scuole, ospedali, ecc.; non è cambiato assolutamente niente, se non il naturale ed inesorabile peggioramento). Mi stupisco dell’ingenuità (se non peggio) dei montanari, che in una pista riescono a rinsaldare l’orgoglio collettivo ormai perso. Non altrettanto mi stupisco dei nostri politici, che di questa “ingenuità” si approffittano per mantenere il loro potere. Sono d’accordo con Umberto, le opere pubbliche vanno fatte se utili. Questa è veramente inutile. Assomiglia alle molte strade costruite al sud (di cui tutti noi ci scandalizziamo) che sono servite ad arricchire qualcuno, mentre il grosso della popolazione rimane nella m…
(Federico)
P.S. – Sono d’accordo: l’idea della @Cparkway#C è veramente un’asinata.
Bravo Armido!
L’ho già fatto con un sms a suo figlio, ma credo sia giusto farlo anche pubblicamente, a costo di sentirmi rimproverare un domani che ero d’accordo con uno di sinistra… Qualcuno fonda un partito, credendo quasi di avere così il monopolio dei “VALORI”… Si sbaglia! Qui in montagna come vedete ci sono molti VALORI TRASVERSALI: largamente condivisi anche da persone che si trovano politicamente su sponde contrapposte!
(Umberto Gianferrari)
Condivido
Vorrei anch’io condividere quanto sopra scritto da diverse angolature a favore della viabilità di fondovalle e della Gatta-Pianello in specifico. L’intervento di Malvolti mi pare l’espressione più organica di un pensiero relativo alla viabilità di montagna che condivido pienamente.
(Claudio Bucci)
Per Federico
Senza polemica. Non capisco perchè per te Appennino debba essere solo “alto”?! Castelnovo non è alto abbastanza per usufruire di una via o pista che dir si voglia? Perchè i castelnovesi la difenderebbero se non fosse a loro utile? Non bastano 750 metri di altitudine? E Sologno? E Poiano, ecc… Se fosse la pista Gatta-Collagna potremmo valutare quanti di Cerreto Alpi la percorrerebbero; in caso contrario, se là non arriva, perchè mai dovrebbero imboccarla?! Il mio amico Rivoli di Collagna se fosse diretto a Cavola sarebbe davvero sciocco a scendere da Castelnovo a Bondolo lungo una via che pare un serpente da tanti tornanti contiene! Una strada ha senso solo se risolve i problemi dell’alto Appennino? La nuova variante di Felina forse li risolve?
(Umberto Gianferrari)
Sig. Becchi, ma lei lo sa che strade portano benessere… o dobbiamo rimanere ai tempi del medioevo…
(Paolo Casoni)
Per Paolo Casoni
L’affermazione che le strade portano benessere è una bufala. Semmai il miglioramento delle strade può portare benefici.
Saluti.
(Mattia Rontevroli)
Forse tra vent’anni
Inviterei i nostri cari amministratori a farsi un giro in Trentino o in Alto Adige, dove si ha cura dell’ambiente, a vedere come loro spendono i soldi nella viabilità e come le strade vengono fatte vicino ai fiumi e vengono fatte bene (vedere la strada che da Bolzano nord va a Ortisei). Ma forse tra vent’anni ci arriviamo anche noi.
(Lorenzo Fabbiani)