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Alla scuola di testimoni scomodi

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Oggi, piovosa domenica di inizio estate, si è tenuto a Cervarezza l'incontro con mons. Luigi Bettazzi, vescovo emerito di Ivrea ed ex presidente di Pax Christi, e con padre Rutilio Sanchez, direttore della Caritas diocesana di San Salvador ai tempi del vescovo martire Oscar Romero. La giornata, organizzata dai gruppi missionari della montagna, dal vicariato S. Maria Maddalena, dal C.M.D. e dal punto Pax Christi di Reggio Emilia, ha visto la partecipazione di numerose persone, salite a Cervarezza soprattutto per ascoltare le parole di due ministri della Chiesa impegnati sul fronte evangelico della promozione della pace e della giustizia.
Monsignor Bettazzi ha ricordato la figura di don Tonino Bello, suo successore alla guida di Pax Christi e grande profeta di pace per la Chiesa. Nell'Associazione e nella sua azione pastorale don Tonino è stato sempre dalla parte dei poveri, dei senza casa, degli immigrati, degli ultimi. Costruttore infaticabile di pace, ha compiuto fermi gesti di riconciliazione (come l'azione di pace a Sarajevo durante la guerra) e ha sempre richiamato la Chesa al dovere evangelico di seminare misericordia, perdono e difesa non violenta della vita. Dalle parole dense di amicizia di mons. Bettazzi è emerso il profilo di un profeta per il nuovo millennio, uomo di Dio che ha conosciuto il patire.
Altrettanto grande la figura di Oscar Romero fatta rivivere dalle parole di padre Rutilio, sacerdote salvadoregno che ha raccontato della trasformazione del suo vescovo: da rigido conservatore a rivoluzionario in nome del suo popolo. Una parabola umana, quella del vescovo Romero, simile a quella di Paolo di Tarso. A San Paolo si aprirono gli occhi per finalmente vedere e a Romero vescovo apparve gradualmente la verità sulla condizione del suo popolo. Supportato dal suo indomito carattere intraprese la strada che lo condusse prima nelle baracche della sua gente, poi a parlare dall'altare poi a morire davanti a quell'altare colpito a morte dai sicari inviati dal potere. Martiri e testimoni di un mondo possibile, don Tonino e Oscar Romero, in cui i soldi non hanno la meglio sulla giustizia.
Tanti giovani hanno preso parte all'incontro e sicuramente ne hanno tratto nuova linfa per il loro impegno di volontariato.