Riprendiamo dal settimanale parrocchiale di Vetto Camminando... il discorso pronunciato dal vescovo di Reggio Emilia-Guastalla, mons. Adriano Caprioli, lo scorso 8 dicembre in occasione delle cresime ai ragazzi di quella parrocchia.
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Ritorno volentieri qui a Vetto, a un anno dalla Visita pastorale, per celebrare con voi questa bella festa dedicata a Maria. “Tutta bella sei, o Maria, e in te non c’è alcuna macchia dell’antica colpa”. Così la liturgia da tempi lontani canta in onore di Maria Immacolata. Al centro di queste lodi c’è la bellezza di Maria già presente nelle parole dell’Angelo, quando si rivolge alla giovane di Nazaret con l’appellativo di kekaritomene, che si potrebbe tradurre con “bellissima”. In che senso era bella Maria? Che cosa dice il Vangelo (Lc 1,26-38)?
La bellezza di Maria
Il Vangelo non dice nulla del volto e del corpo di Maria; tuttavia, c’è da credere che non fosse solo spiritualmente, ma anche umanamente bella. Don Tonino Bello, l’indimenticabile vescovo di Molfetta, ne era talmente sicuro che in un suo libro le ha dedicato un capitolo con il titolo “Donna bellissima”, e ha iniziato una preghiera con queste parole: “Santa Maria, donna bellissima, attraverso te vogliamo ringraziare il Signore per il mistero della bellezza”.
La bellezza di Maria rimanda infatti alla bellezza di Dio. Noi a Dio siamo soliti attribuire appellativi diversi, ma forse trascuriamo quello che dovrebbe ricapitolare tutti gli altri. “Che bello!”, diciamo quando siamo conquistati dal fascino di un’immagine o da un’esperienza così emozionante che non sappiamo trovare altre parole. Perché la bellezza riassume gli altri appellativi di Dio?
Dio è bellezza, perché è Amore che si dona gratuitamente e predilige chi è povero, umile, nascosto. Dio è bellezza, perché ama creare e poi ricreare, rinnovare e gioire, e restituire la vita quando sembrava soffocata. Dio è bellezza, perché ha amato fino alla fine, e dalla croce ha rivolto il suo sguardo di amore gratuito sia alla Madre — la tutta bella mai sfiorata da colpa —, sia al ladrone crocifisso accanto a lui, che riconosce la sua colpa. Ho letto che un giorno, una bambina ritornata a casa da scuola, mentre la mamma stava preparando il pranzo in cucina, si mette al tavolo, estrae il suo quaderno di disegni, le matite colorate, e dice alla mamma: “Mamma, voglio disegnare Dio!… Ma, com’è Dio?”. La mamma, sorpresa di questa domanda, dopo un attimo di silenzio cerca di dare qualche risposta: “Mah, Dio è grande, Dio è buono, Dio è padre, amore, gioia… insomma Dio è la cosa più bella che ci sia!”. E la bambina, chiudendo il quaderno di disegno, con aria scoraggiata dice: “Mamma, non voglio più disegnare Dio… ho paura di sciuparlo!”.
Viviamo tempi brutti
Abbiamo bisogno di celebrare e cantare la bellezza di Maria, immagine della bellezza che è Dio nel suo Amore, soprattutto oggi in cui sembra che a dominare sia la categoria del brutto. Il brutto — si sa — è ciò che volgare, indecente, scomposto. Viviamo tempi brutti perché il brutto trionfa nel linguaggio, nei dibattiti televisivi, negli spettacoli, nei comportamenti arroganti della gente che ignora il rispetto dell’altro, nei piani urbanistici che non valorizzano i tradizionali luoghi di aggregazione esistenti. C’è un imbruttimento generale che, come diceva già l’indimenticato p. David Maria Turoldo, è principio di abbrutimento.
Qualcuno potrebbe dire: che cosa c’entra questo discorso con l’Immacolata Concezione? C’entra, e come! Dopo quello che abbiamo detto sulla bellezza di Maria come immagine della bellezza di Dio nel suo Amore, bisogna dire che il brutto è ciò che offende Dio nella sua bellezza: è una sorta di “eresia teologica” diffusa a livello di vita quotidiana, è una forma di “ateismo strisciante”, vissuto forse in modo inconsapevole, che però offusca l’immagine di Dio nella sue creature: ad es. quando la donna è ridotta a oggetto di consumo, e il mondo giovanile a “consumatore” di vestiti, di divertimenti, di eventi. Guadagnandoci anche sopra!
Ma serve tutto questo a far crescere un giovane, a farlo sentire più responsabile? Non possiamo stare a guardare, come comunità cristiana e come famiglie preoccupate della educazione, cioè della offerta di un concreto progetto di vita, ispirato a determinati valori — compresi quelli religiosi — e capace di far crescere la responsabilità di un giovane. È il momento di reagire. Come? Arriverà il giorno in cui festeggeremo Maria Immacolata con le “campane a morto”, come protesta di una comunità che denuncia l’osceno e il vilipendio del sentimento religioso consumato la sera prima in qualche locale notturno (avvenne così in un locale di Reggio un paio d’anni fa).
F.M. Dostoevskij diceva che solo “la bellezza salverà il mondo” e aggiungeva: “L’umanità può fare a meno degli inglesi, dei tedeschi e dei russi — oggi direbbe dei Paesi consumatori —, ma senza la bellezza non ci sarà più niente da fare in questo mondo”. Se è vero che il nostro mondo ha bisogno di trasfusioni di bellezza per essere salvato, allora Maria, la donna bellissima, ci può aiutare a ritrovare qualcosa della bellezza perduta. A incominciare dalla famiglia che riscopre la bellezza della domenica: giorno del Signore, ma anche giorno di riposo e di sana vita familiare, che invece i supermercati sempre aperti ci stanno derubando!
Credere è bello!
Vedo qui davanti a me un bel gruppo di giovanissimi che tra poco riceveranno la Cresima. Vi ringrazio di essere qui davanti a tutti, davanti al Vescovo che tra poco ad uno ad uno vi chiamerà per nome, come ha fatto l’Angelo con Maria, e a ciascuno farà un bel segno di croce sulla fronte con il crisma, e vi dirà: “Ricevi il sigillo dello Spirito Santo che ti è dato in dono. AMEN.” E poi con un gesto di amicizia, un segno di pace vi dirà: “Il Signore sia con te. E CON IL TUO SPIRITO”.
Sì, il Signore è con te! Il Signore è con te, oggi, che sei qui davanti a tutti a fare festa insieme con i tuoi amici, i tuoi catechisti ed educatori, il tuo Don e tutta la comunità dei credenti. Così credere è bello! È l’invito che più volte Giovanni Paolo II, il Papa delle Giornate Mondiali della Gioventù, ha rivolto ai giovani. Ricordo spesso l’invito che egli fece nel 2004, quando il tema della GMG era Vogliamo vedere Gesù — vorrei che queste belle parole del Vangelo diventassero oggi la vostra preghiera! — e diceva: “Volete anche voi, cari giovani, contemplare la bellezza di questo volto? Ecco la domanda che vi rivolgo in questa Giornata mondiale della gioventù. Non rispondete troppo in fretta. Innanzitutto fate dentro di voi il silenzio… Il Cristianesimo non è semplicemente una dottrina; è un incontro di fede con Dio fattosi presente nella nostra storia con l’Incarnazione di Gesù… E non dimenticate di cercare il Cristo e di riconoscere la sua presenza nella Chiesa”.
(+ Adriano Vescovo)