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Come conciliare qualità del lavoro e qualità della vita?

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Conciliare qualità del lavoro e qualità della vita. Prende le mosse da questo obiettivo il percorso di formazione avviato da Confcooperative e Irecoop, orientato a far crescere specifiche competenze, all’interno delle imprese, in grado di progettare quel “benessere organizzativo” che nasce dall’equilibrio tra vita privata e lavoro, produttività e soddisfazione dei lavoratori.

Riservato esclusivamente a donne (le figure da formare si riferiscono infatti a “Promotrice aziendale per le politiche di genere”), il progetto è orientato a formare figure in grado di favorire un generale benessere aziendale, puntando però in modo particolare sulla creazione di condizioni di maggiore equilibrio tra vita e lavoro per le donne, perché – spiega Antonella Albertini, responsabile delle politiche di genere Comitato per l’imprenditoria femminile di Confcooperative – “spesso è proprio la figura femminile che incontra i maggiori problemi nella conciliazione dei bisogni individuali e familiari con quelli legati alle attività delle imprese”.

“Questo vale, a maggior ragione, a fronte di un’occupazione femminile che tra il 2002 e il 2006 è aumentata del 14,6% nella nostra provincia, portando il tasso di occupazione delle donne oltre la soglia del 60% e raggiungendo così con larghissimo anticipo l’obiettivo fissato per il 2010 nell’ambito degli accordi europei; parallelamente, però – spiega sempre Antonella Albertini – sono fortemente cresciuti i contratti di lavoro part-time, e da un’indagine condotta nel 2007 a livello regionale risulta che in oltre il 70% dei casi questa scelta è legata alla cura dei figli o di altri familiari, mentre il poter disporre di più tempo libero incide solo per il 15%”.

“E’ quindi del tutto evidente – secondo l’esponente di Confcooperative - la necessità di sviluppare e attivare strategie di conciliazione che favoriscano la presenza e la permanenza delle donne sul mercato del lavoro, senza dover ricorrere esclusivamente al part-time, come fosse l’unica soluzione praticabile per le donne che intendono svolgere un lavoro e nel contempo occuparsi della propria famiglia e delle proprie responsabilità personali”.

“Sono molte – prosegue l'Albertini – le buone prassi che si possono individuare e adottare per superare questi problemi, ma è importante saperle progettare sulla base di competenze in grado di tenere conto sia delle esigenze dei lavoratori che delle aziende, e soprattutto avendo presente il fatto che, come dimostrano le più recenti indagini, da questo equilibrio nascono benefici per entrambi i soggetti”. “Proprio questi studi – osserva l’esponente di Confcooperative – hanno infatti rilevato che, laddove si sono adottate buone pratiche che incidono sull’equilibrio vita-lavoro, si registra la presenza di lavoratori più soddisfatti e motivati, l’aumento della produttività, minore turn over e minore assenteismo, maggiore fedeltà aziendale, diminuzione della conflittualità, maggiore benessere aziendale”.

“Si tratta di risultati - conclude Antonella Albertini – che per la sua stessa natura la cooperazione è la prima a dover perseguire, avendo a riferimento, nei suoi principi fondativi, proprio la persona e i suoi bisogni”.

L’iniziativa di formazione di Confcooperative e Irecoop si avvale della collaborazione e del contributo della Provincia di Reggio Emilia.

Per info e iscrizioni: Irecoop Reggio Emilia, largo Marco Gerra, 1, tel. 0522 546333, dott.ssa Cecilia Franchi, mail: [email protected]