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“Per il crinale: recuperare, consolidare, rafforzare”

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Un gruppo di consiglieri di opposizione della Comunità montana dell'Appennino reggiano ha scritto alla presidente Nilde Montemerli.

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Come da più parti si va sostenendo - e ne abbiamo avuto purtroppo conferma da quanto successo nell’anno corrente in tema di posti di lavoro - la questione occupazionale, vista anche nelle sue prospettive, rappresenta una criticità per il nostro territorio, che pure non manca di punti di forza.

Una criticità che riguarda soprattutto l’area del crinale, ma che investe nondimeno altri ambiti del nostro comprensorio. Si dice infatti, e non senza ragione, che il futuro del capoluogo montano e quello dei comuni limitrofi (tra cui appunto quelli del crinale) siano tra loro strettamente connessi, posto che vi è un reciproco sostegno. Basti pensare al campo dei servizi a valenza comprensoriale (espedale, scuole superiori… ).

C’è dunque bisogno che le diverse zone del nostro territorio riescano a contenere e possibilmente ad invertire la tendenza allo spopolamento cui abbiamo assistito per tanti anni e, onde evitare che famiglie e giovani abbiano a trasferirsi altrove, ovvero per indurli a ritornare, occorre fare in modo che possano trovare quivi occasioni di lavoro o che possano raggiungere il posto di lavoro in tempi compatibili col risiedere in montagna.

Consolidamento e rafforzamento, anche numerico, delle comunità locali, sono poi il normale e logico presupposto per il recupero di attività e mestieri che sono andati via via perdendosi, e al cui abbandono ha certamente concorso la progressiva diminuzione dei possibili utenti (conseguenza appunto dello spopolamento di cui ha sofferto, in particolare, l’alto Appennino).

Sarebbe anche un modo per rinsaldare la cosiddetta economia reale, che per unanime ammissione rappresenta il primo riparo contro le crisi finanziarie e contro quegli effetti della globalizzazione che non riescono a convincerci, e che anzi ci preoccupano.

Un tempo tutti i borghi della nostra montagna erano intensamente abitati e questo succedeva nel totale rispetto della natura circostante. Ciò sta inequivocabilmente a dirci che presenza dell’uomo e salvaguardia dell’ambiente non sono fattori obbligatoriamente antitetici; e noi dovremmo cercare di ricostruire quelle condizioni, pur se in forma “modernizzata”, avendosi da tener conto che gli odierni stili di vita hanno esigenze ben diverse dal passato.

Le interrelazioni con le altre aree della provincia devono poi rendersi sempre più organiche, anche perché la montagna deve poter contare sulla loro solidarietà e sussidiarietà, atteso che le sue eccellenze ambientali, e la sua ricchezza di tradizioni, vanno a costituire un patrimonio comune. La fase di stagnazione di cui, a detta degli esperti, pure la nostra economia provinciale sta attualmente soffrendo, può forse rallentare questo processo ma la progettualità non dovrebbe comunque arrestarsi, proprio per prepararci al futuro, anche quello più prossimo.

In tale quadro assume un valore per così dire strategico il sistema della mobilità-viabilità, sviluppato sui tre assi verticali nord-sud, di cui i due laterali lungo le valli dell’Enza e Secchia, giusto al fine di servire l’intera area montana e collegarla con i distretti a valle.

Non a caso vi sono rilevazioni piuttosto recenti che tra gli interventi prioritari collocano il tema “trasporti e viabilità” nell’ottica di intensificare le sinergie con gli altri ambiti produttivi.

C’è invece chi privilegia le infrastrutture immateriali, e guarda soprattutto allo sfruttamento delle risorse locali, anche ai fini turistici. Sembra avere cioè una visione più “autarchica” quanto al modello di sviluppo da perseguire.

Noi non siamo di certo contrari a questa seconda linea di pensiero, anche perché è da tempo che andiamo sollevando il problema della nostra agricoltura, unitamente a quello della progressiva dismissione dei coltivi, ma crediamo pure nella diversificazione della nostra economia, anche per renderla meno esposta e fragile di fronte agli stati di crisi che possono colpire i singoli settori.

C’è poi tutta la fascia del pendolarismo, che non può essere sottovalutata, e che è destinata in larga misura a perdurare posto che, anche nelle più rosee previsioni, è abbastanza irrealistico pensare che possa essere totalmente riassorbita dal mercato del lavoro locale.

Assumono pertanto rilievo anche le strutture materiali, tra cui rientra appunto il sistema viario. Come abbiamo più volte sostenuto, noi non diamo alle strade valore assoluto, ma le consideriamo uno strumento al servizio delle comunità, e come tale da realizzare solo laddove servono e osservando le compatibilità ambientali (diversamente le comunità ne otterrebbero l’effetto opposto). Parimenti, non vanno contrastate in maniera pregiudiziale.

Proposta

Con questa ottica, e con questo spirito, ci sembra condivisibile la posizione di chi vorrebbe che il PTCP lasciasse aperta l’ipotesi di studiare ulteriori interventi lungo talune direttrici viarie, vedi il prolungamento della fondovalle Secchia, fatte naturalmente salve le ragioni ambientali. Il che ci porta ad avanzare la proposta di un ordine del giorno in proposito, che alleghiamo in calce alle presenti righe, chiedendo alla S.V. che venga iscritto come mozione all’o.d.g del prossimo Consiglio comunitario, ai sensi del vigente regolamento dell’Ente.

(I consiglieri Bolognesi, Friggeri, Bigoi, Morani, Moncignoli, Franchi, Cagni, Rivoli, Zobbi e Cavandoli)

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Ordine del giorno su viabilità-mobilità della montagna

Il Consiglio della Comunità montana dell’Appennino reggiano

CONSIDERATA

la necessità di sostenere e rilanciare il tessuto economico del nostro territorio, anche come forma di tenuta e consolidamento delle comunità locali

CONSIDERATO

lo stato di criticità in cui versano, per unanime ammissione, diversi segmenti della rete viaria montana

PRESO ALTRESI’ ATTO

dei pronunciamenti espressi, anche di recente, da più di un corpo sociale, che collocano tra gli interventi prioritari per l’ambito montano quelli riguardanti il sistema della viabilità-mobilità

RITENENDO

che i tre assi viari a direzione verticale, quali corridoi strategici che collegano la nostra montagna con gli altri distretti produttivi della provincia, devono essere resi quanto più agevolmente percorribili, fino all’area del crinale, onde agevolare le reciproche sinergie e favorire così la stabilizzazione socio-economica dell’intero territorio montano

IMPEGNA

la giunta della Comunità Montana

a porre in essere tutte le iniziative nei confronti della Provincia di Reggio Emilia affinché la programmazione territoriale PTCP preveda la possibilità di studiare, in tempi certi, ulteriori ipotesi di intervento relativamente ai tre assi viari in parola, per tutto il loro percorso, al fine di migliorarne quanto più possibile condizioni e tempi di percorrenza, nell’ovvio rispetto delle compatibilità ambientali. In tale studio progettuale va pure incluso l’eventuale prolungamento della fondovalle Secchia.

18 COMMENTS

  1. Condivisione
    Esprimo senza alcuna fatica la mia piena condivisione della lettera da voi inviata alla presidente della Comunità montana, in quanto sostengo, da alcuni decenni, le posizioni da voi ben espresse in particolare sul “sistema della mobilità-viabilità sviluppato sui tre assi verticali nord-sud” e penso in particolare al completamento in alta val d’Enza ed in alta val Secchia. Ricordando che i due primi stralci da parte della Provincia sono stati realizzati.
    Inviterei quindi anche a qualche forma di pressione indirizzata all’Anas, e per essa al ministro competente, per segnalare che la SS 63 (unica strada statale nord-sud della nostra provincia), su progettazione del Bolognini nel 1783, fu all’epoca realizzata dal Duca di Modena e nel tratto a sud di Castelnovo ne’ Monti fino a Fivizzano resta sostanzialmente quello di ormai tre secoli fa: meriterebbe di essere ammodernata secondo le esigenze dei contemporanei.

    (Claudio Bucci)

  2. Nulla di nuovo sul fronte occidentale
    Mentre in America si svolge un evento storico con l’elezione di Obama a presidente, vedo che nei dintorni di casa nostra non ci si schioda dai vecchi modi di fare politica e di intendere lo sviluppo. Il male di tutto è la viabilità. Nello specifico la prosecuzione della fondovalle Secchia. Mi pare di averne già sentito parlare… Anche i 3000 cassintegrati nei comparti dell’industria reggiana forse dipendono da quello? Cerchiamo di fare uno sforzo.

    (Luciano Correggi)

  3. Nulla di nuovo sul fronte orientale…pardon “ex-orientale”
    Leggo senza alcuno stupore il commento del presidente del G.A.L, assessore della Comunità montana nonchè consigliere ed ex-sindaco di Busana Correggi. Chi ha sempre votato contro una migliore viabilità in montagna, essendone amministratore, e non si è mai reso conto che il mancato sviluppo del crinale è dovuto in gran parte (non solo ma in gran parte di sicuro!) alla mancanza di una viabilità decente, continua ad esprimersi in tal senso. Guarda caso nella zona industriale di Fora di Cavola, dove la fondovalle c’è ed è scorrevole, i cassintegrati non ci sono… Cerchiamo di fare non uno sforzo, ma un atto di buonsenso…
    Cordialmente.

    (Riccardo Bigoi, Ligonchio)

  4. Siamo favorevoli o siamo contrari allo sviluppo del crinale?
    Leggo con molta attenzione che il sig.re LUCIANO CORREGGI giudica inutile quanto i consiglieri di opposizione della Comunità montana hanno inteso proporre come mozione sul tema sviluppo e viabilità nel territorito montano. Se il sig.re CORREGGI LUCIANO è la medesima persona che riveste l’incarico di presidente del GAL, assessore in Comunità montana alle attività produttive ed è pure consigliere comunale nel comune di Busana, io consiglierei molta prudenza ed attenzione prima di rilasciare dichiarazioni farneticanti e mancanti di rispetto delle istituzioni e per chi in montagna abita e vive. Si può tuttavia rilevare che se così stanno le cose e se la persona che scrive è quella identificata e conosciuta, la sua posizione in qualità di assessore alla Comunità montana è già stata espressa politicamente. A fronte di cio è indispensabile che la presidenza della Comunità montana esprima la sua posizione a conferma o a smentita di quanto affermato dall’assessore dell’ente.
    Al sig. Correggi Luciano se è consigliere comunale a Busana credo vada ricordato che il Consiglio comunale, su proposta della minoranza, ha approvato nei mesi scorsi un documento che riafferma le valutazioni e gli impegni che vengono richiamati nella mozione presentata in Comunità montana. Non ricordo se il Sig. Correggi Luciano era presente, perchè le sue assenze dal Consiglio comunale sono frequenti, ma se era presente forse d…… o era distratto… Chiedo scusa al Sig.re Luciano Correggi se persona diversa da quella identificata, a discolpa dichiaro la mia disponibiltà ad incontrarlo. A LUCIANO CORREGGI assessore credo vada chiarito che la sede di confronto per discutere una mozione e quella istituzionale. In quella sede, glielo posso garantire, impedirò che sulla vicenda sviluppo e viabilità in montagna si facciano promesse elettorali false e inutili ed assieme a ciò mi impegnerò con tutte le mie forze e così, sono certo, farà tutta la componente della opposizione, perchè siano chiari e definiti i tempi di accoglimento della nostra richiesta e certi i tempi di realizzazione delle opere di viabilità di cui la nostra montagna abbisogna.

    (Marino Friggeri, capogruppo Udc Comunità montana)

  5. Obama, appunto
    Obama, appunto! Aria nuova, facce nuove, politica nuova. Chi scrive è simpatizzante di sinistra e lì vota, turandosi il naso ogni volta e chiedendosi quando anche noi poveri italiani (e soprattutto montanari)avremo anche noi il nostro Obama, piccolo o grande che sia, ma che ci faccia sognare di poter cambiare la politica e di avere veramente rappresentanti eletti dal popolo per il popolo… e invece ci dobbiamo tenere pseudopoliticanti stantii e ammuffiti, col sedere incollato alla poltrona, che pensano che le strade non servano a nulla, tanto i pendolari hanno le ali o lo smaterializzatore alla @CStar Trek#C per recarsi sul posto di lavoro, tanto le attività produttive non hanno bisogno di abbattere i costi di trasporto ed eliminare le difficoltà logistiche per essere concorrenziali, tanto i turisti amano sorbirsi tragitti transoceanici su strade tortuose e sconnesse per raggiungere località fatalmente sprovviste di strutture ricettive… O forse il problema è solo che loro per tenere il sederone sulla poltrona non hanno proprio bisogno di muoversi, a che servono a loro le strade!!! Correggi, si svegli! Obama è quanto di più lontano ci sia da lei e da quelli della sua specie.
    Mi creda.

    (Commento firmato)

  6. Guardare il dito o la luna?
    Non ci sono problemi di omonimia, sono proprio io. Evidentemente sottolineare che occorre tenere in considerazione tutti i fattori, positivi e negativi, inerenti lo sviluppo della montagna è considerata una colpa da parte di qualcuno. Non voglio fare riferimento alla Conferenza economica perchè qualcuno direbbe che è di parte, ma nell’indagine svolta da Concooperative e Confindustria si evidenzia la complessità delle problematiche dello sviluppo e si delineano, così come nella predetta Conferenza economica, proposte di progetti concreti e fattibili, fra cui anche, ma non solo, lo sviluppo delle infrastrutture. Ma il problema delle infrastrutture oltretutto c’è solo in montagna?
    Ora vediamo di sfatare un mito. Il sottoscritto non ha mai detto di essere contrario allo sviluppo della viabilità. Proprio in tal senso penso di essere stato sempre molto chiaro nell’indicare soluzioni e priorità che identifico nell’ammodernamento della SS63 sino al crinale e nei suoi collegamenti est-ovest. Penso ad una strada moderna, sicura, veloce e soprattutto “sociale”, che tenga insieme i paesi e possa essere utilizzata dalle imprese per gli scambi commerciali ma anche dai ragazzi che vanno a scuola e dalle persone che hanno bisogno dell’ospedale di Castelnovo ne’ Monti. Penso come indispensabili collegamenti efficaci alla SS63 verso il ligonchiese e il ramisetano. E qui nascono le differenze di pensiero nei confronti di alcune proposte. Per quanto riguarda Ligonchio, ho proposto e sostenuto più volte, anche in sede di Conferenza economica, la necessità e priorità di radicale ammodernamento delle strade provinciali Ligonchio-Busana, per il collegamento con SS63 a sud e Ligonchio-Pianello per il collegamento con l’area delle ceramiche. Il mio personale dissenso, tra l’altro conosciuto e motivato, riguarda la prosecuzione della Gatta-Pianello, facendo però concrete proposte alternative. Per Ramiseto e le tratte della SS63 completa sintonia con la programmazione illustrata dalla Provincia, cui va il plauso per aver dato risposte concrete al tema delle infrastrutture. Come si vede quindi la mia abitudine è quella di essere concreto e schietto e portare a compimento processi fattibili. Per questo, soprattutto nella complessità della presente situazione economica, occorre cercare di ragionare a tutto campo. La fondovalle Secchia sino alla Gatta è sicuramente un’opera importante per il nostro territorio, ma non ha impedito la chiusura di importanti stabilimenti produttivi a Cerredolo e a Cavola. Purtroppo costruire soluzioni è più difficile che fare demagogia.
    Per quanto riguarda il rinnovamento della classe politica da parte mia porte aperte. E’ sicuramente un’esigenza che mi auguro si compia nella prossima tornata elettorale.

    (Luciano Correggi)

  7. Davvero cerchiamo di fare uno sforzo, culturale innanzitutto
    Condivido appieno lo spirito e i contenuti del commento di Luciano Correggi, che non ho il piacere di conoscere personalmente. La supposta credenza che il “male di tutto” per lo sviluppo della nostra montagna stia nella viabilità, dimostra la carenza di obiettivi sociali (non di quelli politici) e di conoscenza di ciò che accade nel mondo grande che purtroppo ancora ingombra ogni tentativo di dibattito serio e davvero partecipato. E’ una via semplice e demagogica, utile a nascondere la pochezza degli obiettivi perseguiti. Una classe politica moderna e attenta dovrebbe viceversa tendere a nuovi valori sociali, riparametrando gli obiettivi di qualità della vita su modelli di sviluppo sostenibile. Sostenibile sui valori fondanti dell’umanità (la vita) e non sui valori di carta della finanza di carta (in questo periodo abbastanza “straccia”). Non è di quella mobilità che si ha bisogno.
    Cordialmente.

    (Mauro Chiesi, speleologo)

  8. Precisazione
    Chiedo una cortese precisazione al Sig. Mauro Chiesi: lei dove abita? Io a Ghiardello di San Bartolomeo, 10 km da Reggio Emilia, e non certamente perchè mi piaccia più del mio paese natio, Ligonchio, ma semplicemente perchè in crinale le possibilità lavorative sono quasi nulle!
    Lo “sviluppo sostenibile” (termine del quale molti fanno uso ma spesso privo di connotazioni pratiche… ) deve essere a disposizione di chi viene a svagarsi in montagna il sabato e la domenica oppure anche per i “poveri” residenti del crinale, magari provando ad incentivare un ritorno dei giovani ad abitare in montagna?
    Io faccio l’amministratore come consigliere a Ligonchio da quattro anni, così come Friggeri a Busana: se lei ha idee così innovative e CONCRETAMENTE REALIZZABILI (servono i soldi della finanza di carta, purtroppo i beni ed i servizi si pagano… e non con gli ideali, seppur nobili) saremmo felici di ascoltarle e di adoperarci al fine di realizzarle.
    Buona giornata a tutti.

    (Riccardo Bigoi, Ligonchio)

  9. Altimetrie
    Egregio Sig. Bigoi, temo che la redazione di questo importante e corretto strumento di informazione non accetti commenti tipici di un blog. Ma tant’è, la sua richiesta di precisazione è così cortese che non posso esimermi dal rispondere, per chiarezza e correttezza. Quest’anno corre il XXV compleanno di una manifestazione pubblica, con tanto di piccolo corteo, organizzata dall’allora coordinamento delle associazioni ambientaliste e protezionistiche reggiane, compreso un gruppetto di giovani di Villa Minozzo. Fu un evento epocale, credo, non solo per la nostra montagna. Uno degli slogan educatamente esposti – non urlati – era, lo ricordo bene, “più parchi, meno porci” e intendevamo più aree di sviluppo protetto dell’ambiente e meno maiali a quattro zampe, coi freni, senza depurazione e senza sostenibilità territoriale.
    Venticinque anni fa non mi era salutare percorrere le montagne attorno ai borghi dei “gessi”; oggi viceversa qualcuno si ricorda che ero un giovane positivo e propositivo, mi accetta, mi saluta e probabilmente mi stima per quello che ho fatto e faccio per la montagna. Oggi, ad esempio, sto cercando di studiare quale sia la portata – con evidenti ricadute in termini di protezione civile – del fenomeno di diapirismo in atto sulla struttura dei gessi triassici. Parliamo di sismica locale, se non vogliamo parlare di futuro delle fonti di Poiano (che esistono da “solo” 400 anni e sono un assurdo geologico, se pensiamo che in questi 4 secoli hanno disciolto un cubo di 300 m di lato di solo sale, senza però lasciare alcun “buco” nella montagna).
    Vede, Bigoi, ci sono voluti 25 anni per dare concretezza a quello che la politica di allora bollava di utopia e di contrarieta’ allo sviluppo. Oggi, a Sologno (cito un esempio che conosco bene), è possibile ospitare un corso internazionale di oltre 60 persone in alloggi integrati nel territorio; ed è quindi possibile fare una reale promozione a 360° del territorio.
    Questo per restare alla concretezza e alla realizzabilità delle idee di conservazione e sviluppo sostenibile.
    Incidentalmente, di recente, abbiamo anche individuato 3 specie nuove per la scienza nelle acque di qualche torrentello della alta Val Secchia. Una notizia probabilmente per lei ininfluente, ma certamente un arricchimento della conoscenza di un valore ambientale assolutamente unico nel panorama internazionale. Non passeranno altri 25 anni, infatti, prima che vengano a conoscerlo e a studiarlo non più 60, ma forse 600 studiosi. Nessuno si lamenterà dello stato delle strade, se quelle che già esistono verrano mantenute ad un livello appena più decente dell’attuale.
    Lasci a me la difficoltà di spiegare ad un famoso idrogeologo carsico spagnolo del perchè un sito di importanza comunitaria, le Fonti di Poiano, è stato ripetutamente sottoposto a tali manomissioni da rendersi urgenti e improcrastinabili profonde opere di restauro ambientale (il rischio contrario è il declassamento da SIC per la completa manomissione degli habitat prioritari).
    Il mio cognome, infine, tradisce una chiara discendenza dal carpinetano; eppure sono nato in Piemonte e ho vissuto mio malgrado, per un po’, nella capitale economica. Se può tranquillizare qualcuno, vivo e lavoro – sono un paesaggista libero professionista – altimetricamente più in alto di lei. E un bel chissenefrega, allora, non ce lo vogliamo mettere? Mi pare che non sia necessario alcun passaporto per circolare liberamente nella UE: forse è richiesto per potere esprimere opinioni al di sopra di una qualche quota altimetrica? Se fosse così, per cortesia, mi chiarisca dove si allacceranno le nuove arterie che ipotizzate, perchè da una certa quota in giù – se permette – per par condicio non accetterei un suo parere… E dovremmo essere nel terzo millennio. Mah!
    Cordialmente.

    (Mauro Chiesi)

  10. Caro Bigoi…
    Conosco molti giovani che hanno deciso di fare lavori difficili e poco remunerativi come l’idraulico, l’operaio, il muratore ecc. ma hanno deciso di restare a Ligonchio o al Cerreto. Conosco tante persone di Reggio e dintorni che sono venute in montagna a vivere a lavorare gestendo rifugi, piccole trattorie, negozi e si sono inventati attività come guide turistiche e tanto altro. Io stesso ho rinunciato a qualche prospettiva di carriera per crescere i miei figli all’ombra della Pietra. Lei perchè è andato a S. Bartolomeo? Forse abita in zona anche Friggeri? In montagna mancano gli imprenditori, persone che si guardino attorno senza cercare il posto fisso della ceramica. In montagna ci sono meno opportunità rispetto a S. Bartolomeo, ma il tessuto sociale è forte, ci salutiamo ancora. Personalmente, nel mio piccolo, cerco di supportare chi vuole “fare”; il vostro compito come amministratori e quindi anche Correggi (e di chi vuole far vivere la montagna), è quello di stimolare le nuove attività e mettere la vostra esperienza ad aiutare i nuovi imprenditori nel trovare credito anche economico, a valicare la burocrazia, a sfruttare le opportunità che si presentano.

    (mc)

  11. Parole sante quelle del sig. m.c.
    Parole sante!!!! Null’altro da aggiungere. Solo la speranza che giungano, nel loro significato più pieno, a tutti i “montanari”, che devono smettere di lamentarsi e chiedere agli enti pubblici di sostituirsi alla loro incapacità di intrapresa, mendicando contributi a fondo perduto o opere faraoniche che nessuno costruirà mai per mancanza di fondi. Si può vivere bene su un territorio bellissimo, basta non pretendere di usarlo come fossimo in Brianza o a Carpi. Bisogna prevedere agevolazioni, soprattutto fiscali, a chi decide di fare attività ad alto valore aggiunto o attività che valorizzano i prodotti di qualità che il territorio offre o è in grado di produrre nel rispetto della compatibilità ambientale che è il grande plus che l’Appennino può vantare! Questa è una delle cose importanti che dobbiamo chiedere agli amministratori ed ai politici. Chi vuol vivere tra smog e discoteche deve spostarsi di poche decine di km ed è accontentato.

    (L.B.)

  12. Poveri residenti a chi???
    Condivido pienamente il commento di mc e vorrei aggiungere solo una cosa: io non mi sento assolutamente una povera residente del crinale!!!! Anzi, mi sento MOLTO più ricca di chi vive a Reggio Emilia o a S. Bartolomeo!!!!!

    (Erika Farina)

  13. La concretezza
    Sì, sono discorsi molto belli, ma di zero praticità e concretezza. La viabilità migliora il territorio sotto tutti i punti di vista, turistico e imprenditoriale, e favorisce i residenti pendolari che vogliono continuare a abitare in montagna perchè l’amano e se ne sentono parte. Poi, se si parla di sprechi, non sono certo nel miglioramento delle strade, ma magari in enti inutili…

    (Lorenzo Fabbiani)

  14. Caro Fabbiani…
    Non è che abita anche lei a S. Bartolomeo? Vada sulla stada Collagna-Vaglie e dia un’occhiata alla “tangenziale” di Collagna poi guardi ciò che la circonda. Si metta a Cerredolo e dia un’occhiata in quella zona. Provi ora ad immaginare una la nuova 63 o la Pianello-Giarola. Lei mi garantisce 50 posti di lavoro? Io le garantisco la mia presenza al suo fianco. Le strade sono certamente necessarie, ma non sono, io credo, il punto di partenza per lo sviluppo della montagna. Invocare la strada equivale a sperare di vincere al Totocalcio senza giocare la schedina.

    (mc)

  15. Signor mc
    Per il signor mc. Io abito Castelnovo ne’ Monti e lavoro a Reggio Emilia e la 63 la faccio tutti i giorni. Le segnalo che anche ieri due camion hanno bloccato il traffico per 40 minuti circa: lei dove abita e dove lavora?
    Cordiali saluti.

    (Lorenzo Fabbiani)

  16. Per Fabbiani
    Abito a Castelnovo e ivi lavoro. Dopo 10 anni di pendolare a Reggio. L’argomento erano le strade verso il crinale ma lei ha portato un esempio interessante. Punto uno: con un poco di educazione uno dei due camion poteva dare la precedenza all’altro. Punto due: se si usasse educazione anche chi fa la statale ai 30 orari per turismo potrebbe rallentare e far passare chi va a Reggio per lavoro. Punto tre: come tutti lei impiegherà 30 minuti per arrivare a Puianello (30 km) e altri 30 per arrivare al posto di lavoro (diciamo 10 km) a occhio dove sarà il problema? Punto quattro: quanti pendolari come lei viaggiano in tre o quattro per macchina e magari sfruttano le leggi sulle auto di gruppo. Punto cinque: quando lavoravo a Reggio io viaggiavo con dei colleghi e se uno doveva fermarsi per uno straordinario, gli altri dovevano fare delle vasche in centro per aspettare l’amico. Le risulta che a qualcuno capiti ancora?
    Per me la qualità della vita non è proporzionale al volume del portafoglio.
    Grazie per l’assist.

    (mc)

  17. L’assit
    Sì, è vero, è stato un buon assist per dimostrare che da 10 anni a questa parte sulla viabiltà è rimasto tutto uguale; condivido la sua analisi sull’educazione stradale, però il problema è strutturale: decenni di ritardi e di decisioni non prese. Ci risentiamo tra dieci anni per vedere se è cambiato qualcosa.
    Cordiali saluti.

    (Lorenzo Fabbiani)