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Le ultime decisioni del Direttivo del parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano

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Il Consiglio direttivo del Parco Nazionale ha assunto alcune importanti decisioni nel corso della seduta del 29 ottobre. Il Direttivo. formato da dodici membri più il presidente Fausto Giovanelli, ha preso in esame alcuni atti di grande rilevanza per la futura attività dell'ente.

E' stata rideterminata la dotazione organica dell'ente, composta da tredici unità, apportando le modifiche richieste dalla legge 139/2008. Le stabilizzazioni di personale precario appena effettuate sono confermate e anzi rafforzate. I recenti decreti del Governo in materia, infatti, hanno bloccato le stabilizzazioni per il futuro, ma confermato quelle che il Parco ha già tempestivamente realizzato.

Sono stati poi approvati gli indirizzi generali del Piano per il Parco presentati dalla Cooperativa Architetti di Reggio Emilia. Il Consiglio direttivo ha convenuto sulla scelta di procedere nei modi e nei tempi più rapidi e sintetici, per potere sfruttare le opportunità del Piano di sviluppo rurale e dei fondi strutturali.

E' stata approvata la convenzione con la Comunità Montana reggiana che trasferisce al Parco la gestione di importanti beni demaniali come l'Abetina Reale, il Rifugio Rio RE, il vivaio di Febbio; oltre a questo è stata avviata la procedura per il passaggio al Parco nazionale di altri beni come il Centro per il turismo rurale di Cecciola, la corte di Gazzolo, il mulino di Cerreto Alpi e il Rifugio Città di Sarzana.

Il direttore dr. Giuseppe Vignali commenta così l'esito della riunione di mercoledì: "Stiamo proseguendo rapidamente nella costruzione degli elementi essenziali del Parco. Redigeremo un piano e un regolamento in tempi record. Si è deciso di adottare poche regole semplici che, di fatto, sono il risultato di quelle già esistenti, e di tenere, come previsto dalla legge, in grande considerazione le consuetudini e gli usi locali.

Per quel che riguarda i beni che avremo in gestione -conclude il direttore- stiamo già attivando azioni di miglioramento sia delle strutture sia delle gestioni".

4 COMMENTS

  1. Non siamo tutti uguali!
    Sarebbe interessante sapere in che modo sono stati assunti i “Tredici”. Erano precari? In che modo si diventa precari? Con incarichi di sei mesi in sei mesi o di anno in anno? E in che modo sono stati affidati gli incarichi a tempo determinato? Sono forse stati fatti concorsi aperti a tutti? Chi era a conoscenza di possibili incarichi? Comunque ora è vero che queste persone saranno assunte a tempo indeterminato senza concorso? Nel settore pubblico è quindi possibile entrare senza concorsi con bandi pubblici a disposizione di tutti? Se questa è democrazia e non… qualcuno lo spieghi. Complimenti comunque, e buon lavoro ai nuovi assunti; speriamo di vedere qualcuno che si occupi di territorio, servono pulizie dei sentieri, dei boschi, manutenzione di manufatti interni al Parco, rimozione di filo spinato in prossimità di pinete, rimozione delle tabelle del perimetro del Pn affisse ad alberi con chiodi, rimozione di pietre sui sentieri derivanti dai muretti a secco demoliti dai cinghiali (i muretti a secco sono una delle poche testimonianze delle usanze e della gestione del territorio montano dei nostri predecessori). Sono certo che di tutto questo non si vedrà nulla, solo feste e pubblicazioni sulla scia del sepolto Parco del Gigante. Dimenticavo però che la gestione del territorio da parte del Parco del Gigante ha prodotto nei quindici anni trascorsi: sviluppo della montagna, aumento della popolazione e dell’occupazione, ottima gestione dell’ambiente (torrenti regimati, frane controllate, castagneti puliti e curati, pinete sanate da processionaria, faggete controllate, strade per eventuali interventi di prevenzione e spegnimento incendi ripulite e sistemate… ). Ma soprattutto ha consumato gasolio, gomme, mezzi di trasporto, quintali di carta, stampanti, computer, toner, cartucce di inchiostro, stampe…
    Grazie dell’attenzione e scusate il disturbo.

    (Fabio Leoncelli)

  2. Gioacchino Pedrazzoli del direttivo del Parco risponde a Leoncelli
    Visto che ero presente al consiglio direttivo del 29 ottobre scorso, sono rimasto piuttosto sorpreso nel leggere le evidenti inesattezze contenute nell’ennesimo attacco del sig. Leoncelli a un Parco che non ha mai voluto e la cui esistenza gli procura evidentemente quotidiano fastidio. Innanzitutto i numeri: il sig. Leoncelli parla di 13 dipendenti assunti, mentre tredici è il numero di dipendenti previsto nella dotazione organica e del fabbisogno di personale previsti in funzione della legge 133/08 e 244/07 come confermati nella finanziaria 2008. Quindi il Consiglio, approvando la delibera, non ha fatto altro che adeguare la pianta organica (teorica) alla normativa vigente. In realtà i dipendenti assunti per il 2008 corrispondono, purtroppo, soltanto a 5 (cinque) figure, già da tempo operative al Parco del Gigante, e, dalla soppressione di questo, operanti da anni in forma precaria per il Parco nazionale. Si tratta di giovani provenienti da vari comuni della montagna che negli anni hanno maturato esperienze e competenze, con impegno e sacrificio personale, e che hanno contribuito in modo essenziale al decollo operativo del Parco nazionale. Nei loro confronti non si è fatto altro che applicare, doverosamente, le normative vigenti. Se poi sarà possibile completare in futuro le assunzioni previste dalla pianta organica, mi pare ovvio che lo si farà rispettando, come ora, quanto previsto dalle leggi vigenti. Quanto poi al ruolo del Parco sul territorio penso sia difficile far comprendere a chi non vuole crederci il ruolo essenziale che un Parco nazionale svolge nella salvaguardia del territorio e nella conservazione della bBiodiversità. Ma anche senza essere ambientalisti basterebbe un minimo di attenzione a quanto succede in tanti parchi nazionali italiani per comprendere le potenzialità economiche che un ente di questo tipo è in grado di sviluppare sul suo territorio. Quanto poi a immaginare che, con cinque dipendenti e una disponibilità di bilancio ridicola come la nostra, il Parco nazionale si possa fare carico dell’intero dissesto sociale ed idrogelogico della montagna reggiana, credo sia opportuno che il sig. Leoncelli rivolga i suoi strali verso altri enti che hanno mezzi e risorse decine di volte superiori alle nostre a cui competono tanti interventi sul territorio montano. Considerata, infatti, la limitatissima estensione cartografica del territorio del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, ricordo che i boschi e i sentieri da “pulire” i terreni da mantenere in sicurezza e le strade forestali da sistemare sono per la stragrande maggioranza fuori del territorio del Parco nazionale e quindi di competenza di comuni, Provincia, Comunità montana, Servizio difesa suolo, Protezione civile ed enti di bonifica, che hanno i mezzi, il personale e le risorse per farsene carico.

    (Gioacchino Pedrazzoli, membro del Consiglio direttivo del Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano)

  3. Risposta al sig. Pedrazzoli
    Ringrazio il signor Pedrazzoli per le notizie e le risposte date alle mie domande, in merito alla pianta organica del Parco e le relative assunzioni.
    Vorrei però che, non avendo il piacere di conoscere il signor Pedrazzoli, membro del Consiglio direttivo del Parco nazionale (Pn), si informasse, prima di affermare cose strane e fuori luogo su di me.
    Il sottoscritto non ha mai fatto attacchi al Pn se non proposte concrete: problema ungulati in esubero e mai esistiti nel passato sul territorio del parco medesimo, problema zecche, problema regimazione canali di deflusso acque piovane nei terreni del parco, problema sentieri impraticabili e pericolosi nel territorio del suddetto, problema dei castagneti ormai morti e relative connessioni nel territorio del Pn, problema delle pinete contornate da filo spinato nel territorio sempre del Pn, problema delle tabelle di perimetrazione del Pn appese con chiodi ai faggi dal Pn stesso, problema dei muretti a secco demoliti dai cinghiali nel territorio del Pn, problema dell’infestazione dei seminativi utilizzati come fonte di alimentazione per le mucche da latte per la produzione di Parmigiano Reggiano, prodotto di eccellenza della montagna, nel territorio del Pn, segnalazione di spese inutili quali la gigantografia di un castagno appesa al Centro servizi di Cervarezza, dove è sufficiente girare l’occhio per osservare castagni veri, spese per marciapiedi e muri lungo strade addirittura fuori del perimetro del Pn…
    Potrei continuare ancora, ma altre mie proposte e suggerimenti potrà trovarli in documenti protocollati presso il Comune di Busana.
    Mi conferma che all’interno del territorio del Pn ci sono sentieri, terreni in dissesto, strade forestali da ripulire. Quanto è stato investito su questi? Il Parco credo dovrebbe occuparsi in primis di ambiente, visto che utilizza fondi del ministero dell’ambiente.
    Avrei piacere di conoscere le sue proposte di consigliere del Pn, sperando che esse siano rivolte all’ambiente e non ad altro. Molto singolare è l’affermazione che il sottoscritto “non ha mai voluto” il Parco. Le ricordo che, al momento della costituzione del Pn, ero consigliere comunale eletto dai cittadini del comune di Busana (e non da partiti o associazioni). Recuperi gli atti di Consiglio e legga se il mio voto e la mia posizione sono stati contrari o a favore e vedrà che ha detto una falsità. E’ vero che il problema Parco mi procura quotidiano fastidio. Sono da sempre un abitante del crinale che ha deciso di rimanere in montagna con famiglia ed attività lavorativa. La mia famiglia era contadina e ricordo l’ambiente montano di parecchi anni fa. L’attuale situazione ambientale cosa dovrebbe procurarmi? Piacere o fastidio? Me lo dica lei. Visto che mi definisce un non ambientalista, sembra non ritenermi degno di parlare di ambiente; ma chi se ne dovrebbe occupare, in primo luogo il Pn, cosa fa per l’ambiente? Lei dice che il Pn svolge un “ruolo essenziale nella salvaguardia del territorio e della conservazione della biodiversità”. Mi spieghi con quali azioni concrete ha operato sino ad oggi. Sarà forse perchè mi sta a cuore la montagna e perché mi preoccupa il suo degrado che non condivido le numerose risorse per l’ambiente dirottate su personale e cose futili. Visto che lei fa parte del consiglio direttivo del Pn renda pubbliche le spese che il Pn ha utilizzato per pagare il personale dipendente, gestore, precario ed esterno, le spese per i mezzi di trasporto ed i fondi investiti sull’ambiente, nel corso dell’ultimo anno. Credo che non abbia risposto a tutte le mie domande, comunque la ringrazio per aver dedicato a me e ad altre persone della montagna, preoccupate della gestione del territorio, un po’ del suo tempo.
    Cordiali saluti e buon lavoro, soprattutto costruttivo e rivolto all’ambiente e non all’esteriorità.

    (Fabio Leoncelli)