Il dibattito sulla scuola e sulle possibili conseguenze della riforma decisa dal governo continua a suscitare nuovi interventi. Ecco Marino Rivoli, consigliere collagnese e comunitario.
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Cari lettori, credo che in alcuni commenti si sia proprio toccato il fondo lasciandosi trasportare da chiacchiere che potrebbero essere ammesse al bar ma non certo in alcune assemblee convocate da esponenti di amministrazioni pubbliche dei nostri territori. Io credo che si sia rasentato il fondo in numerosissime frasi e in diverse immagini arrivate da diverse parti della nostra nazione, in primis fra tutte quelle che riprendevano bambini con il lutto al braccio per una presunta morte della scuola e altresì quelle numerosissime che riprendevano adolescenti che manifestavano, magari invogliati da genitori e insegnanti senza neppure capire per quale motivo lo facevano. Di certo era un motivo per fare cose diverse, sentirsi grandi, magari non andare a scuola, senza accorgersi che probabilmente erano troppo piccoli per capire la motivazione del loro manifestare. In ultimo il volantino trovato proprio in una scuola del nostro capoluogo montano, triste episodio che non voglio nemmeno commentare augurandomi che venga fatta chiarezza in merito e vengano prese le giuste precauzioni affinché ciò non accada mai più e vengano individuati eventuali responsabili.
Abbiamo visto scuole che storicamente sono luoghi sereni dove si incontrano i primi amici, si fanno le prime piccole scoperte, dove ogni giorno c’è qualcosa di nuovo da imparare, inneggiate come luoghi che andranno quasi a morire a detta di pochi. Io, avendo partecipato alla fondazione di un circolo culturale a Reggio Emilia, questa riforma la ritengo positiva. A mio avviso è un buon punto di partenza e credo che applicandola si potranno vedere se vi saranno delle lacune, delle problematiche sottovalutate ed eventualmente intervenire assieme per trovare ad esse delle soluzioni con personale e fondi adeguati.
Non nascondendo la mia appartenenza allo schieramento politico promotore di questa riforma ed altresì per la motivazione sopracitata, sono certo che l’attuale governo non sia intenzionato ad investire sull’ignoranza dei futuri cittadini ma ad investire qualcosa in più del necessario invece per istruire gli stessi.
Fra le varie novità trovo con enorme piacere il maestro unico o prevalente, il voto in condotta; e l’educazione civica pare molto apprezzata anche dagli amici dell’Udc. Sono contento del maestro unico elementare o prevalente in quanto pure io arrivo da un'esperienza del genere e a mio avviso è un'esigenza di tipo pedagogico in quanto i bambini alle elementari hanno bisogno di una figura che in qualche modo, naturalmente nell’orario scolastico, “sostituisca” la figura dei genitori. Il mio era abbastanza severo, ma, oltre ad insegnarmi a leggere e scrivere, assieme ai miei genitori, mi ha insegnato dei VALORI. Devo dirgli grazie per questo e avendo la fortuna di incontrarla spesso - e con molto piacere ogni volta la incontro - mi ritornano in mente i forti valori acquisiti, per poi non dimenticarmi di trasmetterli ai miei figli.
Sono contentissimo per il ritorno del voto in condotta. La scuola a mio avviso è quel luogo dove si formano le persone, i cittadini di domani, e quindi trovo giusto che oltre ai voti delle varie materie si tengano in considerazione anche i comportamenti degli alunni. Per esempio la mancanza di rispetto agli insegnanti e il volontario danneggiamento di attrezzature e materiali a loro disposizione. Ho piena fiducia su coloro che sono chiamati a giudicare questi comportamenti ed è ovvio che arrivare alla bocciatura per un voto in condotta basso a mio avviso bisogna proprio combinarla grossa.
Sono ancora più contento dell’educazione civica e della conoscenza della Costituzione, materie tanto care anche al presidente Napolitano. Molto utili per i nostri ragazzi, ma ancor più utile ai numerosi adolescenti provenienti da altre nazioni. Naturalmente non mancherà l’insegnante di appoggio per le lingue straniere.
Si sono poi sentite altre insinuazioni in merito all’abolizione del tempo pieno, che a mio avviso, per il poco che mi sono documentato, credo proprio infondate, in quanto il tempo pieno pare venga addirittura incrementato, creando a mio parere ingiustificato allarmismo nei confronti delle famiglie, in particolare quelle con più difficoltà economiche.
Credo che tutti siamo vicini ai circa 200mila precari che si troveranno forse senza lavoro, situazione a mio avviso derivata da probabili errori fatti in passato per politiche sbagliate, non certo da un governo o da un singolo ministro che è in carica da alcuni mesi, che si trova adesso con l’onere di risolvere questo problema.
In questi giorni ho sentito parlare di circa ottantamila esuberi e, come tanti, auspico che venga trovata una soluzione qualunque sia la loro ideologia politica o appartenenza sindacale, se possibile nella scuola oppure in altri settori dove gli stessi possano essere serenamente integrati.
Abbiamo un alto numero di insegnanti rispetto alla media europea e ciò comporta un'indubbia lievitazione dei costi; praticamente una spesa molto alta per pagare poco gli insegnanti che magari meglio remunerati metterebbero più impegno per insegnare ancor meglio.
Volevo poi precisare che, da quanto capito, la chiusura delle scuole con meno di 50 ragazzi era prevista ancor prima di questa riforma ed è come prima facoltativa decisione delle province un'eventuale chiusura. Volevo fare altresì notare che esponenti dell’attuale governo hanno ribadito pubblicamente che non verranno toccate le scuole di montagna. Il mio gruppo si augura tutto ciò, conscio che le scuole poco numerose sono frutto di politiche sbagliate dei nostri territori; e, in risposta ad alcune preoccupazioni del sindaco di Collagna, in occasione dell’ultimo Consiglio comunale abbiamo dato la disponibilità per un eventuale documento congiunto a sostegno delle nostre scuole con argomenti condivisi, non certamente con inesattezze sbandierate in questi giorni.
La mia generazione si può a mio avviso definire fortunata in quanto ha avuto molto più dei nostri genitori, e probabilmente, visti i periodi che si prospettano, più dei nostri figli. Non legge molto ma conta molto bene.
Tanti esponenti delle file della sinistra a mio avviso hanno cercato esclusivamente lo scontro politico, che non fa sicuramente bene alla scuola, non è utile per le famiglie, non è utile per i ragazzi e per la loro formazione e tanto meno alla politica del Paese.
Concludendo vorrei ringraziare l’amico Damiano Ferretti, che, come tanti, non ha paura di firmare quanto scrive e la redazione per l'ospitalità accordatami.
(Marino Rivoli)