E’ un’analisi senza precedenti, per ampiezza e profondità, quella portata a termine da Confcooperative e Industriali di Reggio Emilia sullo stato dell’Appennino Reggiano e sulle sue possibili evoluzioni. Dodici mesi di ricerca hanno impegnato i ricercatori dell’Università Cattolica di Piacenza nella raccolta di dati, testimonianze, interviste (oltre 600) che hanno avuto per protagonisti imprenditori, giovani, istituzioni. I risultati sono raccolti in 120 pagine dense di valutazioni, cifre, indicazioni di priorità di intervento per il rilancio della montagna che saranno presentate sabato 18 ottobre al teatro Bismantova di Castelnovo ne’ Monti, con inizio alle 9,45.
Ed è un Appennino per tanti versi inedito quello che emerge da un lavoro realizzato in collaborazione con la Camera di Commercio e la Banca di Cavola e Sassuolo: una montagna che seppure lentamente ricomincia a crescere (1.363 abitanti in più dal 2001 al 2007), ma nella quale i tassi di occupazione restano ben al di sotto della media provinciale e più prossimi a quella nazionale (48,8% sulla popolazione con oltre 15 anni contro il 45% nazionale e il 54,8% provinciale); una montagna profondamente legata alle tradizionali attività agricole e al tempo stesso fortemente proiettata sull’innovazione, tanto da raddoppiare la media nazionale delle imprese che hanno in atto simili percorsi (43% contro il 28%).
La ricerca di Confcooperative e Industriali di Reggio Emilia ci propone anche un Appennino in cui la cooperazione dimostra un profondo radicamento territoriale - il più alto di tutta la provincia - e individua i mercati locali come principale sbocco (32,3%, a conferma del forte legame con la dimensione locale), ma nel quale l’impresa industriale può vantare il fatto di esportare il 16% del proprio fatturato, dimostrando quindi una connessione globale-locale basata su importanti fattori, quali la presenza di qualificate risorse umane e un indotto tecnico-produttivo di qualità.
Nonostante l’economia venga definita “statica” o in recessione dalla stragrande maggioranza degli intervistati, il 56% tra imprese, tanto cooperative che industriali, ha incrementato bene il fatturato negli ultimi due anni, mentre per il 22% è rimasto stazionario e per una identica quota è apparso in leggero decremento. Meno brillante la previsione sul futuro: a prevedere un forte aumento del fatturato nei prossimi due anni è solo il 10% delle aziende, bilanciato però dalla percezione di una crescita, seppur lieve, che viene comunque ipotizzata dal 38%, mentre il 36% delle imprese prevede una stabilità dei valori e solo il 5% del campione ipotizza un sensibile calo.
In ogni caso – come sottolineano i presidenti di Confcooperative e Industriali di Reggio Emilia, Giuseppe Alai e Gianni Borghi – “servono nuove ed efficaci strategie di sviluppo per il futuro della montagna, che anche in questa ricerca chiede a gran voce interventi su viabilità e infrastrutture, tecnologia e innovazione, turismo, economia e lavoro”.
“La ricerca – osservano i due presidenti – è del resto nata proprio per questo: come strumento di lettura delle evoluzioni in atto ma, soprattutto, come presupposto per la definizione di possibili nuove strategie di sviluppo della montagna reggiana che possano costituire un oggetto di lavoro comune per associazioni imprenditoriali, organizzazioni sociali ed enti locali”.
La ricerca, come si è detto, sarà presentata sabato 18 ottobre al teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti: tra i partecipanti i presidenti delle due associazioni, i direttori Giovanni Teneggi e Giuseppe Domenichini, i ricercatori del Laboratorio di Economia Locale dell’Unicatt diretto da Paolo Rizzi, il presidente della Camera di commercio, Aldo Ferrari, la presidente della Comunità montana, Leonilde Montemerli, il direttore di Banca di Cavola e Sassuolo, Guido Tamelli, gli imprenditori Enrico Grassi (Elettric 80), Silvio Scalabrini (Durocem Italia), Fiorenzo Prati (Camar) e Maria Grossi (Blu Viaggi), insieme agli studenti dell’Istituto Cattaneo-Dall’Aglio. Il dibattito sarà concluso dalla presidente della Provincia, Sonia Masini.