Tra i tanti appuntamenti del ministro all’agricoltura Luca Zaia (Lega Nord) in terra parmense, lo scorso martedì, ce ne è uno che colpisce. Siamo in un aperta campagna eppure c’è zeppo di gente, soprattutto giovani, dove capita di incontrare anche alcuni agricoltori del Reggiano e del nostro Appennino. E’ una tappa lontano da teatri, luoghi d’adunanza per le elite o la classe dirigente che conosciamo, sia essa di destra o di sinistra. Il ministro, con una scorta pressoché nulla, arriva a Fonte Vivo nell’azienda agricola dell’amico (onorevole) Fabio Rainieri, uno dei Cobas ai tempi della battaglia sulle quote latte, e che fa? Sale un carro agricolo, nell’aia, mentre tutt’attorno amici e operai dell’azienda distribuiscono ai trecento convenuti grosse portate a base di torta fritta (come lì chiamano il gnocco) Parmigiano Reggiano, prosciutto e culatello. Bene, su questo palco improvvisato il ministro parla e dice cose sensate e che (sinceramente) avrebbe potuto affermare qualsiasi suo predecessore (“abbiamo chiesto più quote latte” “destineremo i fondi dell’Ue per gli indigenti all’acquisto anche di Parmigiano Reggiano”). Affermazioni e progetti lontani dall’intransigenza della Lega Nord d’opposizione (ricordate? “no alle quote latte” “sì a barriere doganali), eppure suscita applausi su quel carro porta fieno. “Anche perché – dice un bene informato - il ministro rifiuta di parlare nei teatri”. E intanto vanno a ruba i biglietti da visita degli esponenti locali del partito di Bossi.
Il ministro fa un pranzo fugace tra la gente nel capannone/fienile e poi un salto in stalla (con tanto di una piccola gaffe sul fatto se “esistono ancora le balline di fieno per le vacche? No? Come si fa allora per i cavalli?”); sale su un trattore lo mette in moto; ritarda i suoi impegni pur di restare lì un’altra ora (“lo aveva promesso, si sarebbe fermato sino alle 16”, spiega Roberta, segretaria di Rainieri che certo non passa inosservata) e si dichiara disponibile a ricevere chi non riesce a incontrare nella sua segreteria “distaccata” di Conegliano veneto: avete inteso bene, per incontrare il ministro non si scende a Roma.
“E’ uno dei nostri” dicono i ragazzotti lì intorno. “Ci ascolta a metà” lamentano quasi tutte le organizzazioni professionale agricole reggiane, parmensi e regionali a tergo degli incontri.
Ma tant’è: la questione di modi leghista se non al cuore arriva dritta alla pancia della gente.
Il partito di Bossi, pur al governo, non sconta l’impopolarità che è costata la fuoriuscita dal Parlamento di Rifondazione e cugini. Osservando questo fenomeno si può pensare che se il movimento lumbard prosegue su questa strada anticonformista crescerà ancora alle prossime amministrative, anche e soprattutto nei feudi emiliani della sinistra, soprattutto tra i giovani.
Giovani dentro
Personalmente, preferisco idee giovani che camminano sulle gambe di politici attempati (es. convocazione del Consiglio dei ministri a Napoli) piuttosto che il contrario. Vedere un ministro della Repubblica che scende da un trattore è circostanza inusuale davvero! A prescindere dai suoi dati anagrafici! La prima cosa che mi viene in mente è il sindaco “Peppone”. Quanta genuinità e freschezza, in quella politica così “ruspante”. Quante iniziative politiche, nate in officina, con le mani imbrattate dall’olio del motore! Storie d’altri tempi e purtroppo, forse, valori d’altri tempi. Mi dicono che il ministro Zaia sia figlio di contadini e rivendichi con forza queste sue origini agresti. Vederlo TRA i contadini, nei campi, è molto diverso che vederlo COI contadini in un teatro! Qualcuno ha scritto che è buona cosa per un politico stare al livello della gente… perchè la gente si sentirà così al livello di quel politico…
(Umberto Gianferrari)