Alla vigilia dell’apertura della stagione venatoria 2008/2009 la Confederazione italiana agricoltori dell’Emilia Romagna ricorda a tutti i soggetti coinvolti, le istituzioni, le associazioni venatorie ed ambientaliste i problemi ancora sul tappeto che devono trovare positive risposte nell’interesse di tutti.
“L’annoso problema del risarcimento dei danni causati dalla fauna selvatica deve essere affrontato e risolto dalla Regione integrando il capitolo di spesa previsto per il risarcimento dei danni – spiega Nazario Battelli, presidente della Cia Emilia-Romagna - inserendo nel bilancio di previsione del 2009 un impegno di spesa adeguato sia per la prevenzione, sia per il risarcimento”.
Inoltre la Confederazione sollecita, per il prossimo bilancio, un capitolo di spesa finanziato dalla fiscalità generale per la prevenzione ed il risarcimento dei danni causati dalla fauna non cacciabile e/o arrecati alle produzioni nelle aree protette dove la caccia è vietata come nei parchi, le oasi e le Zrc (Zone di ripopolamento e cattura).
“L’eccessiva presenza delle specie di ungulati, cinghiali, caprioli, daini e cervi nelle nostre colline e montagne è ormai da tempo diventata una vera calamità – aggiunge Battelli – e in molte aree l’attività agricola è di fatto impedita, gli ingenti danni sono solo in minima misura risarciti, la biodiversità di tante specie vegetali è a rischio: danni non sono solo all’agricoltura, ma anche all’ambiente stesso”.
La Confederazione chiede inoltre l’impegno coerente di tutti affinché il problema venga affrontato con la necessaria risolutezza per dare finalmente adeguate risposte alle annose e spesso inascoltate proteste e proposte degli agricoltori.
Infine la Cia dell’Emilia-Romagna ricorda che in tutte le province si sta procedendo al rinnovo degli organi di gestione degli Atc (Ambiti territoriali di caccia) dopo l’adeguamento del quadro normativo che regola tali strutture. “Il rinnovato impegno – conclude Battelli - deve coinvolgere tutti i soggetti che la Legge prevede (agricoltori, ambientalisti,cacciatori ed enti locali) in coerenza con le indicazioni contenute nell’accordo che a livello regionale le diverse organizzazioni hanno sottoscritto. Solo con l’impegno di tutti ed il rispetto dei diritti di chi vive e lavora in agricoltura i problemi si possono risolvere nell’interesse generale”.