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Qui Civago: ecco la “Mangialonga”

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Giunta alla quinta edizione in questo 2008, la Mangialonga è una suggestiva e gustosa passeggiata di 8 km attraverso le antiche "vie" delle frazioni civaghine, con annessa colazione, aperitivo, e spuntini organizzati nelle diverse borgate. Il percorso, alla portata di ogni camminatore "della domenica", con partenza e arrivo nella piazza di Civago, dura circa 5 ore. Grande successo anche nell'edizione di quest'anno, si diceva; non solo numericamente - circa 250 i partenti e altrettanti arrivati, in costante aumento rispetto alle edizioni precedenti - ma anche nel gradimento. Molti i reggiani saliti a Civago in giornata espressamente per partecipare alla camminata.

Persone di ogni età: giovani coppie con bambini, famiglie con figli e cani al seguito, bambini del paese, coppie e single over 70 e, almeno in un caso, over 80. A guidare il corteo, come nelle precedenti edizioni, Graziano e, a sorvegliare la coda, Marcello, coadiuvato dal foto-conduttore Siro.

Giornata splendida di sole pungente e nuvole bianche. Si parte attraversando la borgata di Costarsa, posta all'inizio del paese, e si scende nel castagneto omonimo a valle della provinciale vsitando un antico metato, le costruzioni in cui le castagne venivano fatte essiccare. Da lì lunga discesa verso Case Caniparoli, la frazione che costituì il primo nucleo del futuro paese e il cui nome deriva dalla attività di coltivazione della canapa, e poi verso la prima sosta al vecchio mulino sul Dolo, con colazione a base di succhi di frutta, biscotti e torte alla frutta, e "burg", castagne cotte a lesso, annegate nel latte. Image

Si riparte a fianco del Dolo, verso il castagneto dei Canin, prendendo poi a destra verso i Baiucun (oggi detto Parco dei Principi), uno splendido castagneto - a giudizio di molti il più bello di Civago, per proseguire poi verso il laghetto della Romita, il nuovo campo sportivo, per il bel sentiero pianeggiante tra i faggi che conduce alle Lame Piane. Un borgo di case circondate da una lussureggiante esplosione di pratine curate, orti e splendidi fiori. Accoglienza festosa con buffet per i bambini e sangria e patatine fritte.

Si sale poi piacevolmente attraverso prati, felci e boschetto di abeti, sbucando a Ca' dell'Abate, il punto più spostato a ovest a poche centinaia di metri dal rio Riaccio, confine con il comune di Modena, tra ombre e prati, dominati da orti lussureggianti di ogni varietà di ortaggi: riposo all'ombra e acqua fresca per tutti.

Si scende poi verso la Romita, che si costeggia per il sentiero che corre dietro la lunga teoria di case prospicienti la strada: anche questa frazione si caratterizza per i grandi prati che separano dal bosco di castagno e faggio, e, come ben sa chi ha già partecipato alla Mangialonga di Civago, per la leggendaria ospitalità e sapienza gastronomica.

Qui anche gli scettici comprendono che sarà forse "longa" ma è ancor più "mangia". La tavolata, con all'estremo i rifornimenti di bianco, rosso e liscio (acqua), è sontuosa quanto di grande qualità: erbazzoni, frittate, salumi, bruschette per ogni gusto e anche i manufatt (polenta con minestrone) e squisiti mirtilli freschi e "mirtillino". Arrivati alle 13, si riparte dopo un'ora con nuovo slancio e calore... per fortuna tutta tranquilla discesa, adattissima al momento.

Al ponte Dolo sulla provinciale per Piandelagotti comincia un tratto tutto in ombra e tutto il salita verso le Case di Civago. La fila si è allungata; i giovani volano, i cinquantenni sbuffano un po' ma si trattengono per non sfigurare vicino agli over 70 che salgono lenti, metodici e fieri senza perdere un colpo. Alla fine della salita, ci attende una fonte d'acqua, così fresca, così buona che, vuoi per la salita, vuoi per il rosso e il bianco, non la si finirebbe mai di gustare. Poco distante la borgata di Case Fioravanti, che ci accoglie con altre specialità: torta di patate, pane casereccio, salumi e formaggi di pecora, dolci e torte, ottimo bianco e la consueta simpatia.

Si scende poi alla Costetta e si prende in discesa la strada comunale che sale a Case Cattalini e più oltre verso l'Abetina. La retroguardia arriva in piazza verso le 15,30 ancora in tempo per trovare posto ai tavoli e gustare alcune specialità tipiche: polenta di castagne con costine e salsiccia, gnocco fritto, salumi e dolci. Del resto, 5 ore di cammino (incluse abbondanti soste) richiedono pur sempre un adeguato sostegno calorico.

Alla fine resta la suggestione di una giornata davvero speciale, davvero diversa: nelle orecchie il fruscio dei passi sulle foglie tra i faggi, colori, odori di muffe e funghi, squarci di sole tra i rami, quattro chiacchiere scambiate con nuove conoscenze. Ecco com'è la Mangialonga: Civago e ci-torno. Arrivederci al 2009.

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Vedi il sito www.civago.it