Home Cronaca A Villa Minozzo (e non solo) acqua a rischio

A Villa Minozzo (e non solo) acqua a rischio

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(VILLA MINOZZO, 2 settembre 2008) - Ricordate non troppi anni fa quando la Provincia incentivava, con i fondi del Piano di Sviluppo Rurale, la ristrutturazione degli importantissimi acquedotti rurali in Appennino? Qualcosa, per la rete di approvigionamento idrico che serve tante piccoli frazioni, pare essere cambiato.

Senza peli sulla lungua, come ormai ci ha abituato, prendere posizione il sindaco di Villa Minozzo, Luigi Fiocchi: “Il piano di sviluppo rurale penalizza fortemente i nostri acquedotti rurali e gli abitanti del nostro comune”.

Le sue parole, spiega una nota, sono per sensibilizzare Provincia e Regione affinché intervengano “per modificare il bando che di fatto li esclude”.

Sottolinea Fiocchi: “Il piano 2007 - 2013, che inizia a offrire i suoi frutti grazie all’attuazione dei diversi bandi, è da considerarsi nel suo complesso positivo per la realtà reggiana e dei territori montani in particolare. Per i paesi del villaminozzese si tratta sicuramente di un buon incentivo ai fini della ‘tenuta’ sociale ed economica locale, perché si rivolge in particolare all’agricoltura, al turismo, all’ambiente e allo sviluppo di impianti energetici da fonti alternative e perché favorisce così importanti opportunità di investimento. Nonostante ciò non possiamo nascondere che vi sono gravi problemi per quanto riguarda la misura riferita all’ottimizzazione della rete idrica”.

Spiega infatti il primo cittadino: “In tale disposizione è infatti previsto che i beneficiari dei finanziamenti possano essere solo pubbliche amministrazioni, enti e società pubbliche, o soggetti gestori di servizi pubblici, compresi i consorzi di bonifica, che avendo la disponibilità delle opere su cui si interviene si rendano garanti della gestione e della manutenzione per almeno dieci anni. Così facendo si tralasciano però i numerosissimi acquedotti rurali presenti in Appennino, diversamente da quanto avvenuto in anni precedenti, quando era stato loro consentito l’accesso ai finanziamenti”.

Conclude Luigi Fiocchi: “Per il nostro comune, in cui sono attivi ben diciassette acquedotti rurali, che rappresentano un forte spirito di appartenenza al territorio e che svolgono in modo concreto la gestione del servizio idrico per tante frazioni anche importanti e popolate, la conferma di questa scelta comporterebbe enormi difficoltà e metterebbe a rischio la loro efficienza e addirittura la prosecuzione dell’attività. Comprendiamo la necessità che tali investimenti siano utilizzati in modo corretto e che producano il loro effetto in un lungo arco di tempo, ma questo obiettivo potrebbe essere raggiunto anche in altro modo, ad esempio con adeguate garanzie fideiussorie”.