Riceviamo e pubblichiamo.
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Il clima post-feriale sembra essere favorevole alla ripresa dell’attività politica e al confronto festaiolo, tra i partiti, a tutti i livelli. Fanno notizia in questi giorni due fatti. Le dichiarazioni di Fantuzzi, del PD, rilasciate in un dibattito a Festareggio, e l’autocandidatura a sindaco del Comune di Castelnovo ne’ Monti di un noto esponente della Lega Nord. Alcune riflessioni possono essere espresse sui due fatti perché in entrambi si chiamano in causa i partiti impegnati nella preparazione della prossima fase elettorale.
La prima riflessione riguarda la capacità dei partiti di innovare il sistema politico
Siamo ancora legati mani e piedi al vecchio modo opportunista di fare politica, dove ancora l’ideologia la faceva da padrona prevalendo su tutto, a tal punto che importante era la vittoria finale, che risultava così il vero fine della competizione elettorale. La politica deve sapersi innovare iniziando dalla costruzione di nuove articolazioni, nuovi modi di ragionare che facciano emergere e prevalere il confronto sui contenuti e i veri problemi delle comunità sui problemi e le esigenze dei partiti. Il bene comune e la centralità della famiglia possono essere temi che saldano azione politica e rappresentanza degli interessi veri della società?
A partire da ciò giudico sbagliato sia l’approccio con cui si è avviata la discussione a Festareggio che il modo con cui si sono attivati i primi atti di un’autocandidatura a sindaco di Castelnovo di un esponente della Lega Nord.
I cittadini attendono dalla politica risposte certe ai problemi veri con cui convivono quotidianamente e non sono disponibili ad anteporre a ciò le alleanze politiche in quanto tali.
Per questa ragione debbono essere privilegiate e rese disponibili ed attivate le sedi di confronto ufficiale (non ideologico) tra i partiti che liberamente accettano con pari dignità di confrontarsi e di esercitare in un regime di piena libertà, di convincere e lasciarsi convincere dall’interlocutore politico di turno. Questo invito credo possa essere esteso a tutti i partiti che hanno rappresentanza parlamentare. I dibattiti festaioli e le autocandidature potranno fare notizia ma non aiutano la comprensione reciproca nè tanto meno le scelte di campo.
La seconda questione riguarda la capacità di compiere scelte riformiste ed efficaci degli enti locali
Perché questo diventi realtà è necessario che l’impegno sui programmi elettorali sia di alta qualità sociale, economica ed amministrativa. Nel territorio montano bisogna rispondere con proposte forti ad una serie di emergenze (viabilità, crollo demografico, ambiente, lavoro, la necessità di unificare i comuni del crinale). Per altro verso, nella restante provincia emerge con forza il tema della sicurezza e della coesione sociale e delle grandi opere.
Su questi temi, che diventano il vero nodo politico per una scelta di campo, si tratta di discutere degli obiettivi, ma anche del concordare del come debbono essere in tempi certi raggiunti. Sono questi, io credo, i veri problemi che possono determinare se e con chi stare, con chi allearsi tenendo ben presente che la campagna elettorale dovrà comunque essere un momento di forte impegno e di alta discussione politica. A questi temi, a questo nuovo, moderno, libero e trasparente e responsabile modo di rivivere la politica si può mostrare attenzione ed interesse? Io credo di si!!
(Marino Friggeri, capogruppo Udc in Comunità montana)