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Non più sole, non più pizza, ma soltanto cocaina!

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Appare ormai scientificamente provato come lo stereotipo sia duro a morire, perché necessario ai nostri meccanismi di sintesi mentale. Lo stereotipo è uno strumento affinché i nostri pensieri non anneghino nella vastità del possibile e del nuovo. Da qui due corollari: lo stereotipo evolve, assume caratterizzazioni nuove col progredire degli eventi; lo stereotipo reca in sé un imprescindibile nocciolo di verità.

Sono colpevolmente affetto dall’attitudine a viaggiare. Per diletto e conoscenza (del lavoro ne ho abbastanza qui a casa). Adoro l’Europa, non mi stanca mai e non mi fa rimpiangere scelte alternative. Con le lingue me la cavo, quel tanto di inglese e spagnolo che mi consente di sostenere conversazioni con persone nuove.

Nell’incontro tra stranieri, nella fattispecie turisti, o viaggiatori, o tra straniero e indigeno, molto spesso l’approccio socializzante si basa sul processo di inferenza: si attribuiscono alla persona che si ha davanti i tratti e le caratteristiche comunemente associati al proprio paese di provenienza: il messicano beve tequila e schiaccia pennichelle sotto il sole, il tedesco beve birra e indossa sandali con le calze, il marocchino è astemio e mangia kebab. È il festival degli stereotipi, tuttavia necessario a smuovere le acque e dare inizio al processo di conoscenza interpersonale, fatto di smentite, conferme e meraviglie.

Ricordo i miei primi viaggi in Europa, una quindicina di anni fa. Ero italiano, e quindi: pizza, spaghetti, mafia, sole, Roberto Baggio.

Ora Roberto Baggio non gioca più (e Totti non ne ha il carisma), di buone pizzerie è pieno il mondo, il prezzo della pasta è alle stelle, il clima è impazzito. Rimane la mafia.

Il mese scorso sono stato in Ungheria, transitando e fermandomi il tempo necessario a Vienna. Nelle piazze, nelle camerate d’ostello, presso casa di amici, sui mezzi pubblici, ho avuto modo di parlare con persone da tutto il mondo: cechi, sudamericani, spagnoli, inglesi, ovviamente ungheresi, e così via. Il processo di inferenza durante il primo impatto portava ciascun interlocutore alla medesima, triste tria: Italia? Italia! Italia = mafia, Berlusconi, cocaina.

Eppure qua in Italia c’è ancora chi sostiene che la cocaina non è una piaga (su Berlusconi tralascio, per non gettare troppa carne al rogo, e penso a Battiato, quando cantava: Povera patria, schiacciata dagli abusi del potere, di gente infame che non sa cos’è il pudore…).

Mafia, Berlusconi, cocaina… come poter contraddire l’interlocutore, quando questa è l’Italia?!
Talvolta mi è capitato di essere scambiato per spagnolo: che sollievo!
Il sole! Nadal! Il futuro che sorride!
Provavo così a dare fondo alle mie maccheroniche conoscenze di castigliano, ma inesorabilmente un accento, o una parola, mi tradivano, o era solo per onestà.

Pensavo poi all’Appennino, a Castelnovo, allo stereotipo dei montanari ubriaconi, a come i frequenti controlli con alcol-test siano riusciti ad arginare la cattiva abitudine di guidare dopo avere bevuto. Ben vengano e ben continuino gli alcol-test, nella maniera più assoluta, ma si provi, nel frattempo, a riflettere sulla natura dello stereotipo, su come sappia con tempismo disarmante aggiornarsi ai tempi. Ne deriverà una sola, indispensabile necessità: cominciare a fare test che sondino la presenza di droga nel sangue degli automobilisti. Massicciamente, nella stessa quantità con cui si somministrano alcol-test.

Si scoprirà che la statistica è una scienza esatta.
Che lo stereotipo è mutevolmente vero.
Le nostre strade saranno più sicure.

5 COMMENTS

  1. Ciàpa su!
    Un piccolo, grande pensiero sul limitare e l’incrociarsi dell’impressione personale del turista attento, della sociologia, del costume, della politica. Il tutto condensato in poche righe sotto forma di articolo di stampa e concluso con un forte appello. Bravo Federico.

    (Commento firmato)

  2. Pessimismo e fastidio…
    Le fabbriche fanno uscire macchine da 200 all’ora con un limite dei 130 “in autostrada”. Con 5000 euro ti compri una moto da 750cc che ha le stesse prestazioni di un Lamborghini. Fanno tamponi per le droghe ai politici, risultano positivi e “sono protetti dalla privacy”, in televisione chi pippa è figo, se ti muore qualcuno in casa per overdose di cocaina vieni invitato da Costanzo. Io lavoro da 15 anni e d’estate 6/7 giorni su sette, pago una marea di contributi che non so neanche se mi ridaranno quando andrò in pensione, “se ci andrò”, tasse ecc… Arrivo al fine settimana cotto come una biscia e non posso neanche andare al bar e bermi 3 birre con la speranza che mettano una cavolo di navetta a pagamento per spostarmi, perchè se mi fermano e risulto positivo all’alcoltest poi col lavoro sono c…. amari. Ma cosa sono? Una persona o un somaro da tiro?? Queste leggi non sono fatte per limitare i danni; le statistiche, quest’anno, ci danno secondi in Europa dopo la Germania per numero di incidenti; l’85% DEGLI INCIDENTI SONO CAUSATE DA PERSONE NEGATIVE AD ALCOL O DROGHE. Queste leggi sono frutto di menti affette da demenza senile…
    Ciao 🙁

    (Mattia Rontevroli)

  3. Troppo pessimismo
    Leggendo quello che scrivete penso che sia tutto da buttare, e secondo me c’è ancora qualcosa da salvare… Il sole ancora in Italia esiste, la pizza è ancora la cosa più conosciuta al mondo, gli spaghetti sono sempre al secondo posto (provate a chiedere se e quanti conoscono la PAELLA!!!), Berlusconi o Prodi o Rutelli o Fini o Veltroni l’importante è che facciano qualche cosa… Per quanto riguarda la cocaina ci sono paesi che stanno peggio di noi; per non parlare poi di alcool (avete mai provato ad andare nei paesi europei del nord?)… Perciò forza e coraggio, siamo sempre un grande POPOLO.

    (Angelo Iezzi, [email protected])

  4. Dati Istat
    Incidenti stradali e uso di alcool o stupefacenti. Gianfranco Cervellin, direttore del Pronto soccorso e medicina d’urgenza, spiega gli effetti dell’assunzione di alcool e sostanze stupefacenti sulla guida.
    31/07/2008
    Ogni giorno nel mondo oltre 1000 giovani perdono la vita a causa di incidenti stradali. Nel nostro Paese i dati Istat evocano l’immagine di un’autentica strage, con oltre 5 mila morti e 300 mila feriti l’anno, ovvero più di 15 morti e 800 feriti al giorno.
    Sulla strada avvengono meno dell’1,5% dei decessi annuali che si verificano globalmente in Italia, ma tra i 15 e i 24 anni questa proporzione sale oltre il 40%, costituendo in assoluto la prima causa di morte in questa fascia d’età.
    Nel rapporto Youth and road safety in Europe del 2007, l’Oms Europa rileva che la grande maggioranza degli incidenti gravi e di quelli mortali sono dovuti ad una serie di comportamenti scorretti dell’uomo, principalmente riassumibili in: eccesso di velocità, guida distratta e pericolosa, mancato uso di casco o cinture di sicurezza, assunzione di alcool e di sostanze stupefacenti. Un recente studio epidemiologico della Commissione Europea ha stimato che in Italia il 30% dei decessi per incidenti stradali, e il 50% degli incidenti non mortali, abbia una correlazione con l’uso di alcool. La guida in stato di ebbrezza ha causato, nel 2006, ben 4.107 incidenti stradali e le infrazioni accertate dalla Polizia stradale nel 2006 per guida sotto l’influenza di alcool sono state 24.803.
    L’alcool non è solo causa di incidenti stradali; ogni anno in Italia circa 40.000 morti sono causate, direttamente o indirettamente, dal consumo di alcool in relazione a: cirrosi epatica, tumori, suicidi, atti di violenza, infortuni in ambito lavorativo o domestico e naturalmente incidenti stradali.
    Purtroppo, a dispetto di numerose campagne informative sugli effetti dell’abuso di alcool e di sostanze stupefacenti, non sembrano tuttora diffusamente comprese le conseguenze di tale comportamento sulla capacità di guida.
    (@Lhttp://www.ao.pr.it/cura/articoli/PS/alcool-droghe-strada.htm@=www.ao.pr.it#L)

    (Commento firmato)