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“Croce di Cervarolo danneggiata”

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Non c’è pace. Il passato-che-non-passa torna (per definizione) continuamente a galla e continuamente la memoria dei fatti dell’ultimo conflitto mondiale irrompe e si trova a fare i conti con l’attualità; e quasi sempre sfocia – come probabilmente accadrà anche questa volta – nel dibattito e nella polemica politica.

La notizia odierna, riportata con una nota inviata questo pomeriggio alle redazioni da Fabio Filippi, è che la croce di Cervarolo di Villa Minozzo, posta a ricordo di un fatto tragico ivi avvenuto nell’aprile del 1945, è stata danneggiata.

“Due anni fa in un bosco sopra l’abitato di Cervarolo di Villa Minozzo – informa Filippi – un gruppo di persone capeggiate da Luca Tadolini si erano ritrovate per commemorare 19 prigionieri uccisi a Cervarolo il 12 aprile del 1945. Una commemorazione storica tenuta a sessantun anni dalla strage; nulla di nostalgico, nessuna parola di odio contro gli artefici dell’eccidio, solo un’umile croce di legno, voluta dal signor Teodoro Sassi, parente di una delle vittime”.

Prosegue: “Nessuno dei diciannove prigionieri venne risparmiato dai partigiani comunisti in aperta violazione della convenzione internazionale di Ginevra. Questo barbaro crimine fa parte di quelle zone d’ombra volutamente dimenticate dalla storia e dalla Resistenza; l’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani) non lo cita come atto di giustizia”.

Operazione pianificata a tavolino

Il consigliere regionale non nutre dubbi sulle ragioni dell’accaduto: “La croce per due anni è rimasta intatta a ricordo delle vittime, ma questa notte però, alcuni vandali, i soliti noti accecati dall’odio che rifiutano la verità storica, hanno profanato quel luogo sacro e rimosso per la prima volta la croce di Cervarolo. Non vi sono dubbi, visto il ripetersi della profanazione anche in altre località della provincia, che l’azione teppistica sia stata pianificata a tavolino. Molti cittadini si sentono offesi per l’oltraggio commesso da chi nel cuore non prova nessuna pietà per i morti e per i loro famigliari. Nei prossimi giorni una nuova croce più grande e più robusta verrà ripiantata nel bosco di Cervarolo”.

“Le autorità che diranno?”

Infine l’auspicio: “Ci aspettiamo che il sindaco di Villa Minozzo e i presidenti della Provincia e della Comunità montana condannino lo spregevole episodio. Se le istituzioni non stigmatizzano l’atto sacrilego vorrà dire che alcuni di loro condividono ancora certi metodi violenti perpetrati da chi, dopo sessantrè anni, non accetta la verità storica e non rispetta nemmeno i morti e i loro cari”.