Riceviamo e pubblichiamo.
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La vicenda del risanamento del bilancio nazionale della Croce rossa italiana, che forzatamente si vuole far pagare alle Cri locali, dimostra tutta l'incapacità - economica ed organizzativa - nonché l'arroganza del gruppo dirigente nazionale.
Non si tiene conto minimamente del lavoro e dell'impegno di centinaia di migliaia di volontari e del contributo economico di tantissimi cittadini ed aziende che in questi anni hanno posto le basi per una crescita costante dei servizi erogati dai comitati locali.
La richiesta di risorse finanziarie ai Comitati locali da parte del Comitato nazionale, sotto il ricatto del commissariamento degli stessi, significa non solo mettere in discussione l'erogazione dei servizi attuali e futuri, ma pone un grande tema di democrazia interna in particolare per quanto riguarda il ruolo fondamentale dei volontari, che gratuitamente svolgono tutto l'anno un servizio fondamentale per la sicurezza dei cittadini con competenza e spirito di sacrificio personale.
I burocrati della Croce rossa nazionale devono cambiare registro e non possono scaricare sulle spalle dei volontari locali e di conseguenza sui cittadini lo spreco di risorse finanziarie ed umane che in questi anni i vari comitati e commissari nazionali hanno prodotto, magari foraggiando missioni che servivano principalmente a rafforzare l'immagine mediatica del presidente o commissario di turno.
Esprimo pertanto piena solidarietà e vicinanza ai comitati locali e ai volontari reggiani della Croce rossa, le cui giuste ragioni vanno sostenute da tutti: Regione, enti locali, Ausl e cittadini. Niente soldi al Comitato nazionale e niente commissariamenti!
(Lanfranco Fradici, presidente del Consiglio provinciale di Reggio Emilia)
Malattia inguaribile
Sorprende che questa politica di risanamento “forzata” sia stata approvata da quel Massimo Barra che doveva rappresentare il @Cnew deal#C dell’Ente. Arrivato alla presidenza della CRI con un programma di rinnovamento legato anche ad una migliore gestione e sinergia tra le varie componenti, Volontari del Soccorso, Corpo Militare, Pionieri, Corpo Femminile etc, evidentemente si è dovuto arrendere all’evidenza e cioè che la CRI è “insanabile” e tante e tali sono le sfaccettature di questo gigante a metà strada tra il volontariato, il parastatale ed il militare, che per risanare un bilancio pessimo altro non poteva fare che “dragare” i bilanci dei vari Comitati e Sottocomitati. Se il tanto auspoicato risanamento e rinnovamento della CRI non è riuscito con una figura come Massimo Barra signica davvero che la “malattia” dell’ente oltre che grave è inguaribile. Va inoltre sottolineata un’altra questione, e cioè che Barra è in scadenza di mandato e allo stato non è dato sapere se si ricandiderà o meno. Certo che, elettoralmente parlando, giocarsi con questa manovra sul bilancio tanti comitati e sottocomitati che gli avevano espresso gradimento di voto non può che significare due cose: o che il buon Massimo Barra tornerà ad occuparsi a tempo pieno di quella meravigliosa esperienza che è stata e soprattutto è “Villa Maraini” (un centro pilota per l’assistenza ed il recupero dei tossicodipendenti) oppure che si è dovuto “piegare” all’immarcescibile “sistema” CRI. Pienamente legittime e giustificate ad ogni buon conto le vibrate rimostranze dei Volontari del Soccorso e di quei Comitati e Sottocomitati che dopo essere riusciti faticosamente a risanare un bilancio si vedono costretti a “dare a Roma” ben sapendo che ciò non servirà proprio a nulla. Se non ad una operazione di lifting contabile.
(Paolo Comastri)