E' morto a Montecchio, a 88 anni, don Giuseppe Ferrari. Ne danno l'annuncio, questo pomeriggio, gli uffici diocesani: i presuli (mons. Adriano Caprioli, l'ausiliare mons. Lorenzo Ghizzoni, il vescovo emerito mons. Paolo Gibertini), col presbiterio reggiano, la sorella Sr. Marina (delle Orsoline di Verona) e i parenti.
Nato il 22 aprile 1920 a Portiolo di S. Benedetto Po (Mantova), già da giovane si sentì chiamato alla vita religiosa nell’ordine benedettino, dove entrò come semplice fratello (non sacerdote), con il nome di Fra’ Remigio. Anche una sorella, Marina, tuttora vivente e molto anziana, è entrata nella vita religiosa nella Congregazione delle Orsoline di Verona, e ha svolto il suo servizio per tanti anni anche nella parrocchia di Reggiolo.
Fra’ Remigio, nei trent’anni vissuti nell’eremo di Bismantova, si è fatto conoscere, apprezzare e amare anzitutto dai montanari. Era diventato un personaggio di riferimento per chiunque andava al monastero.
In prima persona ha fatto fronte ad una grave emergenza: infiltrazioni d’acqua nell’arenaria avevano reso pericolante sia il monastero che la chiesa. Fra’ Remigio ha organizzato campi di lavoro, ottenendo appalti, lavorando e dirigendo lui stesso le operazioni: con gabbie di enormi pietre si è così riusciti nell’opera di consolidamento. Ha veramente vissuto il motto benedettino Ora et labora.
Compiuta quell’impresa, si sentì chiamato a percorrere un’altra strada: avvertì sempre più forte il richiamo alla vita sacerdotale. Il Vescovo Gilberto Baroni, volle conoscere il parere dei sacerdoti della montagna prima di acconsentire alla sua richiesta. In pochi giorni, una sessantina di loro espresse con emozione parere favorevole. Così Fra’ Remigio fu accolto nel seminario di Marola per la preparazione. Gli fu assegnato un triennio di studi con un percorso personale e l’accompagnamento di un professore.
Fra’ Remigio studiava e nel frattempo aiutava Don Umberto Iotti, direttore del Centro di Spiritualità. Venne ordinato sacerdote dal vescovo Baroni il 1° luglio 1978 nella abbazia di Marola. Nei primi due anni di ministero sacerdotale si impegnò nei vari interventi di trasformazione dell’ex Seminario.
In risposta al suo desiderio di pastorale parrocchiale, venne nominato parroco a Migliara, dove rimase per sei anni (1979-1985). Poi parroco a S. Sisto e a Enzola di Poviglio per 14 anni (1985-1999); nel contempo amministratore parrocchiale a Casalpò per 12 anni (1987-1999). Poi ritornò in montagna come collaboratore nell’unità pastorale di Minozzo, Sologno e Carù, risiedendo a Sologno. Nel 2001 venne nominato collaboratore anche al santuario diocesano della Madonna della Pietra e alla parrocchia di Ginepreto. A causa delle peggiorate condizioni di salute è stato ospitato nella Casa del Clero di Montecchio a fine agosto 2006.
Don Giuseppe si è caratterizzato per la sua capacità di accoglienza, per la disponibilità all’aiuto e all’ascolto, di servizio e per la sua spiritualità solida, spesso nascosta dalla sua modestia e riservatezza.
Ha chiuso gli occhi su questo mondo lo stesso il giorno del santo Curato d’Ars, San Giovanni Maria Vianney, morto il 4 agosto 1859, il quale si distingueva non per cultura, ma per dedizione e coerenza soprattutto nel ministero sacerdotale.
Il funerale è fissato per domani martedì 5 agosto alle ore 11 a Montecchio nel Santuario della Beata Vergine dell’Olmo.
Si uniscono nella preghiera le comunità del Santuario di Bismantova (dove, fino al 1978, don Giuseppe è stato religioso benedettino con il nome di Fr. Remigio e dove prestava aiuto dal 2001, pur risiedendo a Sologno), del centro di spiritualità di Marola (dove ha collaborato, divenuto sacerdote nel 1978), la parrocchia di Migliara (parroco dal 1979 al 1985), le parrocchie di S. Sisto, Enzola e Casalpo nel povigliese (parroco dal 1985 al 1999), le comunità di Sologno e Carù (che ha aiutato dal 1999 al 2006).
La salma di don Giuseppe è esposta presso la Casa del clero di Montecchio, dov'era ospite da più di un anno e dove è spirato questa mattina, poco dopo le 9,30.
La liturgia di commiato, presieduta dal vescovo, è fissata per domani, martedì 5 agosto, alle ore 11, nel Santuario della B.V. dell’Olmo a Montecchio Emilia. Da lì si formerà poi la processione per la sepoltura nel camposanto locale, vicino alle salme di don Ennio Caraffi, già parroco a Montecchio, fondatore della Casa di Carità “S. Giuseppe” (morto nel 1991), dei sacerdoti montecchiesi, il Can. Luigi Garimberti (morto nel 1944, allora rettore del Seminario) e il Can. Alfredo Castagnetti (morto nel 1972, ex direttore spirituale nel Seminario a Marola).
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IL MESSAGGIO DEL SINDACO DI CASTELNOVO NE' MONTI GIAN LUCA MARCONI
A nome dell’Amministrazione e dei cittadini di Castelnovo ne' Monti voglio ricordare con affetto il caro don Remigio, come per tanti anni lo abbiamo tutti chiamato nella sua qualità di presenza mite, umile e rassicurante all’eremo benedettino di Bismantova. Prima fratello benedettino, poi sacerdote per le comunità circostanti la Pietra, a don Ferrari sono legate anche tante memorie personali. Fin da quando ero bambino ricordo la sua generosità ed il suo spirito di accoglienza quando mi recavo con i miei genitori al santuario della Pietra, sempre sorridente e pronto a ricevere tutti i pellegrini nel suo ruolo di custode e cultore del messaggio benedettino della cura dei pellegrini, del loro ristoro e della preghiera insieme. Partecipiamo al lutto di tutti coloro che lo hanno conosciuto e stimato.