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Castelnovo ne’ Monti / Il nuovo “Centro polifunzionale parrocchiale”

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(Castelnovo ne' Monti) - Un nuovo spazio della capienza del teatro Bismantova. Questa sarà la dimensione, per rendere al volo l’idea, del nuovo “Centro polifunzionale parrocchiale” (palapieve, in breve) che sorgerà a Castelnovo ne’ Monti nel complesso che circonda l’antica chiesa della Pieve. A questa progettazione si affianca lo studio di massima di sistemazione dell'intera area plebana, per il quale l’Amministrazione comunale di Castelnovo ne' Monti si è rivolta alla parrocchia sollecitando proposte, e che ora, dopo diversi incontri svolti nel tempo per concordare una soluzione, è arrivato ad un punto.

Circa i tempi di realizzazione, invece, è ancora tutto subordinato al reperimento delle somme, ingenti, che occorrerà mettere insieme (per il solo palapieve dell’ordine del milione e mezzo circa di euro, cifra ancora variabile in ragione delle scelte di qualità che dovranno essere fatte).

Ma, ancora prima, tutto è subordinato all’approvazione della Curia reggiana, cui, dopo l’assemblea pubblica svoltasi nei giorni scorsi nel capoluogo montano, il progetto dovrà essere sottoposto. Nel corso della presentazione è stata avanzata dal pubblico – una trentina di persone in tutto – una serie di domande all’arciprete, don Evangelista Margini, e ai tecnici sui vari aspetti costruttivi e sulle idee alla base di certe scelte.

I progetti sono firmati dall’architetto Giorgio Bertani, che era in sala con il collega professionista Gabriele Ferri e al geometra Domenico Dolci (che hanno collaborato e seguito la cosa per conto del Consiglio Affari Economici della parrocchia), i quali, insieme, si sono occupati dell’esposizione dello studio di revisione della zona. Una zona, peraltro, piuttosto “delicata”, data la presenza di una chiesa le cui origini affondano nel primo millennio e che ha verisimilmente visto la nascita dello stesso paesone di cui ora è parrocchiale.

Uno dei punti qualificanti del complesso che verrà – è stato sottolineato durante l’incontro – dovrà essere la caratteristica di “spazio protetto”, circondato da pedonali e comprendente una piazzetta centrale in cui poter accogliere la gioventù in tutta sicurezza.

Don Giordano Goccini, collaboratore del parroco, ha infatti insistito molto sul “cambio di mentalità” che dovranno assumere coloro che frequenteranno il “nuovo Don Bosco”. Le auto – ha spiegato – fatte salve le eccezioni del caso non potranno più arrivare fin sulla cima, ma dovranno sostare nelle zone che saranno individuate: nel parcheggio in basso o in quello lungo la strada comunale d’accesso. Proprio per garantire la sicurezza dei fanciulli. Ma almeno qualche piazzola, secondo i disegni mostrati, seppure al di fuori del recinto “no car” individuato, troverà posto nei pressi, subito a valle, dell’attuale edificio ex-Motti.

Proviamo ad illustrare per sommi capi il progetto (vedi la mappa di progetto allegata). Una paio di fette di terreno delle zone più a valle, che guardano via Micheli, come ormai noto, saranno cedute al Comune. In una l’ente pubblico realizzerà un centinaio di parcheggi e nell’altra sta realizzando la rotonda. Questa cessione sarà compensata da una porzione di terreno nel versante che guarda il Peep. La strada comunale che sale il colle verrà deviata a lambire gli spalti del “Valentino Mazzola” e si congiungerà con lo stradello che sale dall’ospedale.

Le auto, in questo nuovo percorso certamente migliorato rispetto all’attuale arzigogolo viario, potranno soprattutto trovare sfogo in particolari casi di necessità (es. via Micheli bloccata). In questo modo l’area oratoriale verrà lasciata all’esterno della circolazione veicolare. Il tronco pubblico di questa strada che sale la Pieve, che si inoltra tuttora fin nel cuore dello spazio cortilivo davanti alla canonica (che portava tempo fa al vecchio cimitero), “spezzandolo” in due, verrà sdemanializzato, secondo gli accordi seguiti alle trattative condotte con la giunta comunale castelnovese: questo vialetto verrebbe assorbito nelle pertinenze ecclesiastiche, avendo perduto l’antica funzione pubblica.

Il capannone che ospitava il museo della civiltà contadina del Motti verrà abbattuto. Al suo posto sorgerà un fabbricato di dimensioni ridotte rispetto all'attuale, in lunghezza, alla metà dell’attuale (lasciando libera l’area adiacente la canonica): sarà questo il vero e proprio “Palapieve”, un ampio locale, che i progettisti si sono preoccupati di rendere il meno impattante possibile data la posizione di grande visibilità, in grado di contenere fino a 300 posti comodi a sedere, dotato di palco, che sarà destinato ad attività ricreative e culturali multiple.

Un palco che si può definire “double face”, dato che avrà una sorta di “propaggine” che si allungherà all’esterno, affacciandosi sulla piazzetta centrale del complesso, che, per quanto la riguarda, sarà sistemata ad anfiteatro, con due o tre ordini di gradoni a delimitarne i contorni. Una specie di foro.

Il “Palapieve” verrà poi collegato all’attuale fabbricato ex-Motti da un corpo di fabbrica centrale, posto quasi a perno, dove sarà anche individuato l’ingresso principale al complesso della struttura. In questo edificio, la cui posizione di cerniera verrà a costituire un ideale ponte per il servizio comodo di entrambe le “ali”, verranno alloggiati i servizi: cucina, montacarichi, wc.

Diversi presenti in sala – tra cui alcuni consiglieri comunali – oltre a richieste di chiarimento hanno sollevato anche osservazioni e/o dubbi di diversa natura in merito all’opera, certamente una di quelle, date le dimensioni, destinate a segnare i decenni a venire nell’attività pastorale castelnovese.

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