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Enrico Morando, coordinatore del “governo ombra” del PD, a Castelnovo ne’ Monti

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Enrico Morando, senatore e coordinatore del governo ombra del PD, era l’altra sera a Castelnovo ne’ Monti, nella piazzetta Unità d’Italia, per la prima delle tre serate organizzate dal Comitato comunale del partito in preparazione alla festa che si terrà a Felina nel mese di agosto.

I prossimi appuntamenti sono previsti per il 4 agosto con la senatrice Emma Bonino e il 21 agosto col senatore Pietro Ichino nello stesso luogo e sempre alle 21.

La formula prevede una chiacchierata di poco più di un’ora con l’ospite condotta da giovani operatori della comunicazione che, nel caso di Morando, erano Lucia Attolini, Francesca Braglia e Damiano Razzoli.

Enrico Morando ha spiegato cos’è e come lavora il governo ombra che vuole essere propositivo e non soltanto “oppositivo”. Il primo e più importante esempio è quanto si sta facendo sul DPEF, il documento di programmazione economico finanziaria presentato dalla maggioranza che, secondo Morando, è quanto di peggio si possa fare per uscire dalla crisi in quanto, in contraddizione con le promesse elettorali, si prevede nel triennio un aumento della pressione fiscale dello 0,2/0,3 per cento, un aumento della inflazione ben superiore a quello dei salari che riduce la capacità di spesa dei lavoratori a reddito fisso e degli autonomi (riduzione dei consumi) e un drastico ridimensionamento degli investimenti che saranno più bassi di quelli del 1997.

La proposta alternativa del PD è quella di ridurre la pressione fiscale di 5/6 miliardi (per il 50% sull’IRPEF e per il resto sul lavoro dipendente) e di aumentare gli investimenti riducendo i contributi alle imprese recuperando i fondi necessari dalla diminuzione delle spese della pubblica amministrazione. Non si comprende infatti perché, nonostante l’introduzione della rivoluzione informatica nella pubblica amministrazione, le spese siano molto aumentate negli ultimi 15 anni in controtendenza con quanto avvenuto nel resto dell’Europa.

Sul tema della globalizzazione che, secondo il ministro Tremonti, sarebbe la causa principale delle speculazioni internazionali che hanno portato all’aumento esponenziale dei prezzi delle materie prime energetiche e degli alimentari, Morando ha detto che, in realtà, sta accadendo che un miliardo di esseri umani ha cominciato a vincere la fame e a perseguire stili di vita più consoni al terzo millennio; il fatto è che la globalizzazione non va affrontata con la paura e con la chiusura, ma va governata.

Sulle alleanze passate e future del PD Morando ha detto che non c’è disponibilità ad alleanze disomogenee come quelle che sono state realizzate in passato che hanno provocato la caduta prematura dei governi Prodi, nelle alleanze il ruolo del PD, partito del 30% dei consensi, dovrà essere egemone. Già negativa è stata l’alleanza con Di Pietro come dimostrato dai fatti degli ultimi giorni.
Sulle “correnti” interne Morando ha detto di non averne nessun timore purchè non si tratti di correnti nate sulla traccia delle vecchie appartenenze (occorre abolire il prefisso ex…!). Per risolvere la questione occorre fare presto un Congresso nazionale che non sia però solo fatto dagli iscritti, ma che richieda il contributo di tutti gli elettori del PD in una sorta di primarie che ne sanciscano i risultati sia in termini di linea politica che di gruppo dirigente.

Da Morando è venuta anche una lode ai tre giovani intervistatori che potrebbero essere ottimi allievi della scuola di politica che una Fondazione apposita sta organizzando per i prossimi mesi.

E in effetti i tre citati sono tra i primi soci della Associazione Scuola di Politica che si prefigge di operare anche sul territorio della montagna per preparare la futura classe dirigente.