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“A cosa servono diciottomila euro”

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Riceviamo e pubblichiamo.

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Il logo non è il Parco. Ma è più di una semplice insegna con funzioni commerciali. Ricordiamoci che “Logos” in greco significa “senso”, “significato”, “ratio”, “ragion d’essere”, “intelligenza”, “canone”, “sostanza”, “concetto”. Il nostro logo non è l’essenza del Parco. E’ però parte di essa. Non è un semplice attrezzo per comunicare. E’ anche un elemento costituente, uno strumento per costruire una identità unitaria territoriale e culturale o ecologica. Nel caso del nostro Parco questa identità NON E’ GIA’ DATA, né dalla geografia né dalla storia. L’ente ha il compito non facile di costruirla. La discussione che si è aperta è parte di questa costruzione. Per questo ringraziamo – sinceramente - tutti quelli che, anche con valutazioni più o meno critiche sul logo, hanno espresso attenzione e sensibilità.

A questo dibattito costituente, vogliamo, a nostra volta, portare argomenti. Il Parco Nazionale avrebbe dovuto da tempo avere un logo che lo identificasse fortemente. Non l’aveva. Abbiamo giudicato troppo anonime le bande ricurve verdi accanto a una scritta in cui risaltano le parole “Parco Nazionale”, ma quasi scomparivano le parole Appennino tosco-emiliano. Appennino, per noi, è parola che merita molto di più. Era troppo leggero e astratto anche Fragolino, gnomo e folletto dei boschi, che più che un territorio vero, complesso e ricco di storia, presenta il Parco come una favola di fantasia.

Questi loghi non si erano imposti adeguatamente all’attenzione. Inoltre, dagli atti precedenti del Parco risulta essere stato avviato nel 2005 un tentativo di far disegnare un logo dai ragazzi delle scuole medie, proprio come suggerito da alcuni interventi del dibattito. Ma quel tentativo non ha dato alcun esito,pur essendo costato – allora senza polemiche - 30.000 euro.

Abbiamo riflettuto su questa esperienza non nostra e non felice, e abbiamo imboccato una strada diversa:
a) avvalendoci non più di dilettanti, ma di professionalità accertate e selezionate in modo trasparente in una gara pubblica aperta a tutti;
b) individuando modalità per cui la scelta del logo non determinasse lacerazioni e querelles pluriennali tra diversi campanili e componenti territoriali del Parco, così come è accaduto per le sedi.

Su questo punto invito tutti all’attenzione. Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano non è costruito attorno a un centro naturalmente unificante. L’elemento naturale unificante c’è, ed è l’Appennino. Ma i due versanti hanno una storia e un presente profondamente diversi. Ci sono voluti dieci anni per far confluire i due versanti in un unico Parco. Ma nella realtà la dualità si è riproposta in continuazione: vive, del resto, anche nel nome composto “tosco-emiliano”.

Il logo, però, non può essere sdoppiato come le sedi. Né compensato con “punti operativi” o “centri visita”. I simboli forti di un versante, il Cusna, la Pietra, oggi non dicono nulla all’altro versante. D’altro lato la splendida Luna in Pietra della Lunigiana storica qui è pressoché sconosciuta. Sono due storie secolari, due paesaggi, due climi, due gusti a tavola. Ci è parso che una perfetta “A” di Appennino, che alludesse ai pascoli del crinale con la Pietra da un lato e il blu del mare dall’altro, potessero essere una sintesi efficace e anche geograficamente onesta. E’ il nostro Appennino, con le sue diversità, e quella sua caratteristica, che si realizza solo qui tra Emilia e Alta Toscana, di confine climatico euromediterraneo, di montagna che vede da una parte il continente, dall’altra il mare. Non abbiamo pensato al commercio, ma alla più vera identità di questo Parco, che non è costruito attorno a un unico elemento naturale vegetale o animale, ma attorno a un concetto di ambiente più moderno e complesso, umano e naturale al tempo stesso: il paesaggio.

Questo paesaggio differenziato e unitario poteva essere rappresentato in forma pittorica o geometrica. Abbiamo pensato e provato entrambe.Quella pittorica pareva anche a noi più sicura e tradizionale. Quella geometrica più azzardata ma anche sintetica ed essenziale, e perciò più forte.Più essenziale e forte perché il triangolo equilatero è una delle forme geometriche più perfette, armonica e al tempo stesso di forte impatto. E perché la forma geometrica consentiva di condensare tre segni in uno solo.

E’ proprio “il crinale”, con due versanti così diversi, il tema unico di questo logo: “crinale euromediterrraneo con Pietra”. Del resto è un logo che può anche rappresentare il progetto d’area vasta: i sei parchi di mare e d’Appennino, nazionali e regionali, che sono concentrati nel raggio di 50 chilometri dal passo del Cerreto.

Certo si poteva anche scegliere un animale, una pianta, una foglia oppure due; o altro, lupo, quercia, falco e faggio. Ma sarebbero stati rappresentativi per qualunque parte dell’Appennino italiano; e avrebbero rappresentato, piuttosto che questo Parco nazionale, una RISERVA NATURALE. Il nostro Parco è nato invece, e cresce, come un PROGETTO TERRITORIALE e come un PROGETTO UMANO. Per questo non ci è apparso abusivo l’uso delle forme geometriche. In sé non sono fredde, corrispondono a una bellezza legata all’essere e all’intelligenza dell’uomo.

Naturalmente i loghi potevano essere altri 100. Alla fine del percorso che ho descritto, siamo arrivati a questo, per mandare all’interno e all’esterno del territorio un messaggio semplice e unificante, vero, corrispondente all’identità propria di questa parte Appennino. Ovvio, che chi ha in antipatia il Parco non può apprezzarne il logo. E che anche per chi ha simpatia, le visualizzazioni potevano essere più d’una. Affidato a 100 persone diverse, il logo sarebbe uscito in cento versioni diverse. Avevamo la responsabilità non piccola di scegliere e l’abbiamo fatto.

Naturalmente siamo disposti a discutere. A ricevere insulti, no grazie! Quelli li rinviamo al mittente, senza se e senza ma, come tutti quelli che abbiamo ricevuto prima, durante e dopo tutti i passaggi di costruzione del Parco nazionale. Che comunque va avanti ed è una ricchezza non effimera di tutti. Del crinale e non solo.

(Fausto Giovanelli, presidente del Parco nazionale dell'Appennino tosco-emiliano)

P.S. Per quanto riguarda i costi, le cose sono più semplici. Credo che ci sia soprattutto più di un equivoco da chiarire. Invio dunque, con nota a parte, la documentazione di quali e quanti servizi professionali di un intero anno di lavoro saranno pagati con 18.000 euro.

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DOCUMENTO

I 18.000 euro di cui si parla con qualche pregiudizio e qualche giudizio sommario non sono il compenso di un bozzetto, ma di un lavoro di produzione e consulenza grafica nell’arco di due anni.

Va precisato che l’incarico conferito alla ditta Carsa S.p.A. su base di una pubblica gara e che prevede un compenso di 18.000 € (e non 30.000 € che era invece la base d’asta della gara indetta) non riguarda solo la realizzazione del marchio e del logo tipo recentemente presentati dal Parco, ma in un lavoro molto più ampio e continuativo (per oltre due anni), che rappresenta la costruzione dell’ immagine coordinata dell’Ente Parco.Si tratta del lavoro che darà coerenza e sinergia a tutti gli strumenti comunicativi adottati in futuro dal Parco.

In pratica, nell’ambito del suo incarico, la ditta Carsa S.p.A. realizzerà prossimamente per il Parco nazionale le seguenti azioni correlate alla definizione del logotipo:
1. declinazione del logo in vari utilizzi: bianco e nero, sviluppo verticale, sviluppo orizzontale, piccole dimensioni, icona web;
2. ideazione di uno slogan con cui accompagnare il logo;
3. fornitura del logo e delle sue declinazioni in differenti estensioni e definizioni necessarie per la riproduzione a stampa con ogni tecnologia (percentuali di quadricromia, codici di colore Pantone, font di carateri utilizzati);
4. fornitura di un manuale di utilizzo del logo nelle sue declinazioni ed estensioni a seconda delle diverse possibili applicazioni;
5. impostazione grafica e fornitura degli esecutivi di stampa dei seguenti elementi istituzionali sia per la sede definitiva del Parco che per la sede provvisoria:
• carta intestata primo foglio (con varianti di pregio per Presidente e Direttore);
• carta intestata foglio seguente (con varianti di pregio per Presidente e Direttore);
• busta standard formato americano (con varianti di pregio per Presidente e Direttore);
• impostazione lettera standard primo foglio e seguenti;
• etichetta intestata per indirizzatura buste, pacchi e plichi di altro formato;
• biglietti da visita personalizzati per almeno 15 nominativi;
• biglietto istituzionale “with compliments” (f.to 9x13);
• foglio e testatina fax;
• frontespizio relazione;
• cartellina;
• blocco appunti in due formati (A4 e A5);
• badge per il personale;
6. impostazione grafica e fornitura delle gabbie esecutive di impaginazione e stampa dei seguenti elementi di comunicazione esterna:
• insegnistica stradale di adduzione;
• insegnistica per sistema di reti tematiche di cartellonistica turistica didascalica;
• insegnistica e cartellonistica per porte del Parco;
• insegnistica e cartellonistica per Case del Parco;
• insegnistica e cartellonistica per perimetrazioni;
• insegnistica e cartellonistica per siti e strutture di servizio;
• tabellonistica promozionale per la visibilità;
• depliants;
• brochures;
• pubblicazioni scientifiche;
• quaderni;
• guide;
• volumi istituzionali;
• cartine;
• cavalierini per convegni;
• badge;
• blocchi;
• cartelline per convegni;
• manifesti di convegni/eventi;
• locandine di convegni/eventi;
• inviti a convegni/eventi;
• pin (spillino da giacca) in argento e smalto col logo del Parco per dirigenti;
7. impostazione grafica e fornitura delle gabbie esecutive di impaginazione e stampa dei seguenti gadget e prodotti di merchndising:
• calendario da parete;
• calendario da tavolo;
• poster;
• cartoline;
• quaderni;
• blocchi;
• rubriche;
• agendine;
• segnalibro;
• astucci;
• penne;
• matite;
• album portafoto;
• album da disegno;
• post-it;
• felpa;
• tuta sportiva;
• pile;
• calzettoni;
• k-way;
• fascia paraorecchie invernale;
• cappellino invernale;
• cappellino estivo;
• t-shirt;
• polo;
• bandana;
• fasce elastiche asciuga sudore per testa e polsi;
• marsupio;
• zainetto;
• sacca;
• portachiavi;
• portadocumenti a tracolla;
• porta-monete;
• orologio da polso;
• portaocchiali;
• orologio da tavolo;
• orologio da parete;
• cornici portafoto da tavolo;
• spillette;
• giochi;
• peluches;
• fermacarte;
• tagliacarte;
• portapenne;
• shopper vari;
• talloncini e adesivi segnaprezzo;
• chiudi busta;
8. fornitura per i 18 mesi successivi la data consegna un servizio di assistenza e aggiornamento grafico e comunicazionale dei materiali forniti in merito a piccole correzioni e variazioni.

Tutto ciò è stato reso noto già dall’ottobre 2007 con l’”Art.1. Oggetto dell’incarico”, del bando diffuso su internet e negli albi pretori, secondo le norme sulla pubblicità degli avvisi di gare per l’affidamento di incarico. Alcuni elementi migliorativi sono stati aggiunti dalla ditta stessa nell’ambito dell’offerta vincente.
Ci auguriamo che il chiarimento contribuisca a comprendere la congruità e competitività del prezzo che è stato in effetti il più basso proposto dalle decine di ditte concorrenti provenienti da tutto il paese.

(Ufficio Stampa del Parco Nazionale)

6 COMMENTS

  1. La gente non capisce, caro senatore…
    …e la colpa è sempre di chi spiega le cose. Almeno così insegnano i grandi comunicatori, da Socrate, a Platone, a Marshal MacLuhan. E nemmeno io, forse sarà il sole del deserto di Qasayim Al-Wark, quarantotto gradi all’ombra, un venti chilometri a sud ovest di Nassiriya, chissà. Ma non ho proprio capito perché due milioni e ottocentomila euro, bilancio ordinario del “suo” Parco nazionale siano pochi. Forse Lei, mi perdoni, caro presidente, pensa un poco troppo in grande, ai comuni cittadini, quelli che pagano il suo stipendio, certe cifre sono incomprensibili. Vede, un operaio ceramico o metalmeccanico, e anche un impiegato comunale laureato, arriva a stento a mille, mille duecento euro al mese, con lo straordinario forse a millecinque. Il logo del Parco, “soli” diciottomila euro, è un anno e tre mesi di lavoro! Lasci stare la cancelleria, buste, bustine e gadget; lasci stare l’identità, pensi a quanta gente si alza alle sei del mattino e si mette in coda su una statale vergognosa (su cui chi doveva indagare non lo ha fatto, unico cantiere in Italia dove hanno lavorato Pizzarotti & C. e dove la magistratura “nostrana” e massonica, Elio Bevilacqua per esempio, non ha messo il naso… ) e poi otto ore in fabbrica, a correre perché c’è l’extracomunitario che non vede l’ora di prendere il tuo posto, e la benzina a 1,50, e l’assicurazione, e i figli a scuola, e il dentista, e il pane, la carne, e le scarpe, i vestiti…
    Cordialmente.

    (Alessandro Davoli, consulente del Ministero Affari Esteri, attualmente impiegato nel Governatorato del Dhi Qar, Iraq – Progetto ancora a firma Massimo D’Alema, tanto per chiarire)

    P.S. – Il presente messaggio è stato scritto durante la pausa pranzo.

  2. La gente capisce? Forse!
    Secondo me è peccare un po’ di presunzione arrogarsi la facoltà di valutare in senso assoluto il livello di comprensione della gente. Io, ad esempio, ho capito benissimo e, essendo esperto del settore, posso dire che il rapporto qualità/costo/entità delle prestazioni, è sicuramente equo. E’ chiaro che, non avendo tutte le qualifiche/funzioni/incarichi/attività di tante altre persone, posso concentrarmi di più sul singolo problema e valutarlo per quello che è senza divagare sui mali del mondo intero. Mio zio diceva: “Quando non hai argomenti, ripeti fino all’inverosimile un tema reale o non reale che però getti inquietudine nelle persone, associa questo tema a ad un argomento qualsiasi (ad esempio il logo del parco) e vedrai che qualcuno ci cade”.

    (Semplicemente Lollo)

  3. Caro Lollo, l’ironia non la capisci?
    Possibile che ogni volta debba saltare fuori un bacchettone di sinistra? Caro Lollo, ma non arrivi a capire il senso ironico del mio commento? Tu che stipendio hai? Diciottomila euro, per un segno grafico di un ente pubblico come il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano, equivalgono ad una anno e sei mesi-un anno e tre mesi di un medio stipendio. Sono soldi buttati… alla faccia dei contribuenti. Punto. Hai capito adesso cosa volevo dire oppure il fatto che abbia toccato “l’intoccabile” ex senatore Giovanelli, e la sua discutibile gestione del Parco, ti fa vedere lucciole per lanterne? Come dicono a Roma: “Che te devo di, ma pure se te lo dicessi… che te lo dico a fà?” (da “Febbre da Cavallo”, un film classico, con Gigi Proietti e altri).

    (Alessandro Davoli, Nassiriyah, Dhi Qar, Iraq)

  4. Semplice considerazione
    Secondo me è peccare un po’ di presunzione (scusate se mi ripeto) etichettare di sinistra o di destra semplicemente perchè si esprime un’opinione. Non è che immedesimarsi troppo nel personaggio politico si finisce per autoconvincersi di esserlo veramente e di perdere il contatto con le cose reali? Ha capito l’ironia, sig. Davoli? Non me ne voglia, parlando seriamente le sue considerazioni sono sicuramente da rispettare, quello su cui vorrei obiettare è sul fatto di identificare il LOGO in un semplice segno grafico. Non è un concetto difficile.

    (Lollo Mariani)