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Ancora sul logo del Parco nazionale Appennino tosco-emiliano

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Il Direttore del Parco Nazionale Giuseppe Vignali interviene sul tema della scelta del logo del Parco e allega, per confronto, copia dei loghi elaborati in precedenza ed utilizzati dal Parco negli anni scorsi.
Ecco quanto scrive il dr. Vignali.

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Logo e immagine coordinata di un Parco Nazionale sono prodotti e servizi che richiedono l’impegno per diversi mesi di competenze e professionalità di alto livello. Affidarne la realizzazione a dilettanti sarebbe come far partecipare agli Europei di calcio una squadra italiana di amatori. Sarebbe assurdo, e il cosiddetto risparmio si tradurrebbe nello svilimento di un’attività professionistica e del suo valore economico-sociale.
Le critiche sul costo del logo sono comunque bene accette, proprio perché ci consentono di chiarire il valore della qualità che il Parco vuole aggiungere al territorio. Anche a partire dal livello delle professionalità e dei progetti.
Il logo è chiamato a connotare per sempre il territorio di montagna di quindici comuni, in Italia, in Europa e nel mondo.
Rapportato a questo valore, il costo è davvero molto modesto ed è quello scaturito dall’offerta più competitiva tra le molte proposte dalle migliori società di comunicazione di tutt’Italia, in una gara partecipata e trasparente, il cui esito ha smentito ogni dubbio pregiudiziale.
Circa i sentieri, confermo l’impegno del Parco per la manutenzione di alcuni percorsi in collaborazione con gli organizzatori dell’importante Ecomaratona del Ventasso. Non è pensabile però di sostituire logo e sito internet con lavori sui sentieri. Tanto più se si tratta di sentieri – come quello degli Schiocchi – situati al di fuori di un perimetro che è stato voluto il più ristretto possibile per una ben nota e antica ostilità al Parco in quanto tale. Tutto l’Appennino dispone di lunghi percorsi idonei per camminare nella natura. Più di ogni altra parte d’Italia. È invece purtroppo povero di strumenti capaci di metterne in evidenza la bellezza e il pregio ambientale, aumentandone così capacità attrattiva e valore.

1 COMMENT

  1. Logo, loghi, loga, loghiamo, logate, logano
    Ho seguito con interesse il dibattito sul logo del Parco, e m’intrufolo per esprimere un’opinione personale.
    Rispetto al logo precedente (lo gnomo con l’uccellino sul cappello) il passo fatto è in avanti, bello lungo… Poi mi sono sfogliato i loghi dei parchi nazionali italiani [@Lhttp://www.parks.it/indice/ParcNat.php@=www.parks.it#l]. Adoro quello del Parco dello Stelvio, trovo affascinante quello della Maddalena (l’arcipelago… ), terribili quelli del Parco d’Abruzzo o dei Monti Sibillini… e definirei “valido” quello del Parco tosco-emiliano e la sua “A”. Ma queste sono valutazioni estetiche e quindi soggettive.
    Oggi un logo è una cosa indispensabile per lavorare, tant’è che ce l’ha persino il mio idraulico! Dev’essere un segno grafico che richiama una “cosa” in un batter di ciglia (luoghi incantevoli, immagino, nel caso del Parco). Attenzione: questo non avviene soltanto con il disegno. Il vero valore di un logo è un disegno valido accompagnato dai fatti, validi. Nel dibattito è stata giustamente citata la “virgola” che rappresenta scarpe di qualità (Nike)… sono stati i fatti (cioè le scarpe) che hanno dato valore a quella “virgola”, mica lo scarabocchio in sè… E chissà cosa si disse a Modena quando fu presentato il cavallino rampante… io avrei detto “carina l’idea di un animale veloce, ma non sarebbe stato meglio un ghepardo o un jaguaro??”. Ma noi cosa proviamo e cosa pensiamo, oggi, quando vediamo il logo della Ferrari? Non credo che sia il profilo di un cavallo un po’ sovrappeso che ci emoziona… è la storia; sono – appunto – i fatti!
    Il logo c’è. Bene. Se tra qualche anno quella “A” verde di Appennino ci farà venire in mente splendidi panorami, spettacolari fioriture, creste innevate, borghi suggestivi e cene gustose in compagnia… Quando vedremo quella “A” sulla porta dei locali tipici, sui sentieri ordinati, sulle magliette indossate dai turisti… se il logo otterrà il suo piccolo “effetto virgola”, sarà davvero un bel logo. E nessuno si ricorderà dei 18.000 euro… Perché questo accada (così è stato per Ferrari, Nike o per il mio idraulico) ci vuole del Lavoro. Lavoro del Parco e di chi, nel territorio del Parco, ci lavora già.
    Ci vuole un buon lavoro, che è quello che auguro io…

    (Carlo Malini)