...Rotiglio Canovi, medaglia d’oro come ‘riproduttore’alle Virgin Island, del quale già abbiamo narrato le mirabolanti avventure occorsegli in America, rientrò a Ligonchio nell’autunno del Millenovecentosette. In una bettola vicina al porto perse a carte la medaglia della quale era stato insignito per il suo ‘lavoro’.
La moglie ‘Manara’ (da Case Manari) ad attenderlo con la piccola Adalgisa. Tutto trascorse tranquillo, un anno dopo il suo rientro nacque Martino e due anni dopo venne alla luce Ernesta. Ma presto la miseria venne a farsi sentire nuovamente, così Rotiglio, nella primavera del Millenovecentoquattordici era di nuovo in mare, destinazione Londra. A casa, la ‘Manara’ con tre figli piccoli e una gravidanza appena iniziata.
Rotiglio giunse a Londra in cerca di fortuna, non è dato sapere dove avesse trovato impiego, c’è chi dice al porto, chi in una miniera di carbone, voci più insistenti dicono trascorresse le giornate a giocare a carte e ad occuparsi di affari non troppo legali. Fatto stà che di lui non si seppe nulla per mesi. Niente lettere, cartoline o qualche soldo spedito a casa.
La Manara, avvezza al carattere frivolo del marito diede di testa, si imbarcò e raggiunse la capitale inglese. Dicono che il giorno nel quale sbarcò, con i tre figlioletti al seguito, Rotiglio fosse al porto ad attenderla, forse nel vedere la donna, i pargoli piangenti e tutto quello che ne sarebbe conseguito, non se la sentì di andarle incontro, preferì nascondersi dietro alcune casse ammassate sui docks e si dileguò.
La Manara attese invano il marito, poi, spazientita, raggiunse il primo comando di polizia e, a gesti e urla, riuscì a risalire all’ultimo indirizzo occupato da Rotiglio.
La Manara piombò in casa del marito accusandolo di aver abbandonato lei e i figli. Restarono in Inghilterra tre anni, a fine anno di quell’anno venne alla luce Evarisco. Trascorsi altri tre anni tornarono a Ligonchio e da lì Rotiglio non si spostò più fino al giorno della sua morte.