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Silvano Domenichini va in pensione

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Una vita per la Coldiretti. Silvano Domenichini, dirigente della più grande associazione agricola italiana, dopo oltre quarant'anni di lavoro ha lasciato, lo scorso 31 marzo.

Era entrato giovanissimo: aveva 15 anni quando è diventato delegato giovanile. Poi a 18 anni è stato assunto come dipendente e via via ha poi trascorso tutta la sua vita in questo mondo, diventato il suo mondo: quello dei coltivatori diretti e dell'agricoltura in genere fino a diventarne un simbolo, un riferimento.

Dire Domenichini voleva dire Coldiretti, dicendo Domenichini si diceva tutto di questo mondo che da sempre è uno dei volani principali della nostra economia, specialmente dal dopoguerra quando il settore ha cominciato a organizzarsi e a radicarsi sul territorio dalla pianura alla collina e alla montagna.

Ed è stato proprio in montagna che il nostro si è fatto un nome, trascorrendo 4 anni come responsabile a Villa Minozzo e poi 28 a Castelnovo ne' Monti, per concludere infine la sua splendida carriera in quel di Scandiano, dove si trova da nove anni. Qui, forte anche della sua grande esperienza e competenza, ha raggiunto il top portando l'associazione agricola scandianese a dei livelli organizzativi molto elevati, garantendo ai suoi 700 soci un'assistenza competente e capillare.

Non vogliamo fare retorica ma dobbiamo essere riconoscenti a Silvano (ora lo chiamiamo per nome) per quello che ha dato al mondo agricolo in fatto di dedizione, competenza e infine di esperienza.

Lo ha fatto spontaneamente, con quel suo modo sincero e sereno e sdrammatizzando sempre ogni problema e, nel caso, sempre sorridente, tanto da mettere i suoi interlocutori - fossero soci, amici, colleghi, superiori - sempre a loro agio.

L'associazione e il mondo che gli gira attorno, dice lui, "mi ha dato tanto in termini di ricchezza interiore e poi mi ha dato la possibilità di mantenere dignitosamente la mia famiglia; e anche per questo gli sono grato".

Ora, anche se ufficialmente in pensione, non uscirà da questo mondo che, dopo la sua famiglia, è stata la sua vita e sta già pensando come dare una mano a quanti avessero bisogno di aiuto o di consigli.

1 COMMENT

  1. Buon riposo (ma lo sarà?)
    E’ un po’ difficile pensare a Silvano senza fazzoletto al collo. Anche perché la Coldiretti in montagna, per molto tempo, è stata identificata nel suo vulcanico impegno. Conoscendolo, non farà mancare, più forte di prima, il suo nuovo “tempo libero” al mondo del volontariato e dell’impegno civile.
    Buon lavoro, Silvano!

    (Gabriele A., direttore Consorzio Conva)