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Operazione Bocca di Rosa

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Bocca di Rosa. E’ il nome dell’operazione - che ha preso il via nello scorso dicembre dopo una segnalazione anonima e protrattasi fino a due giorni fa - colla quale è stata smantellata dai Carabinieri di S. Polo, coordinati dalla Compagnia di Castelnovo ne’ Monti diretta dal cap. Mario Amoroso, un’organizzazione dedita allo sfruttamento della prostituzione che aveva base doppia: nell’Appennino reggiano e nella val d'Enza.

“E’ la più importante operazione del genere finora condotta sul nostro Appennino, che ha portato alla scoperta di una capillare organizzazione malavitosa che funzionava, riteniamo, da qualche mese prima dell'inizio delle nostre indagini”, hanno spiegato gli inquirenti nel corso di una conferenza stampa appositamente convocata questo pomeriggio nella caserma castelnovese di via Micheli, a cui ha preso tra l'altro parte anche il sostituto procuratore reggiano Maria Rita Pantani.

“Con essa, dopo alcuni mesi di lavoro, siamo giunti a sgominare un’attività capillare di favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Si trattava di attività criminosa professionale e non occasionale: era stato anche allestito un sito web per reclamizzare i servizi e aperto un conto corrente ove confluivano i (notevoli) proventi”.

“Infatti i clienti – hanno detto ancora gli investigatori – erano perlopiù di livello medio-alto. Ad essi venivano messe a disposizione ragazze giovani, italiane e straniere (compresa una diciassettenne), ma anche uomini; e prestazioni le più diverse”.

Sono così finiti in manette Sergio Bertoletti, Fatiha Majdouli e Maria Rosa Spataro; sedici persone sono invece state denunciate a piede libero.

"Vorrei sottolineare ancora una volta l'importanza - ha detto il cap. Amoroso - della collaborazione tra cittadini e Arma".