Il primo giugno millenovecentosette la nave Regina d’Italia attraccò al porto di Ellis Island (New York). A bordo centinaia di emigranti in cerca di un lavoro. E un omino, alto un metro e settanta sano di costituzione, in grado di leggere e scrivere (dalle carte di sbarco) consultabili ancora oggi su ellisisland.com. La sua destinazione dovrebbe essere stata Chicago, con sé portava un foglio con vergato un indirizzo di una Ligonchiese che in Illinois già viveva da tempo. Tre mesi a Chicago impiegato come manovale per la costruzione della linea ferroviara.
Rotiglio Canovi, Chicago e l’Illinois non li vide mai.
Rientrò regolarmente a Ligonchio cento giorni dopo la partenza, ma a chi gli chiedeva come fosse l’America raccontò una storia a tratti inverosimile, un’avventura che presto diventò leggenda.
Rotiglio confessò di aver conosciuto alcune persone poco dopo lo sbarco, le seguì, un nuovo imbarco e approdarono alle isole Vergini.
Il Governo Americano in quei tempi aveva un problema riguardo quegli atolli: la popolazione residente non rientrava in quelli che definiremo ‘canoni di fisiognomica’ si asseriva che secoli di isolamento sulle isole avessero minato il corredo genetico degli indigeni. Perciò, occorreva rimescolare un po’ il sangue. Per questo, sul porto di New York era nato un ufficio al quale potevano essere iscritti gli uomini di ‘sana e robusta costituzione’ per recarsi a Virgin Islands e fare quello che andava fatto.
Altro che trascinare traversine ferroviarie al caldo afoso dell’Illinois. Rotiglio si iscrisse e sbarcò sulle isole Vergini un atollo al largo di Puerto Rico. Il comando locale di polizia registrava ogni concepimento avvenuto e il nome del ‘riproduttore’ che ne vantava la paternità, ogni quindicina veniva pagato lo stipendio.
Si dice che Rotiglio, una volta di ritorno a Genova, si ubriacò e perdette la medaglia d’oro, assegnatagli come ‘Riproduttore’, in una partita a carte.
Di nuovo a Ligonchio ebbe altri tre figli:
Ancor oggi la vicenda si aggira tra nelle chiacchiere dei vecchi, ai tempi ronzò anche nelle orecchie della Manara, moglie di Rotiglio, che in Italia aspettava il rientro del marito con la piccola Adalgisa, nata due anni prima. Quando qualcuno le chiedeva cosa fosse andato a fare il marito nel Nuovo Mondo, lei rispondeva scrollando la testa con le vocali aperte tipiche del dialetto di Busana “L’è anda a far al sèm!”.