Mi piacerebbe avviare una discussione a 360 gradi attorno alle norme per la tutela sociale della maternità e sull'interruzione volontaria della gravidanza ovvero la Legge 194/78.
E' un argomento di grande impatto sociale ed attualità e credo possa interessare molti lettori. Inizierò esponendo le mie convinzioni a riguardo, certo di numerose repliche, tutte bene accette, sia concordi che discordanti.
Sono un cattolico trentaseienne, non ancora padre, ma speranzoso di diventarlo nel prossimo futuro.
Credo che la Legge 194 sia uno degli argomenti più discussi senza che la si conosca realmente.
Faccio alcune citazioni, rimandando al link con il testo integrale che fornirò al termine del mio intervento.
Nell'articolo 1 si dice che lo Stato, le regioni e gli enti locali, nell'ambito delle proprie funzioni e competenze, promuovono e sviluppano i servizi socio-sanitari, nonchè le altre iniziative necessarie per evitare che l'aborto sia usato ai fini della limitazione delle nascite. Questa mi pare una premessa importante: la tutela della vita è alla base di questa legge.
L'articolo 5 recita che il consultorio e la struttura socio-sanitaria, oltre a dover garantire i necessari accertamenti medici, hanno il compito in ogni caso di illustrare le posibili soluzioni dei problemi proposti, di aiutare la donna a rimuovere le cause che la porterebbero alla interruzione della gravidanza. Mi pare invece che si tenda a non applicare quasi mai questo fondamentale aspetto della legge.
Veniamo all'articolo 6, certamente il più inapplicato: dopo i primi 90 giorni l'aborto può essere praticato SOLO quando la gravidanza o il parto comportino un grave pericolo per la vita della donna o quando siano accertati processi patologici che determinino un grave pericolo per la salute fisica o psichica della donna.
Infine bisognerebbe che ogni donna conoscesse ciò che dice l'articolo 10: sono a carico della Regione tutte le spese per eventuali accertamenti, cure o degenze necessarie per il compimento della gravidanza nonchè per il parto, riguardanti le donne che non hanno diritto all'assistenza mutualistica.
Io credo che questa sia una buona legge, ma solo se applicata IN OGNI SUA PARTE, ed in particolar modo nei punti da me citati.
Ritengo che l'aborto sia in ogni caso una delle peggiori esperienze che una donna possa sperimentare e quindi sia necessaria una maggiore e più corretta informazione.
Questa è la mia opinione di libero cittadino, senza avere la pretesa di avere ragione: è solo quello che la coscienza mi detta e che ho voluto trasmettere in questa sede.
Invito tutti a leggere il testo integrale, piuttosto breve, della legge 194/78 , al fine di esprimere una opinione informata e consapevole.
Il link per il testo della legge è :
www.ginecologiaediritti.it
(Riccardo Bigoi, Ligonchio)
Confronto su temi etici
In questi giorni molto si scrive sull’aborto, sulla 194, sulla moratoria proposta da Giuliano Ferrara, e da più parti si avverte la necessità di un confronto di idee e di opinioni su temi etici quali l’aborto, il testamento biologico, la ricerca scientifica sugli embrioni. Confronto, non caccia alle streghe. L’episodio avvenuto a Napoli, riportato da tutti i giornali, fa invece temere questo. Sulla base di una segnalazione anonima, la polizia su mandato del magistrato è intervenuta in sala parto sequestrando il feto e interrogando la donna come se fosse un’omicida. Solo dopo ha appurato che l’interruzione era nei termini previsti dalla legge ed effettuata nel rispetto delle regole. E questo per un sospetto. A quella donna, a quei medici, come minimo l’anonimo e i responsabili dovrebbero chiedere scusa. L’interruzione della gravidanza è un problema della società, ma è nelle donne che lascia tracce indelebili. Lascia ferite che mai si rimargineranno, senso di vuoto e solitudine. Solitudine, sì, e se penso a donne che stanno per affrontare questa terribile esperienza le immagino, soprattutto in questi giorni, sole con il loro problema, spaventate e duramente colpevolizzate per le loro scelte. Le donne, gli uomini, i tanti parlamentari che anni fa si sono battuti per questa legge, hanno lottato perchè alle donne, a tutte le donne, anche alle più povere, fosse data la possibilità di effettuare l’interruzione di gravidanza seguendo protocolli, in ambienti sanitari adeguati e senza ricorrere ad aborti clandestini in cliniche a pagamento per chi poteva permetterselo o con attrezzi rimediati per chi non poteva pagare spesso rischiando la vita. La legge può essere migliorata, ben vengano tutte le proposte, deve essere sì rispettata, ma tutte le donne, quelle di adesso e quelle che verranno, debbono continuare ad avere la possibilità di poter scegliere. E di contraccezione vogliamo cominciare a parlarne? Miglioriamo la legge in tal senso, aiutiamo le nuove generazioni a crescere più consapevoli, più informate. Grazie, signor Bigoi, per il suo intervento, grazie per possibilità di un dialogo su un tema davvero difficile.
(Cinzia Formentini)
Interessante dibattito
Interessante e attuale più che mai l’idea di aprire un dibattito sul tema dell’aborto. I numeri sconcertanti di aborti nel mondo (50 milioni di aborti l’anno = 50 milioni di bambini non nati) mi fanno pensare che nel nostro mondo vale veramente poco la vita di un essere umano, e a farne le spese sono soprattutto i più deboli, quelli che non possono difendersi. Io credo che un bambino , fin dal momento del suo concepimento , abbia tutti i diritti di ogni altro essere umano di essere amato, accettato e aiutato a VIVERE e che una donna, potenziale futura mamma,non abbia invece nessun diritto di togliere la vita a un essere umano che già esiste e che diventerà qualcuno. Credo che la 194 (che non conosco nei minimi particolari ma che credo non sia applicata come dovrebbe in tutti i suoi punti) sia importante ma per prevenire l’aborto, per aiutare economicamente e psicologicamente le donne che si rivolgono ai consultori o a un medico per avere un aiuto o un consiglio prima di fare scelte che certamente sono anche dolorose. La vita è comunque e sempre un dono di Dio e anche per questo provo un immenso rispetto per quelle mamme, e ne ricordo alcune anche nella nostra montagna, che rischiando la loro vita, e a volte anche perdendola, per non rinunciare a un figlio non ancora nato, hanno lasciato un grande esempio di amore per tutti.
(a.z.)
Ottima iniziativa: bisogna avere il coraggio di dibattere i temi più scottanti e di esprimere la propria opinione. Credo che i morti da aborto – che vengono stimati in oltre un miliardo – siano il peggiore delitto dell’umanità, che va ben oltre i duecento milioni di morti stimati dalle varie ideologie assolutistiche del 900. Il fatto poi che alcuni sedicenti cattolici, come Rosi Bindi, si oppongano a “modifiche” della 194 e invitino i cattolici a “farsi un esame di coscienza”, dimostra quanto sia ormai radicato il concetto di poter disporre, per legge, delle vite altrui e delle coscienze altrui.
Non è mia intenzione offendere nessuno, ma voglio sapere qual è il diritto di un uomo ad uccidere un altro uomo, abbia o meno compiuto i novanta giorni; questo ragionamento, sia ovvio, non vale per le patologie che possono mettere in pericolo la vita e la psiche della mamma. La vita è tale dal momento del concepimento, e non quando lo stabilisce la legge. È provato, inoltre, che la legge si è appoggiata per anni alla menzogna radical-pannelliana che gli aborti annui clandestini erano da 1,5 milioni a 4 milioni: la media dopo l’approvazione della 194 è intorno ai 130 mila e viene da dire che o ci sono ancora da 1.350.000 a quasi 4 milioni di aborti clandestini (ergo la legge non è servita a nulla), ovvero (più probabile) era fondata su cifre bugiarde. Non me ne si voglia, ma pur essendo d’accordo che tra le due possa essere meglio interrompere la gravidanza “seguendo protocolli, in ambienti sanitari adeguati e senza ricorrere ad aborti clandestini in cliniche a pagamento per chi poteva permetterselo o con attrezzi rimediati per chi non poteva pagare spesso rischiando la vita”, mi trova assolutamente contrario all’idea che la donna abbia diritto ad operare una scelta. In base a cosa una donna può scegliere di ammazzare o meno un altro essere umano? In base a quale diritto, forse a quello di proprietà, per cui finché non nasce, del bimbo la madre può fare ciò che vuole? E perché solo novanta giorni, perché non lo può uccidere magari fino alla maggiore età? Perché allora ci scandalizziamo quando sentiamo che qualcuno trova un bambino in un cassonetto? Certo non è come buttarlo in un sacchetto sterile in ambiente adeguato, ma non credo proprio che Nostro Signore ne possa apprezzare la differenza. È opportuno aprire un dialogo e riformare questa legge; lavorare serenamente per impedire questa inutile mattanza. E ben vengano le iniziative di Ferrara che porta questi temi all’attenzione di tutti.
(Massimiliano Coloretti)
Signor Coloretti, credo che il suo intervento sia molto triste e offensivo. Offensivo nei confronti di donne che soffrendo sono ricorse all’aborto e che ora magari si trovano a leggere le sue parole, in cui lei le accusa di essere delle assassine. Le chiedo di rispettare queste persone. Le parole come mattanza le usi per altri ambiti, per favore.
(Commento firmato)
Carissimo/a, Ella ha ragione. In assoluta sincerità: la parola “mattanza” è fuori luogo e mi scuso per il suo utilizzo. La ringrazio anche dell’appunto, che mi permette di dire che di offendere non c’era nessuna intenzione. La parola giusta, parlando di un miliardo di morti, è genocidio. Se li mette in fila, farà fatica ad immaginarli.
(Massimiliano Coloretti)
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@CSe riusciremo a non deviare da un dibattito sereno, pur esprimendo posizioni diverse, senza scendere in contrapposizioni polemiche che alla fine non giovano a nulla, sarà una bella cosa…
(red)#C
Agghiacciante
Sig. Coloretti, Lei si rende conto di quello che ha scritto? Se i morti da aborto sono il peggiore dei delitti dell’umanità e le donne che lo commettono sono un manipolo di assassine più spietato del sistema nazista, perchè lei e la Chiesa in nome della quale afferma queste cose, non proponete una legge che condanni all’ergastolo queste assassine? Eppure non pensate nemmeno di farlo. Perchè? Forse perchè la mia proposta risulta ridicola anche a voi, nonostante siate così sicuri della gravità del delitto-aborto. Sì, risulterebbe ridicolo, se non fosse che si sta parlando di una scelta seria, difficile, sofferta, drammatica, fatta da donne che decidono con molta più consapevolezza di quella con cui Lei scrive queste parole pesanti e avventate, che hanno molto più amore e rispetto verso un feto di quello che Lei dimostra di avere per un essere umano nell’odio che emerge dalle sue invettive, e che sanno molto di più cos’è la vita di Lei, che ha l’intelligenza divina di sapere con certezza quando inizia la vita in un feto ma mostra di non avere alcuna umana sensibilità per le persone nè l’umana percezione di cosa sia la vita di un individuo. Da fervente cristiano quale proclama di essere, quando si appresta a sottoporsi al serale esame di coscienza, dovrebbe riconoscere che sarebbe il caso di chiedere scusa per quello che ha scritto. Ammesso che sia anche nell’intimo un vero cristiano. Perchè dai toni del suo intervento, mi viene qualche dubbio anche su questo.
(Francesca B.)