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L’orto è stato “seminato”

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Atmosfera di festa e divertimento quella che si respirava nel pomeriggio di oggi nei pressi delle scuole medie di Felina, dove, alle ore 14, è stato ufficialmente dato il via al primo “Orto in condotta” nella provincia di Reggio Emilia.

E’ stato infatti firmato il protocollo d'intesa che sancisce la nascita di questa importante realtà. Il Comune di Castelnovo ne' Monti, la scuola media felinese e la Condotta di Slow Food dell’Appennino reggiano si sono fatti promotori di questo importante ed innovativo progetto, che prevede la realizzazione di un orto a scuola per promuovere e sviluppare l’educazione alimentare e ambientale tra i giovani.

Erano presenti alla firma il sindaco di Castelnovo Gian Luca Marconi e gli assessori Paolo Ruffini, Nuccia Mola e Giuliano Maioli, la fiduciaria della Condotta Slow Food dell’Appennino reggiano Monica Belli, il dirigente scolastico Claudio Becchetti e soprattutto tanti giovani studenti che lavoreranno, tra lezioni di teoria e pratica “sul campo” (letteralmente), alla cura dell’orto.

Saranno le classi 1^ e 2^ media di Felina protagoniste a partire da quest’anno e per tre anni del progetto, nel quale il Comune si impegnerà a fornire il terreno, le sementi e gli attrezzi utili per iniziare a coltivare l’orto e contribuirà al finanziamento del progetto. La scuola curerà la programmazione didattica e la realizzazione dell’orto, collaborando con la Condotta Slow Food nella ricerca di uno o più “nonni ortolani” che si prendano cura dell’orto in modo continuativo, mantenendolo attivo durante tutto l’anno.

Gli alpini della sezione di Castelnovo si occuperanno di realizzare la recinzione dell’orto, che sarà preparato in un terreno adiacente all’attuale campetto sportivo vicino al plesso scolastico.

Ha illustrato le caratteristiche dell’orto in condotta Monica Belli: “E’ una iniziativa nata negli Stati Uniti nel 1994, col nome di 'School garden': Slow Food la sostiene con forza per i suoi valori di apprendimento degli aspetti agroalimentari ed ambientali dei diversi territori. Per noi è un grande successo poter attivare il primo di questi orti in provincia di Reggio, anche perché la nostra condotta è attiva da poco tempo. Sarà un terreno facilmente raggiungibile a piedi dalla scuola, che potrà garantire a voi ragazzi un approccio diverso a ciò che mangiate, ad imparare che c’è differenza tra i vari prodotti ortofrutticoli che acquistate, e che questa differenza, nel tipo di coltivazione, nella provenienza, si riflette sull’ambiente e l’ecologia”.

I ragazzi saranno affiancati da alcuni adulti, denominati “nonni ortolani”, che porteranno un indispensabile bagaglio di esperienza. “Siamo molto soddisfatti – ha aggiunto Marconi - di questo protocollo che è un atto concreto della nostra adesione al circuito Cittaslow, una esperienza bella e importante”.

Becchetti ha sottolineato “l’importanza di reintrodurre nella scuola anche attività manuali, e poter imparare cosa comporta prendersi cura di un frutto o un ortaggio che viene seminato e poi nasce e cresce”.

Paolo Ruffini ha aggiunto: “Io ho imparato a conoscere e riconoscere i sapori, i valori di quello che si mangia nell’orto dei miei nonni: vedrete che sarà una esperienza che ricorderete”.

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Così Slow Food spiega la filosofia di questi orti: “Il modo disordinato e precipitoso con cui ci nutriamo rispecchia pienamente questo stile di vita: nessuno si prende più il tempo di porsi delle domande di fronte ad uno scaffale del supermercato o di fronte ad un piatto già preparato. Slow Food si è schierata da tempo dalla parte del mangiar bene, del recupero dei vecchi saperi e dei piatti tradizionali. Oggi però la nostra Associazione ritiene che si debba fare un passo ulteriore, che coinvolga i grandi, ma soprattutto i piccoli che hanno ancora un mondo da scoprire: cambiare le nostre abitudini alimentari quotidiane cercando di avvicinarle ai concetti del buono, pulito e giusto. Avvicinarli alla terra facendo loro coltivare dei frutti e delle verdure più o meno conosciuti è un modo per educarli alla varietà, alla stagionalità, ai metodi di coltivazione biologici e biodinamici, al rispetto della natura e di tutte le creature viventi, ad incuriosirsi per ciò che è diverso e ad assaggiare ciò che loro stessi coltivano. Gli stimoli che intendiamo dare ai bambini con il progetto Orto in Condotta vanno nella direzione del buono, del pulito e del giusto, perché trasmettiamo loro l’idea che ciò che è coltivato in maniera non intensiva, che è raccolto al momento giusto e non fa centinaia di chilometri per arrivare a destinazione, non può che essere organoletticamente più buono ed ecologicamente più sostenibile”.