Continua la stagione del teatro Bismantova di Castelnovo ne' Monti. Mercoledì 13 febbraio, alle ore 21, sarà la volta dell'orchestra "Archi italiani", diretta da Manlio Benzi, che si esibirà in un concerto.
Gli interpreti solisti saranno Giovanni Mareggini al flauto e Davide Burani all'arpa.
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Il 24 marzo 1721 Bach inviò a Christian Ludwig, margravio del Brandeburgo, sei concerti per più strumenti, con una dedica molto riverente, che probabilmente celava l'intento di avviare la propria candidatura alla corte del nobile signore. Ma i concerti, poi denominati brandeburghesi in onore del suo destinatario, non vennero apprezzati e furono editi solo cento anni dopo la morte del compositore, nel 1850. Bach era probabilmente consapevole della difficoltà esecutiva di questi lavori, realizzati nel periodo in cui prestava la sua attività di maestro di cappella a Köthen, in Sassonia, al servizio del principe Leopold, dove disponeva di un'orchestra non molto numerosa ma di alto livello. I sei concerti costituivano infatti nelle sue intenzioni una specie di dimostrazione delle possibilità del genere, una sorta di compendio degli stilemi virtuosistici di più alto livello. Li battezzò «Concerts avec plusieurs instruments»: vi si alternano infatti vari solisti con caratteristiche timbriche molto differenziate e ruoli altrettanto diversi. Il primo concerto comprende un organico davvero insolito, costituito da tre gruppi strumentali: tre oboi con un fagotto, due corni da caccia, un violino piccolo con funzioni solistiche e il caratteristico 'ripieno' degli archi. L'organico inconsueto e la struttura altrettanto atipica fanno pensare a un'opera nata per celebrare un evento particolare, probabilmente una circostanza solenne. Caratterizzato dal continuo dialogo tra i vari gruppi di strumenti contrapposti, rispecchia il gusto francese, evidente nell'uso del violino piccolo - proprio della coeva letteratura francese - e nei brani di danza posti a conclusione dell'opera nello spirito della suite piuttosto che del concerto. Si apre con un Allegro brillante in cui emergono le scintillanti sonorità di corni e oboi. L'Adagio, lento ed espressivo, vede protagonisti oboe e violino, mentre il terzo movimento, Allegro, torna a un carattere gioiosamente ritmico. Il tutto è completato in modo inconsueto da una suite di danze, con i motivi pastorali del Minuetto, il tema rustico di Polacca, la ripresa del Minuetto con un nuovo Trio dalla singolare scelta timbrica, caratterizzata da un dialogo all'unisono tra due corni e tre oboi. L'elaborazione tematica, in una forma godibile, dialettica, brillante che coinvolge l’ascoltatore dalla prima all’ultima battuta, contraddistingue allo stesso modo il concerto per flauto e arpa di Mozart, composto una sessantina d'anni dopo i brandeburghesi di Bach, nell'aprile del 1778, quando il ventiduenne musicista salisburghese si trovava a Parigi. La commissione venne dal duca di Guinnes, un flautista dilettante, che desiderava un concerto destinato a sé e a sua figlia, abile arpista. Era un’idea ardita mettere insieme questi due strumenti diseguali, entrambi molto amati dalla nobiltà dell'epoca. In realtà il risultato fu ottimo e diede il via allo sviluppo di un repertorio per due timbri strumentali che si abbinano molto bene tra loro: il flauto melodico, fornito di un registro virtuosistico, e l’arpa delicata e polivoca. Il concerto rimane il solo esempio di dialogo concertante per due strumenti eterogenei realizzato da Mozart e affascina immediatamente per le raffinate sonorità, il perfetto equilibrio fra i due solisti, il procedimento dell'imitazione, l'esaltazione di un intenso lirismo. Agli stessi anni del lavoro mozartiano risale il quintettino G 324 per due violini, viola e due violoncelli dal titolo La musica notturna delle strade di Madrid, composto dal musicista lucchese Luigi Boccherini nel 1780. Vissuto per quasi tutta la vita in Spagna, dove si era trasferito nel 1768, per circa 15 anni soggiornò a Madrid presso la corte di don Luis, fratello del re spagnolo Carlo III. All'ambiente della vita di corte è legata la sua abbondante produzione cameristica e in particolare il quintettino in programma (questa sera eseguito in versione orchestrale), un sentito omaggio alla città in cui il compositore si era stabilito. A detta dello stesso Boccherini "rappresenta la musica che passa di notte per le strade di Madrid, cominciando dal tocco dell'Ave Maria sino alla ritirata". Si tratta di un'affascinante descrizione musicale della vita notturna della città, col chiasso delle sue strade, i balli, le feste, le campane, il rosario, i saltimbanchi; il tutto osservato attraverso il percorso della ronda notturna che, dopo aver compiuto il suo consueto itinerario, nell'ultimo movimento si ritira. L'atmosfera è evocata attraverso il ricorso a melodie spagnole, rivisitate secondo raffinati spunti descrittivi e un'efficace ricerca timbrica: il compositore correda la partitura di varie e dettagliate note esplicative, culminanti con l'indicazione per i violoncellisti di posare lo strumento sulle ginocchia e di pizzicare le corde con le unghie della mano rovesciata, come se stessero suonando una chitarra, strumento spagnoleggiante per eccellenza.
(Stefania Roncroffi)
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Il programma:
- Luigi Boccherini: La Musica Notturna delle strade di Madrid;
- Wolfgang Amadeus Mozart: Concerto KV 299 in do maggiore per flauto, arpa ed orchestra;
- Johann Sebastian Bach: Concerto Brandeburghese N° 1 in fa maggiore BWV 1046.
Prezzo per i non abbonati: 13,00/10,00.