Pubblichiamo integralmente il testo dell'interpellanza presentata dalla minoranza all'Amministrazione comunale di Carpineti sulla situazione della biblioteca locale.
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In premessa e tra parentesi, si ricorda che, nel 1999, alla proposta di istituire la biblioteca integrata, l’Amministrazione si manifestò piuttosto ostile, ma si ammorbidì, nel tempo, fino ad accettarla. Si ricorda altresì che fino all’agosto 2007, oltre alle due docenti che l’hanno realizzata, nella biblioteca hanno lavorato un impiegato della scuola, formatosi a Firenze nella catalogazione, saltuariamente;, un’altra dipendente, tre laboratori di ragazzi della scuola media, del tempo prolungato con i loro docenti, ragazze e ragazzi, adulti volontari.
Si chiede al signor sindaco del Comune di Carpineti e agli assessori alla cultura e alla scuola, perché politicamente fa capo a loro la biblioteca ex-integrata scuola-territorio "Don Francesco Milani", quali riflessioni li hanno condotti alla scelta unilaterale di una gestione solo comunale della biblioteca stessa e a non considerare come valore per la comunità lo slancio appassionato di chi vi ha lavorato volontariamente, anche se non “inquadrato” in associazioni di volontariato o di partito politico.
Tenuto conto che la biblioteca è stata sognata, pensata, progettata e, infine, realizzata, con finanziamento di 106.000.000 di lire, risalente al 1999, concesso dall’allora Ministro dell’Istruzione Giovanni Berlinguer, da due docenti della scuola media, in un bellissimo locale appartenente al Comune, le quali hanno lavorato da sole fino al giugno del 2002, quando fu assunto, per 11 ore settimanali, con contratto di co.co.co, il maestro Munari, per suddividere gli orari di apertura al pubblico fra scuola e comune.
Le due docenti, nel frattempo, si sono formate, hanno inventariato, “incassettato” i libri giacenti inutilizzati nella casa di Cortina (le cassette sono state recuperate alla discarica), e dopo che i cantonieri comunali hanno trasportato i libri nel nuovo locale destinato alla biblioteca, vi hanno sistemati gli scaffali, provenienti, anch’essi, dalla casa di Cortina, hanno “rilavorato” gli stessi libri, hanno accolto il patrimonio librario della donazione di Don Salvarani recandosi di persona a “lavorare” i libri nel vecchio seminario di Reggio.
Hanno proceduto alla scelta dei nuovi documenti da acquistare, li hanno inventariati, catalogati, etichettati, rivestiti, maneggiati nuovamente, uno per uno, per la sesta volta, per collocarli negli spazi a loro destinati. Tutto ciò durante le ferie, il giorno libero, la domenica, la sera, le giornate festive.
L’inaugurazione è stata fatta nell’ottobre 2002, dopo tre anni.
Bisognava trovare il modo di promuovere un servizio nuovo. Quindi sono stati organizzati:
- i mercatini e il prestito durante il mercato;
- il prestito alla piscina, ai bar;
- il prestito a domicilio per l’handicappato;
- il “bookcrossing”;
- nati per leggere”;
- “fiabe d’inverno”;
- incontri per docenti sull’importanza dell’uso della biblioteca;
- corso di poesia;
- di recitazione;
- tre corsi gratuiti d’inglese;
- scaffali di libri per bambini presso l’ambulatorio pediatrico.
La collaborazione a tre persone (più la parentesi iniziale) è proseguita con l’arrivo della nuova dipendente, all’inizio del 2005, e si è prolungata fino al 20 settembre 2007, quando ad una delle docenti è stato detto, in biblioteca, che da quel giorno lì avrebbe potuto andarci come utente; al più avrebbe potuto dare una mano agli altri dipendenti - diventati, nel frattempo, tre - forse, a mettere a posto i libri. Ecco e come la biblioteca è diventata ex-integrata.
Dopo 8 anni di lavoro, sottolineiamo gratuito, perché chi progetta nella scuola viene compensato per la disponibilità con 1000,00 euro circa, che impieghi 30 ore o 800 ore, dettato dal desiderio di sopperire ad una carenza del territorio offrendo, soprattutto ai nostri ragazzi, e, soprattutto, a quelli che non hanno genitori responsabili ed attenti, quindi più a rischio di bocciatura scolastica e sociale, un luogo in cui poter attingere alla cultura, in cui trovare chi li potesse guidare nello svolgere i compiti, le ricerche, chi potesse riprenderli per comportamenti poco rispettosi, un luogo per socializzare.
Si chiede agli assessori alla cultura e alla scuola quali riflessioni li ha guidati in questa scelta. Questa scelta, a parte la scarsa civiltà del comportamento, la mancanza di condivisione, non è uno scialo di esperienze e conoscenze accumulate “facendo”, uno spreco di passione civile in questo territorio che sente scarsamente l’appartenenza ad una comunità? Si attende risposta scritta ed orale.
(Paolo Orsini, Mirco Canovi, Marco Cavalletti, Linda Olmi, Clementina Monti, della lista civica di minoranza)
P.S. - Nell’inverno del 2004, la lista civica aveva presentato una mozione, sull’ampliamento della biblioteca, alla quale è stata data risposta affermativa privata ed orale; nel luglio del 2007 è stata presentata un’interrogazione sulla biblioteca alla quale non è stata ancora data risposta.
Attendo curiosa la risposta dell’Amministrazione
Posso testimoniare l’amore, la passione, la dedizione con cui la biblioteca di Carpineti è stata creata e gestita dalla professoressa Clementina Monti e da chi, con lo stesso spirito, ha lavorato con lei in questi anni. Non capisco, non mi spiego come l’Amministrazione comunale possa non avere riconosciuto la ricchezza, la disponibilità, la passione e la gratuità del lavoro svolto. Trovare una persona disponibile e amorevole in un pubblico ufficio è una rarità. La professoressa Monti oltre che letterata e persona di cultura, vanta un esperienza di trent’anni come pedagogista ed educatrice. Fortunati i suoi ex-allievi e chi la conosce. Grazie al suo garbo e al suo saper esser accogliente con i ragazzi, la biblioteca in questi anni è stata anche un centro di incontro, oltre che per i libri, ben venga, anche per trovarsi, in un paese che sappiamo bene non offre molti luoghi dove poter stare insieme. Al bisogno i ragazzi sapevano di poter contare su un aiuto, una spiegazione, una ricerca. Ho visto gli insegnanti andare a raccogliere i libri dalle cantine dimenticate e portarli in biblioteca. Ho donato io stessa, e volentieri. E ho coinvolto amici bibliofili. Tutto per supportare questo progetto.
Mi chiedo come si possa disfarsene così, da un giorno all’altro, come se nulla fosse stato, non solo compiendo un gesto irriconoscente ed ingrato ma anche rinunciando brutalmente ad una risorsa. Attendo con curiosità la risposta dell’Amministrazione ed esprimo tutta la mia solidarietà con chi si è sentito profondamente ferito da questa vicenda. Nei posti civili a chi fa del bene al paese gli intitolano magari dopo cent’anni una strada. Chissà se in questo comune si riesce a dire almeno grazie… subito?
(Ameya Gabriella Canovi)
Episodio
Giovedì 24 gennaio 2008, ore 16. Arrivo in biblioteca per riconsegnare dei libri che gli studenti delle medie consegnano a me, quale referente della scuola per la biblioteca. C’è gente che aspetta: un gruppo di studenti delle superiori, mamme, adulti con i libri in mano. Vado alla porta: chiusa, nessun avviso. La gente guarda me perchè sa che anche io aprivo la biblioteca: rispondo che non ho la chiave, ho mal di denti; anche volendo non aprirei la biblioteca, soprattutto perchè ci è stato detto che non c’è più bisogno degli insegnanti per l’apertura. Mi dispiace per le persone, dico loro di far presente la situazione; sta cambiando qualcosa: in meglio? L’inconveniente può capitare, però bisogna avvisare e i modi ci sono. Tanto è stato fatto per invogliare la gente ad andare in biblioteca. Quello che ho visto oggi crea amarezza, perchè rischia di vanificare un lavoro lungo e faticoso, fatto con passione vera e disinteressata.
Perchè si è arrivati a questa situazione? Perchè si è voluto fare a meno dell’esperienza e della disponibilità di chi ha creato la biblioteca di Carpineti?
Sono anch’io in attesa di una risposta.
(l.m.)
Biblioteca “colorata”?
Alle voci delle mie colleghe aggiungo alcune considerazioni. Mi trovo in pieno accordo con quanto hanno espresso e condivido in tutto. Ho lavorato per più di vent’anni con Clementina e so con quanto amore e passione ha affrontato il suo lavoro di insegnante. Con lo stesso slancio ed entusiasmo ha lavorato per anni (anche con l’aiuto di altri docenti) per creare la biblioteca di Carpineti, che era diventata un luogo di incontro per i ragazzi, dove potevano socializzare e anche trovare chi li potesse seguire nello svolgimento di compiti o ricerche. Io stessa, che ogni tanto mi reco in biblioteca per incontrare i miei alunni e, in caso di bisogno, guidarli nell’esecuzione dei compiti di matematica, ho notato che piano piano l’affluenza dei ragazzi è notevolmente diminuita. Sembra proprio che l’esperienza della biblioteca integrata sia conclusa, senza aver considerato ciò che gratuitamente hanno fatto i docenti, solo ed esclusivamente per il bene dei ragazzi. Mi viene spontaneo porre una domanda: non è che anche la scuola e la cultura devono avere un “colore”? O forse ci sono altre ragioni che non conosco?
(s.m.)
Condivido e sottoscrivo in pieno il preciso commento di Gabriella Canovi. Spero si tratti solo di “ottusità burocratica” di qualcuno incapace di far coesistere una risorsa preziosa con problemi gestionali.
(Ottavio Tarabelloni)
Chiarimenti del sindaco mercoledì 30
E’ stato annunciato che mercoledì 30, al pomeriggio verso le ore 16,30, il sindaco di Carpineti interverrà in un’assemblea della scuola media carpinetana per “chiarimenti rispetto la questione della biblioteca”.
(Commento firmato)
Il sindaco ha espresso il proprio rammarico per una serie di malintesi, ha chiesto pubblicamente scusa per le incompresioni e si augura che i rapporti di preziosa collaborazione scuola-biblioteca riprendano e si svolgano in pieno clima collaborativo nell’interesse dalla comunità.
A.C.