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Montagna, la disoccupazione è femmina

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Su 736 iscritti alle liste del Centro per l'impiego di Castelnovo ne' Monti 519 sono donne, cioè oltre i due terzi, a conferma che in montagna la disoccupazione è soprattutto femminile.

Ma il trend non è in crescita, anzi è in leggera flessione: nel 2006 infatti avevamo un totale di 773 iscritti di cui 544 donne. I dati sull'andamento economico-occupazionale nel distretto montano sono emersi durante l'ultima riunione dell'Osservatorio permanente Anteverto che ha visto una nutrita partecipazione di enti locali, istituzioni e forze sociali.

Oltre all'assessore provinciale al Lavoro Gianluca Ferrari che ha presieduto il tavolo, erano presenti infatti i rappresentanti del Comune di Castelnovo, dell'ente di formazione Enaip, della CNA, della Confartigianato e della Cgil.

"La buona notizia - ha detto l'assessore Ferrari - rispetto alle difficoltà che le donne incontrano nel mercato del lavoro locale, riguarda il fatto che stiamo assistendo ad una maturata consapevolezza e ad una maggiore disponibilità a rimettersi in gioco, a riconvertirsi professionalmente anche accettando di seguire corsi di formazione ad hoc per aggiornare le proprie competenze.

Questo è importante poichè il mercato del lavoro, anche in montagna, richiede specializzazione ed una adeguata preparazione". A riprova di questa presa di coscienza è anche l'alto numero (436) di colloqui di orientamento (in larga parte chiesti da donne) che si sono avuti al Centro per l'impiego nel 2007.

Per quanto riguarda le crisi aziendali, il territorio montano - dopo la chiusura della Kermont e il licenziamento di 39 addetti - non sembra soggetto a particolari rischi. Nel 2007 solo un'azienda di abbigliamento ha chiuso mandando a casa 17 lavoratori.

"Risulta di fondamentale importanza - ha sottolineato al proposito l'assessore - che le proprietà mettano al corrente i propri dipendenti dell'andamento aziendale, in questo modo si potrebbero forse evitare cessazioni totali; i dipendenti, informati a tempo debito, potrebbero organizzarsi per rilevare rami d'azienda o comunque non ritrovarsi disoccupati da un giorno all'altro".

In tema di possibili sviluppi futuri per la montagna l'assessore comunale Ruffini ha poi sottolineato che soprattutto la parte del territorio lungo l'asse Carpineti, Casina e Castelnovo ne' Monti è attualmente in fase di sviluppo economico ed anche demografico, mentre l'asse Busana, Collagna e Cervarezza si aspetta un forte rilancio dal Parco Nazionale.

4 COMMENTS

  1. Si continua a falsare la realtà
    Ma come si fa a sostenere che le cose in montagna vanno bene e che il problema della occupazione femminile non è più un grosso problema? Se la Provincia di Reggio Emilia avesse l’accortezza di invitare tutti i soggetti interessati (anche quelli istituzionali) agli incontri sul tema occupazione/montagna, forse emergerebbe che la disoccupazione femminile è un’altra emergenza del territorio montano e se appare poco visibile è perchè buona parte delle persone accettano di compiere un’ora di viaggio per andare a lavorare e un’ora per rientrare al luogo di residenza a fine orario di lavoro (minimo 70 km al gg di viaggio).
    Fino a quando sarà possibile falsare la realta? Eppure Castelnovo ne’ Monti è ancora piena di manifesti che ringraziano a proposito della conferenza economica Babbo Natale. La befana ci ha portato ancora delle cose buone!!! Evviva, tra non molto avremo anche la certezza della piena occupazione in tutto il territorio montano.
    Un vecchio detto montanaro afferma che “el ball e stan in pog posto” (le balle stanno in poco posto).

    (Marino Friggeri, Udc Comunità montana)

  2. Potrebbe fornire qualche dato?
    Se lei, sig. Friggeri, ha dei dati che avvalorino la sua legittima tesi perchè non li propone su questo sito, che gentilmente ci ospita, così magari possiamo fare una valutazione più corretta. Agli incontri con la Provincia non sono stato chiamato nemmeno io…

    (Commento firmato)

  3. Problema occupazione in montagna: occorre guardarci dentro
    Il solito commentatore anonimo mi invita a dare dei dati. Gli rispondo che i dati sono sempre frutto di un’analisi approfondita della realtà. Lo invito ad una ricerca comune dei seguenti dati reddito pro capite della nostra montagna comparato al territorio prov.le: n. imprese, n. addetti diviso per settore, occupati donne, occupati uomini, apprendistato, % assunti a tempo determinato sul totale addetti,
    soci lavoratori sul totale addetti,
    distanza media percorsa per raggiungere il luogo di lavoro e costi trasporto, n. addetti in liste di mobilità, n. addetti in liste di disoccupazione, aziende interessate a processi di cassa integrazione, invalidi residenti in montagna iscritti e in attesa di un lavoro, aziende a rischio di ricambio generazionale, fatturato lavoro autonomo diviso per settore, processi di integrazione tra scuola e lavoro, corsi di formazione professionali realizzati e finalizzati all’inserimento lavorativo, settori interessati a processo di sviluppo,
    andamento demografico della zona montagna.
    Se l’interlocutore si qualifica, assieme potremo guardare dentro alla realtà per scoprire che chi vende per buona una cosa che buona non è compie un atto di mancanza di rispetto verso chi in montagna vuole continuare a lavorare e a vivere. Ma i maghi e gli illusionisti fanno ancora spettacolo!!!

    (Marino Friggeri, Udc Comunità montana)

  4. Interessante
    Io non sono il commentatore anonimo in questione, ma sono altrettanto interessato ad accogliere l’invito di Friggeri per approndire la situazione occupazionale e i dati relativi, dei quali ho già esposto altrove la mia delusione statistica.

    (Agostino, [email protected])

    P.S. – Caro Friggeri, la invito a contattarmi anche privatamente, desidero approfondire la questione per capirci quanto più mi è possibile.