VETTO (18 gennaio 2008) – “Avete operato un’esemplare manutenzione della strada Rossigneto-Vogilato. Lo scorso anno avete razionalizzato le piante, recentemente avete realizzato un muro di sostegno che si integra con il contesto di questa strada tagliata tra i boschi”. E’questo il testo della lettera di un cittadino pervenuta al Consorzio della Bonifica Bentivoglio Enza in apprezzamento dopo la conclusione dei lavori per il ripristino danni alla strada di Bonifica Rossigneto-Vogilato.
Siamo in piena zona matildica. Poco più sotto corrono tratti del percorso, antico più di mille anni, che giungeva al capoluogo. Qui passa anche un sentiero per escursionisti (difficoltà F).
“E’ una strada di bonifica, ma vitale anche per il nostro comune – spiega GSara Garofani, sindaco di Vetto – perché unisce agevolmente la vallata del Tassobbio con le sue frazioni da Legoreccio a Piagnolo al paese. Il Comune contribuisce al suo utilizzo con opere di sgombero neve.
Ma apprezziamo che la Bonifica abbia scelto di intervenire qui con tecniche di ingegneria naturalistica, considerato il valore storico del luogo. Oltre che in zona matildica siamo già nella monumentale valle dei muretti. Non solo: questa è per molti vettesi una via di comodo passeggio perché interamente pianeggiante”.
“Questa strada – ricorda Emilio Bertolini, presidente del Consorzio della Bonifica Bentivoglio-Enza - venne realizzata nell’immediato dopoguerra, attraverso i cosiddetti cantieri scuola, istituiti dal ministero del lavoro, pagando a giornata gli artigiani del posto: nacque così l’impianto viario capillare dell’Appennino, utilizzato ancora oggi. L’impegno del Consorzio di Bonifica in montagna è a servizio dell’uomo”.
“Questa strada – entrano nel dettaglio Vito Fiordaligi, direttore del Consorzio di Bonifica Bentivoglio Enza, ed Aronne Ruffini, direttore tecnico della zona montana - presenta scarpate di valle e di monte particolarmente ripide, tanto che spesso si verificano cedimenti e frane che comportano disagi e pericolo per gli utilizzatori della stessa. Il Consorzio dispone delle competenze e delle professionalità per risolvere queste situazioni. Nell’intervento specifico che presentiamo oggi, siamo intervenuti in un tratto dove il terreno della scarpata di monte è composto da una formazione marnosa”.
Questo cosa comportava?
“Era sufficiente una pioggia di breve durata per fare si che terriccio e detriti invadessero la carreggiata stradale, rendendola inutilizzabile. Ci troviamo, però, in un’area di particolare pregio ambientale e storico. E’ per questo che abbiamo adottato tecniche di ingegneria naturalistica, all’avanguardia nell’ambito dei Consorzi di bonifica, ovvero l’impiego di materiali inerti locali con fini antierosivi, stabilizzanti e di consolidamento.
Nel versante a monte, con un intervento di 41.000 euro, abbiamo costruito, affidando i lavori a un’impresa specializzata nella realizzazione delle opere a verde, una palizzata a doppia parete intramezzata da conci in pietra, e il risultato è stato notevole sia sotto l’aspetto ambientale e dell’inserimento dell’opera”.
Ambiente rispettato, gradimento dei cittadini, problema sicurezza risolto.