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Una favola che sapeva falciare: la Valpadana

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Valpadana, Landini, Fiat, Olmi, Same, Bcs… nomi che in chi ha qualche capello grigio e un po’ di più, rimandano ad anni particolari. Quelli dell’avvento della meccanizzazione in agricoltura sul nostro Appennino, a partire, dalla fine degli anni Cinquanta.
Forse non molti sanno che Valpadana (ora gruppo Landini), la celebre ditta costruttrice di mezzi agricoli, è reggiana: ha sede a San Martino in Rio. E saranno tanti gli agricoltori che ricordano l’arrivo della Valpadana per segare l’erba, soppiantando definitivamente la falciatura a mano, per la quale occorreva partire nottetempo prima che il sole fosse alto e bruciante.
Sabato 19 gennaio 2008 alle ore 17.00 al Museo dell’Agricoltura e del Mondo Rurale di San Martino in Rio, sarà presentata al pubblico la donazione che la famiglia di Nuber Stefani – fondatore della Valpadana - ha voluto offrire, in occasione del 25° anniversario dalla sua scomparsa, al museo del proprio paese. Nuber Stefani nel 1959 fondò, insieme al padre e al fratello, la ditta Valpadana, di cui ebbe la completa responsabilità a partire dal 1961. Con tenacia, lungimiranza e intelligenza imprenditoriale, seppe trasformare la piccola impresa di meccanica agricola in un gruppo industriale con oltre 250 dipendenti, inserito tra i primi tre produttori italiani del settore.

Tutto partì da un campanaro fabbro
La Ditta Valpadana nasce come progetto originale della famiglia Stefani. Il capostipite é Ettore Stefani (1898-1982) di Stiolo, fabbro ferraio e campanaro della frazione. Nel decennio 1920-1930, Ettore gestisce in proprio una piccola bottega artigianale di fabbro. Negli anni ‘40, lavora come operaio alle Officine Reggiane di Reggio Emilia, dove matura esperienza e competenze in ambito di meccanica. In questa fase, la produzione artigianale della bottega, si concentra su stufe a legna – che avevano già da qualche decennio iniziato a diffondersi sempre più nelle abitazioni rurali al posto dei dispendiosi e fumosi camini - , carpenteria meccanica e tubi d’irrigazione.
Lasciate le Reggiane, nell’ immediato dopoguerra avvia una attività a gestione famigliare con i figli Eros (1922-1961) e Nuber (1927-1983) a S. Martino in Rio, in Piazza Tassoni n° 6. L’ officina, denominata “Stefani Ettore e Figli”, si specializza successivamente in macchine agricole motorizzate per il taglio dell’erba. Ben presto queste macchine – dal caratteristico motore un po’ fiacco – arrivano in Appennino. Gli Stefani producono i primi modelli di motofalciatrici. Oltre ai figli, lavorano nella officina meccanica, 5 operai. Successivamente l’azienda si amplia. Entra un socio ed acquisisce la denominazione “Stefani e Ruggerini”. Nel 1959 viene fondata la Fabbrica di macchine agricole “Valpadana” s.p.a. con sede a S. Martino in Rio in via Lemizzone 1. L’azienda produce una gamma di motofalciatrici e motopompe ed inizia a produrre anche un modello di macchina agricola polifunzionale denominata motocoltivatore.

Una dynasty familiare segnata dai lutti
Il nome Valpadana voleva esprimere il profondo legame con il territorio. La fabbrica venne edificata alla periferia del paese di San Martino in rio, oltre il ponte Tresinaro, originalmente si componeva di alcuni capannoni
Il personale viene progressivamente aumentato e in questa fase supera le 30 unità. Nel 1961, due anni dopo la fondazione di Valpadana s.p.a, la famiglia viene dolorosamente colpita dall’improvvisa perdita di Eros, il figlio maggiore. L’altro figlio Nuber assume definitivamente la guida dell’azienda.
Dallo sviluppo progettuale dell’ iniziale modello di motocoltivatore, negli anni 1963-1964, viene progettato il primo trattore agricolo a quattro ruote uguali denominato “Superpadano”. E’ la svolta fondamentale nell’ambito produttivo che caratterizzerà gli anni successivi per una maggiore
complessità progettuale e tecnologica del prodotto. Negli anni ’70-‘80, Valpadana s.p.a vive il boom commerciale con il definitivo passaggio ad un modello industriale ad elevata automazione. L’azienda amplia i confini della rete commerciale, esportando stabilmente i propri prodotti in quasi tutti i paesi del mondo. Il gruppo industriale impiega oltre 250 dipendenti, dispone di oltre 350 concessionari nella rete vendita diffusa nei 5 continenti. Nel 1983 muore Nuber Stefani. Gli eredi proseguono direttamente la gestione dell’azienda fino al 1995, anno in cui Valpadana passa al gruppo Landini.

Una mostra sui tempi che cambiarono per sempre
La mostra comprende documenti, foto d’epoca e alcune delle macchine agricole realizzate dalla Valpadana negli anni in cui si diffonde la meccanizzazione in agricoltura e si avvia un processo d’innovazione delle campagne che modifica radicalmente un secolare modo di lavorare e di vivere.
Attraverso la visione di un dvd si possono ripercorrere le principali fasi della vita e del lavoro di Nuber e della Valpadana, tappe che evidenziano importanti cambiamenti anche per molti comuni della provincia che, grazie alla presenza di queste nuove macchine operatrici si avviano radicalmente a cambiare l’organizzazione del lavoro, avviandosi ad abbandonare, pian piano, il lavoro manuale e degli animali a favore dell’impiego di trattori, motofalciatrici,…
La mostra rimarrà aperta fino al 30 marzo 2008 ed è visitabile tutte le domeniche dalle 10 alle 12.30 e dalle 15 alle 18.30.
Per informazioni tel. 0522 636726

(Studio Arlotti Comunicazione)