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Credenti e laici

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Notizie liete e notizie di morte si sono alternate in questi giorni di festa! Morti per strada e morti in famiglia, quelle che turbano di più le coscienze e gli animi della gente. Marce della pace, mense per i poveri, campi lavoro le notizie liete che mettono al centro la solidarietà, la fraternità, l’amore. Sono parole che condividono tutti, credenti e laici, anche se ognuno dà loro un senso diverso.

Per il credente l’uomo è immagine di Dio: la sua dignità,”incomparabile”, è data dalla somiglianza a Dio, che lo rende figlio suo, fratello del Bimbo nato a Betlemme, disposto per amore a dare la vita per il fratello che ama, anche quando non è riamato. Per il laico è scontato che l’uomo disponga di risorse interiori che lo mettono in condizione di agire secondo il precetto di giustizia senza ricorrere a Dio, eliminandolo dalla sua esperienza.

E’ l’uomo libero, riedizione dell’uomo innocente pensato da Rousseau, che rischia di presentarsi tanto ricco materialmente quanto spiritualmente e umanamente impoverito. Proteso a tutto avere e possedere finisce col vedere stringersi quel nucleo di valori antropologici che costituisce la sua vera identità, quando non scade nella violenza, che lo rende “homo brutalis”, che semina dolore e morte attorno a sé.

Che non valga la pena, credenti e laici, di ritrovarsi per capire sempre più l’uomo, le sue attese, i suoi limiti, creando un clima di rispetto e di dialogo, che favorisce la pace e la comprensione reciproca?

2 COMMENTS

  1. Alcuni dubbi
    Sinceramente non ho capito che collegamento abbia con il resto del discorso il paragrafo sull’uomo libero, espressione di cui tra l’altro andrebbe approfondito il significato e che non ritengo sia riducibile così banalmente a un impoverimento spirituale… L’unico impoverimento spirituale, se non annullamento dell’essere uomo, è quello operato da chi deve ricondurre il senso dell’uomo stesso e della sua esistenza a un’entità posta al di fuori e al di sopra di esso, non accettando quella materialità che è inscindibile dal suo essere vivo.
    Per quanto riguarda il dialogo, sarebbe certo auspicabile, ma risulta difficile quando una delle parti ha la certezza di possedere la verità assoluta e la convinzione di doverne convincere gli altri (addirittura cercando di imporre le proprie convinzioni DI FEDE sulle leggi dello Stato).

    (f.b.)