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“Nazionale” e “Casse d’Espansione” a braccetto

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In bicicletta dal Po al Parco Nazionale pedalando lungo il fiume Secchia. Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano e la Riserva naturale delle Casse di Espansione del Secchia hanno firmato un protocollo d’intesa per la realizzazione e gestione del progetto “Accesso al Parco attraverso il fiume Secchia”.

L’accordo prevede la collaborazione tra l’Ente Parco e il Consorzio di gestione del parco fluviale del Secchia per la predisposizione di un progetto strategico di mobilità sostenibile che riguardi l’intero corso del fiume Secchia e per il completamento di un primo tratto di percorso ciclabile che serva da accesso al Parco Nazionale. Per la copertura finanziaria del progetto pilota verranno stanziati complessivamente 10mila euro, 7500 a carico del Parco Nazionale e 2500 a carico del Consorzio.

“L’accesso al Parco nazionale da nord non può prescindere dall’utilizzo delle aste fluviali dei fiumi che prendono origine all’interno del Parco nazionale e vanno a confluire nel fiume Po: il torrente Parma, il fiume Enza ed il fiume Secchia – dice Fausto Giovanelli, presidente del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco Emiliano – La valorizzazione delle aste ha come obiettivo preminente la conservazione degli ecosistemi acquatici, del patrimonio storico e culturale adiacente e l’utilizzo, per un accesso dolce, a partire dai centri urbani collocati lungo la via Emilia. Il fiume Secchia costituisce una direttrice importante di mobilità perché collega il crinale tosco-emiliano con il fiume Po e da qui si inserisce nei grandi itinerari ciclabili del nord Italia e dell’Europa. E’ un grande corridoio di collegamento ecologico con la Pianura Padana”.

Il protocollo d’intesa rientra nell’ambito di un progetto più generale di mobilità nel parco che prevede anche la valorizzazione delle linee ferroviarie esistenti ed in particolare delle “stazioni minori” delle tratte Lucca-Aulla e La Spezia-Parma, punti d’accesso preferenziali provenendo da sud. Le linee ferroviarie si andranno a collegare alla rete dei percorsi-storici e a tutte le possibili reti dedicate alla mobilità “non motorizzata”, ovvero percorsi ciclabili, pedonali, ippovie, rete dei servizi ad asse collegati.