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Parco alla ricerca del marchio

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Una nuova immagine per il Parco ideata da professionisti della comunicazione. Il Parco nazionale dell’Appennino tosco-emiliano ha indetto un bando per la realizzazione del logo e dell’immagine coordinata dell’ente. L’importo a base d’asta della gara pubblica è di 30mila euro. Le domande di affidamento vanno presentate entro le ore 12 di mercoledì 12 dicembre 2007, indirizzate all’ufficio protocollo della sede provvisoria del Parco nazionale (piazza I Maggio, 3, 42032, Cervarezza Terme di Busana, RE).

I partecipanti al bando dovranno fornire un set di proposte di logo, declinate in diverse estensioni e definizioni, con un set di colori da utilizzare per i futuri strumenti di comunicazione del Parco (sito internet, brochure, poster, locandine, pubblicazioni, gadget, ecc.. ).

"Per un Parco la scelta del logo è un fatto importante – afferma Fausto Giovanelli, presidente – Il logo è infatti il simbolo che ci caratterizzerà in Italia e nel mondo nei prossimi anni, il segno distintivo dell’ente e del suo territorio di riferimento. Per questo motivo il Consiglio direttivo nella sua prima seduta ha deciso di indire una gara pubblica per l’affidamento di questo importante incarico”.

Info: Willy Reggioni, tel. 0522 890111; fax 0522 890721, mail: [email protected].

7 COMMENTS

  1. Non ci sono parole…
    Non ho parole per commentare quanto apparso. Continuiamo a sperperare danaro pubblico: mi sembra che 30.000,00 € (60.000.000 milioni delle vecchie lire) siano un budget piuttosto elevato per realizzare il cosiddetto “logo”.
    Meglio a mio parere sarebbe stato coinvolgere le scuole di ogni ordine e grado del territorio; questo avrebbe permesso un notevole risparmio e cominciato a far prendere coscienza anche alle giovani e giovanissime generazioni di cosa è un parco e come loro, anche con un logo, lo vorrebbero. Poi qualcuno mi insegna che non è sempre vero che ricorrendo alle migliori menti si ha automaticamente il miglior risultato.

    (m.b.)

  2. La solita storia
    30,000 euro sono una cifra giusta, ve lo dice un professionista della comunicazione calcolando le variabili e le applicazioni che un logo deve avere, naturalmente se realizzato da professionisti; ma la cosa peggiore è come al solito che il bando è reso pubblica solo praticamente alla scadenza. Nessun link dai comuni del parco al progetto, a meno di non essere dei cacciatori di bandi di concorso… Pensateci…chissà come mai?

    (m.s.)

  3. …se 30.000 vi paion poco…
    Concordo con il professionista della comunicazione che un marchio può anche costare 3 milioni di euro, ma in genere questo investimento se lo possono permettere grandi imprese che si attendono grandi ritorni. Qui siamo in situazione completamente diversa. Un ente pubblico, ancora immaturo, etereo e poco concreto, apre un bando con “base d’asta” di ben Lit. 60.000.000 di denaro pubblico (nostro) per il bozzetto di un marchio. Ma via… si apre in base d’asta a € 3.000 e si vede quale creatività arriva (ci sono tanti giovani architetti in montagna ignorati). Gli altri € 27.000 rimarrebbero a disposizione per tanti altri utili interventi. Io la vedo così… ma penso mi sfugga qualcosa.

    (F.D.)

  4. Una precisazione
    Scusate, una precisazione, Lo studio di un marchio e delle sue applicazioni è in genere affidato a un graphic designer
    o a un art director e non a un architetto. Gli architetti si occupano d’altro, progettare edifici, ponti e quant’altro.
    Per tornare al budget penso che due regioni e quattro province del’importanza e della ricchezza di Parma, Reggio, Lucca e Massa possano tranquillamente assorbire un investimento di questo tipo senza nulla togliere ad altri investimenti. Ma, ripeto, la cosa più grave a mio parere e che i bandi in genere sono pubblicati sulle gazzette ufficiali, sui siti dei comuni o del parco stesso o inviati attraverso associazioni di categoria professionali, e comunque a dispozione di tutti per verificarne i contenuti, e per una cifra del genere cio non è accaduto.

    (m.s.)

  5. A proposito di prezzi
    Sono un professionista della comunicazione. 30.000 euro per una IMMAGINE COORDINATA di un ente nazionale (non solo il logo) è una cifra di mercato nella norma. Considerate, inoltre, che è la base di un’asta al ribasso. Quindi si scenderà.
    Per chi pensa che fare un logo sia facile al punto da poterlo affidare a un concorso scolastico chiedo se si farebbero progettare la propria casa da un bambino delle elementari. L’immagine coordinata è una cosa complicata, che coinvolge competenze creative e tecniche. Mi trovo molto spesso a dover mettere delle pezze ad aziende che hanno marchi fatti in casa che hanno problemi di stampa e di riproducibilità, oltre che di comunicabilità e qualità generale. Al di là del caso specifico, che può essere naturalmente liberamente obiettabile, come professionista non accetto una semplificazione così ingenua del lavoro della nostra categoria. Chi lavora seriamente in questo ambito studia, suda, investe e rischia. E visto che non esistono pasti gratis per nessuno è giusto che il lavoro sia riconosciuto a prezzi di mercato.

    (Francesco)