Ci scrive Marco Lusetti, esponente della Lega Nord, in relazione alla vicenda Unitalsi-caprioli. Di seguito pubblichiamo il suo intervento.
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In riferimento alla mia lettera inviata alla Presidente della Provincia di Reggio Emilia Sonia Masini ed al Prefetto Bruno Pezzuto in merito alla vicenda carne di capriolo somministrata al pranzo Unitalsi di domenica 18 novembre u.s., sono con la presente a precisare che il mio intervento era rivolto al mancato spirito di cautela venuto meno nelle istituzioni. Spirito di prevenzione e tutela invece presente negli amministratori del Trentino, dove la carne di capriolo e la selvaggina a seguito di vicende simili a quelle accadute nell'Appennino reggiano sono state vietate a titolo precauzionale degli organi preposti. Sono altresì a sottolineare il grande impegno ed il grande lavoro che Unitalsi mette nella sua attività e nell'organizzazione di incontri, come quello di domenica 18 novembre, citato nella mia lettera. Al prossimo pranzo organizzato da Unitalsi se potrò sarò di certo presente anche a testimoniare la meritorietà di tali iniziative.
(Marco Lusetti, capogruppo Consiglio provinciale di Reggio Emilia della Lega Nord)
Sangue e vomito anzichè Bambi
Benefico o non benefico sia lo scopo, ritengo quantomeno assurde le posizioni di quelle persone che si ostinano a difendere la bontà di una iniziativa che ha causato disturbi gastrointestinali a decine di persone. Passerebbe un messaggio alquanto bizzarro: al diavolo le norme igieniche, qui siamo tutti buoni, e che volete che sia un mal di pancia generalizzato?
Vorrei aggiungere una seconda considerazione: ma quanto è di cattivo gusto fare beneficenza giocando sulla vita dei nostri bei caprioli! Perchè celebrare al banchetto la morte dei dolcissimi Bambi? Perchè togliere la vita a questi animali?
Il denaro incassato, ovunque vada a finire, è denaro insanguinato… e pure infetto!
(Federico Zannoni)
Caro Zannoni…
Caro Zannoni, fa molto piacere leggere le sue parole contro la violenza e l’uccisione degli animali, ma fa molto meno piacere usare delle supposizioni come accuse nei confronti di numerose persone che hanno messo tutto il loro impegno nell’organizzare un evento come la “polentata”. Persone che per settimane hanno utilizzato gran parte del loro tempo per creare una grande festa dedicata a persone più sfortunate di noi e che meritano momenti di felicità e condivisione. Vorrei poi che leggesse il commento di Gianferrari nell’articolo “Carne di capriolo e malanni?”, nel quale viene specificato il fatto che le carcasse dei caprioli utilizzati alla “polentata” sono state precedentemente analizzate da esperti per controllare l’eventuale infezione delle carni. Non so se lei sia veterinario o medico, ma un contagio del genere è probabile che non sia stato causato dallo stato delle carni, ma da altri “malanni stagionali” che stanno toccando gran parte della popolazione. Io domenica ho mangiato il capriolo, non ho avuto problemi di salute nei giorni seguenti e posso dire che i cuochi hanno fatto davvero un gran bel lavoro… Fa piacere che ci siano persone come lei che lottino per i diritti degli animali, ma non utilizziamo un caso del genere per offendere un evento così bello e le persone che lo hanno creato.
(s.t.)
Abbiamo partecipato alla festa dell’Unitalsi domenica 18 novembre al Parco Tegge, siamo stati bene, qualcuno di noi ha mangiato il capriolo e non ha accusato alcun disturbo. Fortunati? Forse. Al di là di questo, bella la festa, si stava bene insieme, tanto lavoro da parte degli organizzatori, di chi ha cucinato, servito e dei giovani che hanno contribuito. Eravamo più di settecento. Siamo sicuri che il dibattito politico debba per forza seguire queste strade e abbia bisogno di queste polemiche?
(c.f.)
Come dire che Nonna Papera è un gabbiano…
E poi finiamola con questa associazione Bambi > capriolo! Bambi NON era un capriolo ma un cervo! Questa ignoranza del mondo disneyano è inconcepibile… Come ha detto qualcuno sarebbe come dire che Nonna Papera è un gabbiano! E insomma…!
(Commento firmato)
Per Federico
Caro Federico, mi dispiace leggere quello che scrivi. Primo, perchè forse non sai neanche cos’è l’UNITALSI, e in più mi sembra di non averti mai visto alle nostre feste; secondo, sono 38 anni che viene fatta la polentata e le cose sono sempre state fatte nel miglior modo e rispettando tutte le norme igieniche. Quindi per favore, prima di sparare su una cosa che non conosci, stai attento; e INFORMATI!
(l.b.)
Mettiamo un po’ di ordine
Sicuramente la bontà dell’iniziativa, intesa come finalità, è fuori discussione. E all’Unitalsi va il plauso per quanto continua a sostenere.
Ma occorre un po’ di chiarezza. Dal punto di vista sanitario (inteso come sicurezza alimentare, che è un prerequisito di qualsiasi pasto della civiltà occidentale) è evidente che qualcosa è andato storto. Lo dimostra, ohibò, la statistica: troppe persone che hanno partecipato al medesimo pasto poco dopo sono state male. Un virus altamente contagioso presente all’interno proprio del Parco Tegge? Improbabile. Più semplicemente una intossicazione alimentare, come, purtroppo e a volte – come crediamo in questo caso – accidentalmente, accadono.
A proposito di intossicazioni, può comunque succedere che il medesimo pasto abbia effetti indesiderati su alcune persone ma non su altre (es. in caso di contaminazione batterica, alcune parti di cibo possono essere più contamninate di altre; oppure alcuni individui possono essere più recettivi di altri).
In merito alla sicurezza della carne dei caprioli… una domanda è lecita: la carne in questione, che si dice controllata, è stata sottoposta ad analisi batteriologiche/microbiologiche? Se sì, chi ha queste analisi le pubblichi, anche su Redacon, e metta a tacere una volta per tutti queste chiacchiere.
Federico, infine, ha tutto il diritto esprimere la sua opinione sulla vita dei caprioli. Che, con tutto il rispetto, occorrerebbe vedere quando sono accoppati a schioppettate. Non è certo una scena edificante. Ma, anche su questo, la si può pensare come si vuole.
A Commento firmato… certo che i caprioli non sono Bambi… Ma chi, guardandoli, non pensa ai cartoni dell’infanzia? Caprioli come Bambi, pertanto, non è un refuso ma un’estensione letteraria.
(Fulminant La Penna)
“A Commento firmato… certo che i caprioli non sono Bambi… Ma chi, guardandoli, non pensa ai cartoni dell’infanzia?”. Io, specie quando pasteggiano con l’insalata del mio orto…! Quanto all’atroce fine che farebbero queste bestiole mi chiedo se ai quarti di bue appesi dentro un mattatoio sia toccata una sorte migliore. Eppure a pochi sembra ripugnare la fettina di vitello a pranzo. Ma si sa, i vitelli non sono dolcissimi bambi… E se poi passiamo ai maiali…
(Commento firmato)
Vicenda caprioli
Oggi al Tg2 delle ore 13,00 si è riaperta una finestra sul pranzo che si è tenuto in provincia di Reggio Emilia per ever mangiato carne di caprioli. Tengo a precisare che nè la mia famiglia nè quelle dei miei parenti hanno partecipato a quel pranzo, nè hanno mangiato capriolo, eppure a turno da un po’ di tempo abbiamo avuto gli stessi sintomi, come so di molte altre persone. Se qualcuno voleva fare una pubblicità negativa penso ci sia riuscito. E’ ora di smetterla con le polemiche. Pensiamo ad impegnare un po’ del nostro tempo per il prossimo in difficoltà.
(Commento firmato)
Che rabbia!!!
Sono una delle persone che ha dato una mano a preparare la polentata dell’Unitalsi la scorsa domenica e vi garantisco che la voglia di urlare e buttare all’aria tutto leggendo le miriadi di stupidaggini scritte fina ad oggi è tanta. Pensate che non più di un’ora fa l’episodio è stato riportato anche dal TG2. Le cose che vorrei dire sono molte, anche perchè i commenti ovviamente vengono da persone che immaginano come sono andate le cose ma che non c’erano, ma seguirò l’insegnamento che mi ha proposto un caro amico castelnovese che recita: “Meno parli, meno sbagli”.
Forse c’è tanta gente che dovrebbe farne tesoro!!!
(Paolo)
Quanti scienziati!!!
Mi rallegro nel vedere che la nostra montagna è piena di tanti esperti in materia medico/alimentare. Tutti che hanno già stabilito con certezza che si tratta di un’intossicazione dovuta dalla carne di capriolo mangiata alla “polentata” UNITALSI. Ma cosa dire di quelli che non hanno mangiato il capriolo e sono stati ugualmente male??? Cosa mai sarà successo???
Peccato che nessuno dica le cose come stanno, e cioè che è tutto frutto di una strumentalizzazione per far riemergere vecchie ruggini fra Lusetti e la Masini.
La cosa triste è che si sta utilizzando l’operato di una delle associazioni più vive della montagna alla quale nessuno (in primis il Comune) riconosce i meriti.
Saluti.
(c.g.)
Che esagerazione!
Ma nessuno si è accorto che il caso che si è scatenato attorno a questa vicenda è stato in realtà creato dai giornali? A parte il fatto che su 700 persone circa ci sta che una cinquantina (non 200 come alcuni hanno scritto!) si senta poco bene alla fine di novembre: sono 15 giorni che c’è in giro una forma di gastroenterite abbastanza feroce. E poi so di alcune persone che già prima del pranzo di domenica erano state male… e di altre che pur avendo mangiato tre o quattro porzioni di capriolo non hanno accusato alcun sintomo… Siccome non esistono prove di un’eventuale intossicazione, inviterei tutti a non prendere per oro colato i castelli che vengono costruiti su fatti non così eccezionali: mi sa che le cose siano state gonfiate, prima di tutto dal signor Lusetti. A Federico vorrei solo dire, nel massimo rispetto della sua libertà di espressione, che forse qualcosa di avariato l’aveva mangiato lui prima di scrivere il suo commento! Ma per piacere… prima di commentare, magari cerca di informarti sulle cose.
(Elena)
Statistiche
Facciamo due calcoli: sono se non sbaglio circa 2000 i caprioli che sono stati abbattuti questo autunno per il piano faunistico regionale. Credo che se il consumo della carne desse dei problemi alle persone sarebbe emerso prima della festa dell’Unitalsi, dove di caprioli se non sbaglio ne sono stati cucinati 6. Sulla questione-Bambi, poi, bisognerebbe capire che la caccia di selezione è uno strumento riconosciuto utile anche dai biologi per tenere sotto controllo una specie che altrimenti potrebbe espandersi troppo, con problemi per gli stessi animali. Per fare un esempio, molti sono coloro che ritengono l’origine delle malattie che stanno colpendo i caprioli in montagna da ricercarsi proprio nella loro eccessiva densità, che crea difficoltà in caso di scarsità temporanee di alimentazione, e favorisce veloci diffusioni nel caso di focolai infettivi. E lo dico da persona che mai è andata a caccia e mai avrebbe voglia di andarci, però conoscendone diversi mi sono reso conto che spesso i cacciatori sono persone che conoscono ed amano la natura più e meglio di alcuni ambientalisti di città che magari vengono in montagna due volte all’anno.
(Commento firmato)