Consiglio, interpellanza sulle carni di ungulati "Quintali di carne di caprioli e ungulati in genere vengono immesse nel mercato al consumo senza i dovuti controlli sanitari". E' quanto affermava in consiglieri di An Giuseppe Pagliani in un'interpellanza nella quale sottolineava che "quintali di interiora e di pelli di caprioli ed ungulati (circa 6500 capi tra caprioli, cinghiali, daini e mufloni) vengono gettate nei cassonetti stradali o abbandonate in campagna, nei luoghi in cui gli animali vengono uccisi, con il rischio grave di epidemie" e che "le interiora di questi animali, in base alla normativa sanitaria vigente, debbono essere smaltiti come rifiuti speciali attrraverso il prelievo effettuato da ditte autorizzate".
A questo proposito Pagliani nell'interpellanza chiedeva di sapere: "Quale fosse il ruolo che stavano svolgendo l’Atc 3 collina, l’Atc 4 montagna e di chi sono le gravi negligenze dovute alla mancata risoluzione di questa emergenza" e "se negli oneri aggiuntivi che i cacciatori versano annualmente all’Atc 3 collina per l’abbattimento degli ungulati (20 euro come quota fissa oltre a 10 euro per ogni capo assegnato) nulla fosse previsto per il regolare smaltimento delle interiora e delle pelli". Infine, Pagliani chiedeva "cosa intendesse fare la Provincia per porre rimedio, anche se con grave ritardo, a questa emergenza sanitaria relativa agli ungulati nel nostro territorio provinciale".
Ai quesiti posti di Pagliani, ha risposto in Consiglio Provinciale, l'assessore provinciale all'Ambiente Alfredo Gennari: "L'interpellanza si riferisce all'immissione di carni nel mercato al consumo, ma non risulta che 'quintali' di carne di ungulati vengano immessi abusivamente sul mercato senza controlli sanitari. La maggior parte di cacciatori utilizza la selvaggina abbattuta per autoconsumo famigliare. Certo, non possiamo escludere in senso assoluto l'ipotesi che vi siano stati episodi di cessioni abusive, ma segnalazioni in tal senso da parte di organi di vigilanza non ne risultano e pertanto possiamo escludere che 'quintali' di carne eludano i controlli sanitari".
L'assessore Gennari ha dunque detto che "similmente a quando puliamo e prepariamo le carni nelle nostre cucine, le viscere e gli scarti della fauna selvatica abbattuta per autoconsumo possono rientrare nel sistema di smaltimento dei rifiuti prodotti dalla popolazione. L'assessorato si è attivato per far sì che i soggetti gestori attivino forme di raccolta differenziata di tali rifiuti in coerenza con gli strumenti di pianificazione provinciali".
L'assessore all'Ambiente ha dunque continuato affermando che "la Provincia non ritiene che vi siano problematiche di tipo sanitario che richiedono interventi straordinari e come già detto non si ritiene vi sia alcuna emergenza sanitaria, né che vi siano responsabilità dovute a negligenza dell'Atc 3 e 4". Riguardo agli oneri che i cacciatori versano gli Atc per la caccia di selezione, Gennari ha spiegato che "servono per coprire i costi organizzativi della stessa caccia e i danni alle coltivazioni arrecati dagli ungulati, mentre gli oneri per lo smaltimento dei visceri sono a carico di chi produce il rifiuto (cacciatore) e non ci sono motivi per imporre allo steso di conferire i visceri all'Atc".
L'assessore Gennari ha concluso che comunque "l'unico fronte su cui è possibile migliorare l'attuale gestione delle questioni sollevate è quello che l'assessorato sta seguendo, cioè incentivare una raccolta differenziata di visceri e pelli degli ungulati abbattuti. Inoltre, dalle informazioni acquisite, risulta che la gestione faunsitica venatoria si svolge nelle altre Province emiliane in modo del tutto analogo a questa provincia, e la sollecitazione del consigliere su una sempre più efficiente gestione degli scarti della fauna è stimolo di miglioramento ed ulteriore avanzamento di questa Provincia".
Ha infine preso la parola il consigliere Giuseppe Pagliani dichiarandosi sostanzialmente soddisfatto in quanto "le ultime affermazioni dell'assessore recepiscono lo spirito delle istanze contenute nell'interpellanza".