Su alcuni alberi del parco dell’ospedale S. Anna di Castelnovo ne’ Monti, all’altezza del bivio per la Pietra, sono stati avvistati nei giorni scorsi quattro nidi di processionaria, alcuni dei quali paiono ancora “in boccio”.
Già lo scorso anno su queste colonne segnalavamo l'inconveniente, cui si era comunque posto tosto rimedio.
Quest'anno forse non sarà nemmeno necessario un intervento: con le previsioni meteo che annunciano neve forse saranno proprio a fiocchi bianchi a fare silenziosa pulizia.
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Che cos'è la processionaria
E’ un insetto lepidottero (Traumatocampa pityocampa) che causa disseccamenti e defogliazioni anche di forte entità a carico dei pini. Predilige il pino nero (Pinus nigra), ma può infestare anche il pino silvestre (Pinus silvestris), il pino marittimo (Pinus pinaster) e varie specie di cedro. Gli adulti sono presenti tra la fine di giugno e l'inizio di settembre, con un picco di sfarfallamento nel mese di luglio, a seconda delle condizioni climatiche. Dopo l’accoppiamento, le femmine depongono le uova sulla chioma degli alberi, formando caratteristici manicotti attorno ad una coppia di aghi.
Che danni provoca
Le larve di processionaria si nutrono degli aghi, scheletrizzandoli. Le piante colpite vanno maggiormente soggette ad ulteriori attacchi di parassiti. Le larve neonate si possono trovare già a fine luglio alle quote più elevate, mentre nelle aree di pianura e di media collina si osservano di solito a partire da fine agosto; nelle pinete costiere non compaiono in genere prima di settembre. Nel corso dell'autunno le larve formano nidi sericei in genere all’estremità dei rami più soleggiati dentro i quali si riparano nei mesi invernali. Dall'inizio di marzo alla fine di aprile, a seconda delle condizioni climatiche, le larve abbandonano le piante e si dirigono in processione verso un luogo adatto in cui interrarsi e trasformarsi prima in crisalide e poi in adulto. I peli urticanti presenti sul corpo delle larve le rendono particolarmente pericolose per le persone e gli animali domestici, soprattutto nella fase di fuoriuscita dai nidi invernali. Il contatto diretto con le larve o la dispersione dei peli nell'ambiente può causare reazioni epidermiche e reazioni allergiche.