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Progetto Trias: contatto con le scuole superiori

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L'argomento principale di tutta la conferenza è stato il vuoto.

Quali impressioni può suscitare in noi questo termine? Un po' di paura, di mistero, di inquietudine... eppure anche il vuoto può diventare un caro amico se, immersi nel buio ed appesi ad una corda, è l'unica cosa con la quale fare i conti.

A spiegarcelo è stato, ieri mattina, al teatro Bismantova, il professor Andrea Gobetti, durante la conferenza del progetto Trias. Con una buona dose di ironia e di passione si è calato nuovamente nei suoi panni di speleologo, spiegandoci i lati positivi e negativi di questa occupazione.

Ne sono rimasto affascinato, soprattutto ascoltando quale rapporto può nascere tra uno speleologo e la sua grotta. Un legame di amicizia, di scambio reciproco, perchè quando si è immersi nel gelo e nell'oscurità ogni appiglio, ogni goccia d'acqua, ogni sorriso diventa un miracolo.

Ci è stata raccontata la speleologia come metafora della vita: si affrontano le difficoltà, a volte in gruppo ed a volte da soli, ma sempre con la certezza che, prima o poi, sarà possibile uscire dal buio, respirare nuovamente l'aria "cotta dal sole" e contemplare ancora una volta la vita e lo scorrere del tempo. Sì, perchè laggiù, sottoterra, il tempo non sembra esistere.

Tutti gli ambienti sono identici, non ci sono segni che testimonino il passare dei secondi, delle ore, dei giorni...

Che cos'è la speleologia? Questa è la domanda che lentamente, ma inevitabilmente, si sta facendo strada nelle menti di voi lettori. Ecco, ora soddisferò questa vostra curiosità, riportando proprio le parole del professore, perchè non credo mi sia possibile esprimere lo stesso concetto con altrettanta ironia, semplicità e passione:

"Sì, io sono uno speleologo, perchè ho scoperto delle grotte, perchè ho visitato delle grotte, perchè ho esplorato delle grotte, perchè sono andato in giro per il mondo cercando delle grotte... e poi le ho raccontate, facendo bene la seconda parte della parola speleologia che, come tutti voi sapete, significa 'discorso delle grotte'".

Durante il congresso è stato proiettato il film "L'ombra del tempo", che racconta dell'esperienza di speleologi, attraverso la ripresa di una loro giornata tipo. Abbiamo visto il lavoro di squadra, i timori, le gioie di questo gruppo di ragazzi, scesi sottoterra per il semplice piacere della scoperta.

Sono uscito dal teatro decisamente entusiasta. Penso che le stesse emozioni siano state provate dagli amici delle classi prime e seconde superiori che, come me, sono venute a teatro per assistere alla conferenza: il prof. Gobetti è stato in grado di coinvolgere davvero con la sua vivace e trascinante spiegazione!

Nella presentazione dello spettacolo è stato detto che lo scopo del progetto Trias è proprio quello di far conoscere a noi giovani il nostro territorio, in modo che possiamo imparare ad amarlo, a non distruggerlo, ad averne rispetto.

E sia! Penso proprio che lo scopo sia stato raggiunto. Ringrazio le persone intraprendenti come il prof. Gobetti, l'Amministrazione comunale, il Parco nazionale del nostro Appennino tosco-emiliano ed i nostri professori, che ci hanno dato l'opportunità di riflettere e di fare tesoro del nostro territorio.

1 COMMENT


  1. Grazie per la chiarezza e per “il taglio” dato all’informazione: ha permesso di recuperare la bellezza dell’evento e le conseguenti riflessioni anche a chi non aveva potuto partecipare. L’ho letto e “regalato” a una mia classe che pure non era stata presente.

    (Una prof)