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“Puntiamo all’oro”

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“E’ probabilmente la più grande missione agroalimentare italiana all’estero: puntiamo all’oro”: Gabriele Arlotti trainer della Nazionale del Parmigiano Reggiano, guarda con soddisfazione alla squadra azzurra che si accinge a dare l’assalto alla V Olimpiade dei Formaggi di Montagna a Oberstdors (Germania). Alla sede del Consorzio Formaggi Parmigiano-Reggiano si sono radunati 20 caseifici dell’Appennino, da Bologna a Parma, in rappresentanza di 450 aziende agricole capaci di produrre 800.000 quintali di latte trasformati in ottimo Parmigiano Reggiano, pari 0,7% della produzione di latte italiana.

Dopo la recente vittoria della Grolla d’oro, lo scorso anno, per il formaggio più buono d’Italia, ecco i magnifici 20 che porteranno al concorso e al villaggio olimpico i propri campioni di formaggio. Da Bologna: il Caseificio Canevaccia e il Caseificio Fior di Latte (entrambi di Gaggio Montano); da Modena il Caseificio Casola di Montefiorino, il Caseificio Dismano, il Caseificio Salto Santa Maria (entrambi di Montese), la Cooperativa casearia San Lorenzo (Prignano sulla Secchia), la Cooperativa casearia Val del Dolo (Frassinoro), da Parma l’Azienda agricola La Villa (Neviano degli Arduini), il Caseificio di Neviano degli Arduini, la Latteria Val d'Enza (Palanzano), il Caseificio Val Parmossa (Tizzano Val Parma); da Reggio Emilia, il Caseificio del Parco (Ramiseto), la Latteria Garfagnolo (Castelnovo Monti), la Latteria di Selvapiana (Canossa), la Latteria Tabiano (Viano) e, in rappresentanza del Consorzio Latterie di Montagna, la Latteria Casale di Bismantova, il Caseificio Cavola, l’Azienda Agricola Fiori, la Latteria San Pietro di Valestra.

“Il valore di competizioni come l’Olimpiade dei Formaggi – spiega Giuseppe Alai, presidente del Consorzio del Formaggio Parmigiano-Reggiano - è di grande rilievo perché aiutano a individuare la migliore qualità e, soprattutto, a valorizzare quei formaggi che hanno un retroterra culturale. Questo è indice di un legame con il territorio ed espressione del fare artigianale”.

Chances di vittoria?

“Sì – risponde Alai - siamo in un momento in cui c'è una grande sensibilità per valorizzare quei formaggi fatti con latte crudo e in grado di presentarsi al consumatore come alimenti in cui possono convivere salubrità e qualità, sicurezza alimentare e una grande ricchezza organolettica. Il Parmigiano-Reggiano ha tutte le carte in regola per essere un esempio emblematico di questa eccellenza casearia”.

“L’ambizione – aggiunge Loretta Domenichini a nome di questo pluridecorato gruppo nato sei anni fa – è quella di bissare il successo olimpico di due anni fa a Verona. Daremo l’assalto alle medaglie più ambite al mondo, quelle per i formaggi più difficili da fare, a lunga stagionatura e a pasta dura ed extradura”.

A Verona, nell’ultima edizione nel 2005, si mobilitarono 300.000 persone, mentre oltre 1.000 formaggi del mondo si sfidarono alla gran guardia, ma anche in quella occasione i migliori successi furono della Nazionale del Parmigiano Reggiano.

A Oberstdorf, l’appuntamento è per il 26 – 28 ottobre 2007. La missione della Nazionale del Parmigiano Reggiano, che opera all’interno del Consorzio Conva, è patrocinata e sostenuta da: Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano, Gal Antico Frignano e Appennino Reggiano, Regione Emilia Romagna, Province di Reggio Emilia, Bologna, Parma e Modena, Comunità Montane Appennino Reggiano, Alta e Media Valle del Reno, Appennino Modena Ovest, del Frignano, Appennino Modena Est, Appennino Parma Est, Valli del Taro e del Ceno, Comune di Castelnovo Monti (dove ha sede la Nazionale – Consorzio Conva), Confcooperative Modena, Reggio Emilia, Parma, Legacoop Reggio Emilia, Caseus Montanus (centro internazionale per la salvaguardia dei formaggi). Partner tecnici sono l’Istituto Alberghiero e della Ristorazione “A. Motti”, La strada dei Vini e dei Sapori dei Colli di Scandiano e Canossa, la Cantina sociale di San Martino in Rio, il Salumificio Pavesi.