COLA DI VETTO – Ne abbiamo letto nelle cronache della città. Ma spiace, anche in montagna, constatare di un furto che strappa lacrime al cuore. E’ accaduto nei giorni scorsi a Cola di Vetto dove i soliti ignoti hanno rubato mazzi di fiori a una cappella eretta, lungo la strada, in ricordo di un giovane del paese. Non solo: sono penetrati nottetempo nel cimitero - dove tra l’altro da un mese riposa anche lo scrittore Raffaele Crovi (in una cappella di famiglia) – per compiere lo stesso ignobile gesto.
Proprio mentre nel vettese scorrazzano i ladri nelle abitazioni, un altro furto, non meno crudele, colpisce anche il senso di pace che le nostre montagne parrebbero trasmetterci. E al giorno dei morti, con i loculi impreziositi affetto, di fiori e lumini, mancano ancora più di quattro settimane.
Il valore del bottino di questi colpi, forse, sarà di poche decine di euro e nemmeno si avvieranno indagini. Ma è molto pesante per chi lo riceve, sommando dolore a dolore. Colpisce un commento raccolto tra le vie del paese: “Crediamo che furti di questo tipo – dicono a Cola – debbano fare pensare. Ci sono elementi deviati di una civiltà che non è capace di avere rispetto nemmeno per il dolore più forte delle persone: quello della scomparsa dei propri cari. C’è da avere timore di persone sprezzanti della sofferenza dell’uomo”.