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Ancora caprioli in difficoltà sul nostro Appennino

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Anche oggi una segnalazione. Un capriolo in condizioni di evidente difficoltà è stato segnalato nella zona di Terrasanta, nel comune di Castelnovo ne’ Monti. “Era una femmina – afferma il cacciatore Umberto Gianferrari – e non ce l’ha fatta, nonostante le premurose cure prestate dalla dottoressa Stafania Tincani”.

“Ho provveduto a consegnarla ai veterinari pubblici di Castelnovo, che mi hanno rilasciato ricevuta. L'animale verrà inviato all'Istituto Zooprofilattico di Reggio Emilia”.

Gianferrari ci tiene a ringraziare la dott.ssa Tincani, “che si è prodigata da subito nell'assistere l'animale gravemente malato”.

Ieri, intanto, era stata la volta di un ulteriore ritrovamento di un esemplare malato, nella zona di Rosano.

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Sulla questione caprioli pubblichiamo di seguito altri interventi di esponenti politici affidati alla stampa in questi giorni.

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Dopo le nostre precedenti righe del 10 c.m. ci troviamo a ritornare sull’argomento perché in diversi continuano a domandarsi, a fronte del livello di mortalità che sta interessando i nostri caprioli, se le relative carni siano da ritenersi sicure, e dunque consumabili in assoluta tranquillità, o se invece occorre usare prudenza fino a quando non sarà completato l’arco delle analisi in corso (salvo che per gli esemplari sottoposti a controllo sanitario, con esito favorevole, presso gli impianti all’uopo autorizzati ai sensi del D.P.R. 607/96).

Non spetta certo a noi esprimerci al riguardo, ma una riflessione in proposito ci viene per così dire naturale.

Sulla stampa si sono susseguite dichiarazioni che hanno attinenza con gli anzidetti interrogativi, dei quali sentiamo di doverci fare interpreti con la S.V.

Si dice da un lato che il cibarsi di queste carni non comporta alcun pericolo, ancorché non si conoscano ancora le risultanze degli esami batteriologici in corso, mentre altre voci ne sconsigliano al momento il consumo (con l’eccezione dei capi che transitano per gli impianti di cui sopra).

C’è poi chi ha già parlato di emergenza sanitaria, e chi invece la esclude basandosi sui risultati delle prime analisi, e chi si mantiene su una posizione interlocutoria in attesa di conoscere tutti i riscontri di laboratorio.

Altri chiedono di valutare la momentanea sospensione della caccia al capriolo ai fini alimentari, e c’è chi suggerisce di fermare l’attività venatoria in ambito provinciale fino a quando non si conosceranno le cause del fenomeno in atto.

Leggiamo pure che la Provincia ha invitato i cacciatori ad abbattere esclusivamente animali ammalati, ma non ne vengono spiegate le ragioni, salvo una nostra svista. Possiamo anche immaginarle, ma restano delle ipotesi e supposizioni, e il fatto di non esserne a conoscenza non aiuta certo a sciogliere i dubbi in discorso, potendovi essere chi si domanda perché mai si vanno ad escludere dalla caccia, e dunque dal consumo, gli animali apparentemente sani.

Di fronte ai vari e anche differenti punti di vista, noi riteniamo che per dare risposta alle preoccupazioni di cui si è detto in premessa occorrerebbe un comunicato ufficiale da parte degli organismi preposti, in cui si diano motivate indicazioni circa la commestibilità delle carni dei caprioli abbattuti a caccia. Confidiamo che la S.V. condivida questa nostra proposta e se ne faccia portavoce presso i suddetti organismi (a meno che tale comunicato sia già stato emesso, e la cosa ci sia sfuggita).

Ma c’è un altro aspetto del problema che a nostro avviso merita di essere preso in considerazione, partendo da chi si chiede come mai della mortalità in corso ci si sia accorti soltanto quando ha raggiunto dimensioni consistenti, e perché non si sia riusciti ad intercettare prima il fenomeno così da ricercarne per tempo le cause.

Al di là delle differenti versioni che si sono ascoltate al riguardo, dovremmo innanzitutto capire come funzionano i meccanismi di controllo sanitario sulla fauna selvatica, anche pensando ad eventuali altre analoghe situazioni che dovessero nel futuro ripresentarsi, poiché siamo tutti interessati a salvaguardare questo nostro patrimonio.

Se non andiamo errati, la materia è regolata dalla legge regionale n. 8 del febbraio 1994, e successivi aggiornamenti, il cui art. 26 rimanda a specifiche direttive regionali di disciplinare le modalità di consegna e/o segnalazioni di capi di specie selvatiche rinvenuti morti, feriti o debilitati, nonché di carcasse di ungulati ancora dotate di palchi o corna, o di soli palchi o corna.

A fronte di ciò, desiderando conoscere quali sono le direttive regionali oggi in vigore al riguardo, giusto per i motivi appena esposti, siamo a chiederne copia a insieme a quella di eventuale altra documentazione che serva a capire come si traduca la loro applicazione sul nostro territorio, rendendoci naturalmente disponibili a ritirare il materiale presso codesti Uffici una volta che fosse pronto.

(I consiglieri capigruppo di opposizione Riccardo Bigoi, Paolo Bolognesi, Marino Friggeri, Giuseppe Moncignoli, Davide Morani)

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L'esponente di Alleanza Nazionale Giuseppe Pagliani su questo stesso argomento ha rivolto al presidente del Consiglio provinciale la seguente interrogazionea risposta orale.

Premesso che:
- quintali di carne di caprioli e ungulati in genere vengono immesse nel mercato al consumo senza i dovuti controlli sanitari;
Considerato che:
- quintali di interiora e di pelli di caprioli ed ungulati (circa 6500 capi tra caprioli, cinghiali, daini e mufloni) vengono gettate nei cassonetti stradali o abbandonate in campagna, nei luoghi in cui gli animali vengono uccisi, con il rischio grave di epidemie;
Rilevato inoltre che:
- le interiora di questi animali, in base alla normativa sanitaria vigente, debbono essere smaltiti come rifiuti speciali attrraverso il prelievo effettuato da ditte autorizzate
a tal proposito si interroga la Presidente della Provincia e l’Assessore competente al fine di sapere:
a) se l’Ente provinciale è a conoscenza di questa grave situazione
b) quale sia il ruolo che stanno svolgendo l’ATC 3 collina , l'ATC 4 montagna e di chi sono le gravi negligenze dovute alla mancata risoluzione di questa emergenza
c) negli oneri aggiuntivi che i cacciatori versano annualmente all’ATC 3 collina per l’abbattimento degli ungulati (20 Euro come quota fissa oltre a 10 Euro per ogni capo assegnato) nulla è previsto per il regolare smaltimento delle interiora e delle pelli
d) cosa intenda fare la Provincia per porre rimedio, anche se con grave ritardo, a questa emergenza sanitaria relativa agli ungulati nel nostro territorio provinciale.

(Giuseppe Pagliani)

4 COMMENTS

  1. Evviva!!! Ma no, forse è meglio dire V…………a
    Si rimane allibi a leggere certe cose!!! Allbiti perchè la politica è sempre un passo indietro. Ci si accorge che la porta della stalla è aperta dopo che i buoi sono scappati. Cari policiti, vi chiedete dell’emergenza??? La risposta è semplice!!! Chi era preposto alla gestione della fauna selvatica era a conoscenza che sin dall’anno scorso nella zona di Ramiseto vi erano dei ritrovamenti di animali morti. Nel mese di agosto scorso il sottoscritto, dopo opportune verifiche, aveva informato l’ATC sullo stato dei caprioli, segnalando il calo di esemplari e lo stato di alcuni animali visibilmente malati. Avevo chiesto che fossero abbattuti animali BRUTTI e malati e che tutto ciò fosse messo per iscritto. Tutto o in parte è disatteso.
    Non sta a me giudicare se vi sono responsabilità, ma certamente posso asserire che la situazione è stata gestita male. Ricordo a tutti che le ATC sono i gestori preposti per la gestione della FAUNA, proprietà INDISPONIBILE DELLO STATO, e ciò di tutti e non di pochi.
    Nella speranza che si torni ad una gestione faunistica venatoria nel solo interesse della fauna e del territorio, distintamente saluto.

    (Roberto Malvolti, @Lmailto:[email protected]@[email protected]#L)

  2. Aggiungo…
    La risposta sul perchè abbattere solo animali malati? E’ molto semplice.
    Preso atto che il piano di abbattimento viene fatto per calmierare la popolazione di cervidi e non viene fatta come alcuni credono “per la CARNE da mettere in padella” l’abbattere animali sani andrebbe ad intaccare l’esigua popolazione che rimarrà dopo questa “inaspettata” MORIA di caprioli.
    Questa è la caccia di selezione, o come andrebbe interpretata.

    (Roberto Malvolti)

  3. Stiamo andando fuori dal seminato
    Caro, “dottor” Malvolti, come vedo ci ritroviamo sempre qui faccia a faccia su un argomento che oramai sta raggiungendo l’apice. Parlo a nome della cittadinanza: non abbiamo bisogno di “dottori del capriolo”. Ci riteniamo, e mi ritengo, abbastanza autosufficiente da circoscrivere il problema. Per quanto mi riguarda, Lei può tranquillamente continuare a scrivere che occorre un intervento di massa dei cacciatori per abbattare questa specie, ma abbia almeno il buon senso di affermare che questo, per voi, altro non è che un hobby, un passatempo. Io colleziono francobolli (lo sa che ne possiedo oltre il migliaio?), Lei uccide. Non è uno sport lo sa? Non siamo in guerra. Mettete fine alle giustificazioni e alle coperture. Non ne abbiamo bisogno. Eviterei poi di parlare della fantasmagorica ATC, che per chi conosce un minimo l’argomento, sa benissimo essere la più grande associazione che copre e salvaguarda voi cacciatori. Quindi, come se non bastasse, conflitto di interessi. Vogliamo continuare? Sinceramente ho di meglio da fare. Mettiamo fine a questa farsa. Poi non mi venga a parlare di politici, perché voi siete uguali: tutta falsità e ipocrisia. Pensandoci bene, non so dove Lei continui a trovare il coraggio di scrivere qua sopra. Se mi dice dove, vado a comprarne un flacone…
    Sembra sempre che io scriva qui per fare polemica, ma tuttavia ritengo importante esprimere anche l’altra faccia della medaglia, altrimenti sarebbe informazione a senso unico.
    Saluti a tutti e senza rancore.

    (Alex Rox)

  4. Le rispondo
    Carissimo Alex Rox, mi permetto di risponderLe a nome della cittadinanza, la pregherei almeno di smetterla di INSULTARE la mia persona.
    Io non sono un assassino, e neanche un mentecatto, ma sono qella persona che non più tardi di martedi si è recato a Reggio Emilia da un dirigente della Provincia CHIEDENDO CON ARGOMENTAZIONI SERIE che venisse CHIUSA LA CACCIA. Dunque mi faccia il piacere!!! Impari prima di giudicare, si informi, io non le voglio insegnare a collezionare francobolli, ma non le permetto di descrivermi in questo modo, io rispetto lei ma le chiedo di fare altrettanto.
    Per ultimo, la informo che il capriolo visto da me e da altre persone non stava morendo per una mia fucilata, ma purtroppo stava solo morendo. Il capriolo soccorso dal sig. Gianferrari “cacciatore assassino” è morto non per una fucilata ma è morto mentre un solerte veterinario si prodigava nelle cure.
    Distintamente la saluto.

    (Roberto Malvolti)

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    @CE’ pervenuta un’ulteriore replica a quest’ultimo intervento. Non abbiamo però ritenuto di pubblicarlo perchè nulla aggiunge a questo che sembra ormai un ping pong. Ovviamente prenderemo in considerazione altri interventi che portino contributi alternativi a questo “dialogo tra sordi”.#C