Davvero buffa e anche un po’ sfortunata la vita dei caprioli in montagna. Ricordate? Dei simpatici ungulati, 25 anni fa manco l’ombra: non erano ancora arrivati. Poi i primi avvistamenti: c’era da restare a bocca aperta. E, pian piano, prese avvio la conquista dei Bambi in Appennino, sino al boom degli ultimi anni.
Due lustri fa, il primo appello: si apra la caccia di selezione per i caprioli. Le prime polemiche e poi, da un quinquienno almeno, fuoco di selezione sulle bestiole in sovrannumero.
Solo quest’anno, dal 17 di agosto e fino al 29 settembre, in provincia saranno abbattuti 1.883 capi (1070 in collina, gli altri 776 in montagna), esclusivamente maschi giovani o adulti (è infatti vietata la caccia ai cuccioli e alle femmine).
UN CAPRIOLO ANTIPATICO PERCHE’
Ma la discussione sui caprioli è accesa da un pezzo. Da tempo alcune associazioni continuano con i loro periodici appelli (è il caso di dire) imbufaliti: “il capriolo arreca danni all’agricoltura”. Ieri, su un quotidiano locale, la singolare replica di un intrepido lettore che sostiene “dati alla mano, i danni risarciti dalla Provincia sono solo di un paio di migliaio di euro. E allora quali gravi danni fanno i caprioli alla nostra agricoltura?”.
Intanto, su Redacon erano già giunte le prime segnalazioni di caprioli morti per malattia. E di qui una singolare leggenda (?) metropolitana secondo la quale “queste malattie possono trasmettersi al bestiame attraverso i foraggi”. In pochi lo dicono, ma la conseguenza è (purtroppo) logica: dal foraggio al nostro prezioso latte?
I media, nel mentre, sono impegnati in una singolare gara: chi pubblica la foto più orrida di caprioli magri, morti e decomposti…
Ricordiamo anche questa proposta: abbattiamo i 2.000 caprioli e diamone uno per famiglia agli agricoltori, per risarcirli dei danni e dei rischi. Finita qui? Macchè, anche gli automobilisti che sfrecciano sulle strade sono inferociti: i caprioli, quando li schiacciamo con le macchine, danneggiano le carrozzerie e sono pericolosi!
Una citazione apparsa su Tuttomontagna: il capriolo, a differenza del brutto e indifeso cinghiale, può infilzare la pancia dell’uomo con le corna.
Chi prende le difese del (aibhò!) buon bambi? Forse la lega dei bambini cui piace la favola di Biancaneve? Nemmeno: “i caprioli nel menù scolastico ci piacciono”, pare abbiano detto i piccoli studenti.
ORA SI STUDI IL SUO STATO DI SALUTE
Ma il problema di salute pubblica preoccupa, e ora l’assessorato all’ambiente della Provincia, Ausl e Istituto zooprofilattico lanciano un piano per monitorare lo stato di salute dei caprioli. L'assessore alla Caccia Gennari dice: "Questi controlli sono fondamentali per la salvaguardia delle biodiversità".
“Un piano attivato per la stagione venatoria 2007-2008 – si legge nel comunicato diramato da Palazzo Allende – per valutare lo stato sanitario dei caprioli presenti sul territorio provinciale. Questa iniziativa si svolge nell’ambito di un programma regionale di controllo sanitario della fauna”.
Ci si chiede: ma con quali obiettivi? “Conoscere lo stato di salute dei caprioli, poter valutare eventuali rischi per contiguità tra i selvatici ed attività zootecniche, effettuare delle mappature delle cosiddette zone di confine e interazioni con aree zootecniche, predisporre eventuali attività successive mirate al controllo di malattie della fauna selvatica, importante indicatore di biodiversità da tutelare e salvaguardare”.
CAPRIOLO, NON SI PREOCCUPI, ARRIVANO I DOTTORI
Un piano effettuato sulla scorta allarmistica dei media? Pare di no. “Questo monitoraggio sul capriolo – spiegano gli esperti - è stato preceduto da un analogo piano di controllo che è stato effettuato nel corso dell'annualità 2006-2007 per il cinghiale, la volpe e i corvidi in genere e da cui è emerso il loro buon stato di salute”.
“La consistenza del patrimonio faunistico provinciale - prosegue la nota - è un bene dell’intera collettività ed è anche un importante indicatore ambientale”.
Singolare: chi saranno i ‘medici in prima linea’ (in campo) per i caprioli? I cacciatori… “Il controllo sui caprioli vedrà il coinvolgimento puntuale ed operativo dei cacciatori di selezione che, coordinati da Servizio veterinario dell'Ausl, faranno pervenire all’Istituto zooprofilattico i campioni ed i prelievi necessari per le analisi di laboratorio”.
Un augurio ai caprioli: in bocca al lupo.