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Lettera da piazzale Pietri

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Cari concittadini, torniamo a parlare della vendita di piazzale Pietri. Avete letto i nostri precedenti comunicati, numerosi avete partecipato all’assemblea del 16 maggio scorso, in molti ci avete manifestato appoggio e solidarietà: di tutto ciò vi ringraziamo. L’assemblea, cui la giunta non ha partecipato pur avendo ricevuto invito scritto recapitato per posta, ha avuto alcuni strascichi polemici cui abbiamo ritenuto superfluo replicare perché a noi, al pari dei cittadini di questo comune, più che le parole interessano i fatti. E i fatti dicono che, sorda alle proteste, insensibile a rilievi e suggerimenti, la maggioranza che ci governa procede dritta verso l’obiettivo che si è prefissata: vendere a privati un’ulteriore parte del patrimonio pubblico. Nemmeno la pendenza di un ricorso davanti al TAR di Parma li ha indotti a concedersi una pausa di riflessione e ad aprire un confronto vero con i cittadini. Non per polemica ma per chiarezza un paio di cose alla giunta ci sentiamo di doverle dire. Sbandierare la visita di cortesia al sindaco di 3-4 persone come sostegno all’intervento in piazzale Pietri ci sembra indice di debolezza e di scarsa conoscenza di ciò che la gente realmente pensa: basta confrontarli con le decine e decine che a noi hanno manifestato la loro avversione; se la giunta è certa che la maggioranza dei castelnovesi è d’accordo con la realizzazione del centro benessere e la riqualificazione di piazzale Pietri perché non sottopone il tutto a referendum? Questo sì che sarebbe un atto democratico!

Più leggiamo carte e progetti, più ci convinciamo che vendere un’area pubblica come piazzale Pietri per far soldi da investire in un centro benessere è un errore. Doppio errore se lo si fa non per dotare il paese di opere indispensabili, ma di una struttura non prioritaria. Se poi si assume una tal decisione senza alcun confronto con gli abitanti del quartiere e del paese, l’errore assume dimensioni gigantesche. E’ puerile affermare che il PSC (piano strutturale comunale), lo strumento urbanistico che prevede l’intervento in piazzale Pietri, è del 2003: nessuno ha mai convocato i cittadini per informarli e chiedere la loro opinione. Forse a Castelnovo è necessario che ogni famiglia assuma un tecnico che la tenga quotidianamente informata di ciò che accade in comune? Appresa la notizia, molti di voi si sono dimostrati increduli, ma questi sono i fatti. Per mesi si sono ostinati a dire che nulla è deciso, poi gli atti ufficiali si sono incaricati di smentirli. L’appalto del centro benessere, strettamente connesso alla vendita di piazzale Pietri, non è stato bloccato; il 18 giugno scorso hanno approvato il POC (piano operativo comunale) relativo all’area in questione il quale prevede tutto ciò che noi abbiamo detto. Successivamente hanno fatto approvare dal consiglio comunale, col solo voto della maggioranza e il voto contrario di tutta l’opposizione, una norma che permetterà di aumentare del 25% la superficie commerciale.

Noi abbiamo mosso rilievi più che fondati e avanzato proposte alternative. Prevedere di costruire in quell’area altri 1320 mq di residenziale (13-17 alloggi) e 1000 mq di commerciale (che potranno diventare 1250) è un non senso urbanistico. Si aggiunga che per far posto al supermercato, secondo le preferenze espresse dalla maggioranza, verrà distrutta un’area verde. Un’area che meriterebbe almeno lo stesso rispetto garantito al giardino privato della famiglia del sindaco in occasione della costruzione della rotonda dell’ospedale! Ambientalisti, se ci siete battete un colpo! Un nuovo supermercato potrebbe innescare processi di crisi nella nostra già fragile rete commerciale, soprattutto se non verranno imposti gli stessi vincoli a suo tempo applicati alla Coop; in altre parole: se gli si permetterà di vendere di tutto. E’ così, favorendo di nuovo un marchio della grande distribuzione, che i nostri amministratori salvaguardano gli interessi dei piccoli negozi nei quali molte famiglie hanno investito il lavoro di una vita? La viabilità non è adatta a sopportare il traffico in più creato dal supermercato. Soluzioni migliorative non sono ipotizzabili e con il nuovo marciapiede via Morandi è diventata tanto stretta che in certi punti se una macchina incrocia una corriera non passa. Il bocciodromo, che porta turisti, scomparirà. Il cantiere, della durata di due-tre anni, creerà disagi enormi a tutto il quartiere incidendo negativamente sulla qualità della vita dei residenti. I parcheggi sotterranei non servono al circondario. Piazzale Pietri oggi è la piazza del quartiere, domani lo sarà ancora?

Non siamo pregiudizialmente contro il centro benessere, ma investirvi 4.567.533,79 euro ci sembra eccessivo e rischioso. Quelli esistenti non risulta navighino nell’oro. Trattasi inoltre di attività soggette a mode: oggi è in farsi i muscoli e abbronzarsi, ma domani? E ancora: molte famiglie fanno fatica a giungere a fine mese, quante potranno permettersi la piscina, la palestra, il bagno turco? Di questi centri in provincia ne esistono già alcuni, quindi è illusorio sperare che il nostro possa portare turismo. Potrebbe invece portare debiti! Cosa accadrà se la gestione sarà in perdita? Se l’accollerà il concessionario, dovrà subentrare il comune o chiuderà? Nella seconda ipotesi come troverà i soldi? Aumenterà l’Ici o ridurrà i servizi ai cittadini? Il tutto suggerisce una domanda supplementare: come mai, se si tratta di impianto così richiesto da prefigurare un affare, nessun privato ha proposto di costruirlo in proprio senza avere in cambio pregiate aree pubbliche da edificare? A Castelnovo serve una moderna piscina coperta al servizio dei cittadini e delle scuole, a tutto il resto sarebbe prudente rinunciare.

Cari concittadini, se è vero che l’unione fa la forza, assieme possiamo impedire che questa classe dirigente compia un altro errore. Visti i precedenti (dal teatro, il più grande spreco di denaro pubblico nella storia del comune, capace di produrre perdite per 638.017,15 euro al 31/12/2006, al Centro commerciale naturale del quale per pudore nessuno parla più; dal campeggio che dopo un lungo balletto attorno alla Pietra è caduto nel dimenticatoio, all’albergo del Centro Coni che doveva essere in funzione da tre anni e invece è ancora in costruzione), è possibile che anche questa volta i risultati siano molto diversi dalle previsioni. A cose fatte non si potrà tornare indietro: le 32 piante di piazzale Pietri non ci saranno più, così come la piazza di quartiere e il bocciodromo. Noi abbiamo fatto la nostra parte. Avremmo potuto scegliere la strada più comoda: far causa al comune per danni e visti i precedenti almeno per due di noi sarebbe stata una strada in discesa. Abbiamo invece deciso di presentare ricorso al TAR, pagando di tasca nostra mentre per gli amministratori pagherà il Comune qualunque sia il risultato, consci del valore sociale di tale gesto. Sull’esito del ricorso siamo fiduciosi visto il precedente di Bologna dove per un caso analogo il TAR ha dato torto all’amministrazione pubblica. Crediamo che anche i cittadini debbano far sentire la loro voce.

Cari concittadini, opporsi a questo progetto ha un valore che va aldilà del fatto in sé: guarda agli interessi della maggioranza di noi e pertanto è un dovere comune manifestare la nostra volontà. Al POC di piazzale Pietri è possibile presentare al Comune osservazioni/ricorso entro il 15 settembre. Alcuni lo faranno individualmente, però sarebbe significativo se fossero supportati da un ricorso collettivo sottoscritto da decine di cittadini. Noi appronteremo il testo, a voi chiediamo di sottoscriverlo. Potrete farlo rivolgendovi a uno di noi: Fioravante Farinelli presso l’omonima azienda in piazzale Pietri; Alfredo Sentieri presso lo Studio Sentieri al primo piano del Grattacielo; Armido Malvolti presso Mondo Musica. Contiamo sull’adesione di tutti coloro che, a qualsiasi fede politica appartengono, reputano sbagliato vendere piazzale Pietri. Sappiamo che sono tanti, forse la maggioranza della popolazione.

Cari concittadini, aspettiamo fiduciosi le vostre firme. Più saranno, più forza avremo!

(Fioravante Farinelli, Alfredo Sentieri, Armido Malvolti)